di Martina Grandori
opo il recente caso che ha fatto il giro del mondo di Nancy Meherne, surfista neozelandese di 92 anni che continua a cavalcare le onde, da qualche giorno in Italia si è tornati a celebrare Giorgio Perondini, classe 1937, un passato olimpico a Melbourne nel 1956 e a Roma nel 1960, due record conquistati nei 50 dorso e nei 50 stile libero nella categoria Master 80-84, esempio di come la tenacia e lo sport siano alchemici per il benessere.
L’anno scorso ha sconfitto il Covid e poco dopo è tornato a vincere in acqua, un physique du rôle quello di Giorgio Perondini a cui ispirarsi.
Per questo motivo abbiamo intervistato il Professor Giovanni Di Perri, Direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Ospedale Amedeo di Savoia e della Scuola di Specializzazione in Malattie Infettive dell’Università degli Studi di Torino.
Il Professor Di Perri è stato una voce autorevole nel periodo critico della pandemia, in grado di comunicare in modo coerente, senza allarmismi né spirito polemico o competitivo nei confronti degli altri “esperti” mediatici.
Un nuotatore di 84 anni supera il Covid anche grazie allo sport e possiamo dire che il desiderio di eternità accomuni anche i più insospettabili. Fare sport è veramente un elisir di giovinezza?
«Un’aspirazione comune è quella di vivere una lunga vita, e l’addendum qualitativo è di viverla bene. La life expectancy è aumentata vertiginosamente dal Secondo dopoguerra, in Italia la vita media nel 2018, supera gli 83 anni. Complici di questa vita prolungata, i comfort della contemporaneità, la varietà degli alimenti e ovviamente la medicina e la prevenzione, sono un aspetto fondamentale del progresso scientifico, grazie al quale molte patologie ora non sono più un pericolo e si vive più a lungo» spiega il Professor Di Perri.
L’alimentazione oggigiorno gioca un ruolo chiave, Nancy Meherne dichiara di essere vegetariana e di aver eliminato gli zuccheri fin da ragazza.
Dobbiamo tutti fare come lei? «Come spesso accade si descrive un fenomeno eccezionale per sollecitare attenzione su una tematica. Fondamentale un modus vivendi che non porti all’estremismo, spesso si assumono comportamenti alimentari che si rivelano non corretti per la persona».
Quattro i punti cardinali da rispettare: l’alimentazione, la pratica sportiva, la salute complessiva ed il buon umore. «Quest’ultimo è forse il parametro meno misurabile, ma in fondo è l’obiettivo a cui consapevolmente o meno, a cui si mira attraverso (almeno) i primi tre», sottolinea il professore.
Ottima è la misura come dicevano i latini, desiderare l’impossibile non paga. Non tutte sono Nancy Meherne, non tutte hanno il suo fisico e quindi non è vero che scegliere un regime alimentare uguale al suo sia la soluzione.
Vegetariano sì o no? «Non è detto che chi sceglie questo regime abbia più opportunità di una vita longeva. Troviamo ricerche che ammettono sia una maggiore durata della vita che un rischio ridotto di decesso (di varie cause) rispetto ai non vegetariani, ma troviamo anche ricerche che non documentano alcuna differenza sostanziale. E’ una scelta individuale a cui non è lecito attribuire benefici che vadano oltre quelli scientificamente dimostrabili».
In buona sostanza chi sceglie di essere vegetariano, è spesso incline ad osservare anche altre regole salutistiche, sia dietetiche che comportamentali.
Gli zuccheri sono veramente i nemici del benessere? «La sensazione “energetica” quasi immediata che ci viene dall’assunzione di zuccheri a rapido assorbimento è spesso un toccasana immediato, specie nello sport, quando la sensazione dello svanire delle nostre energie richiede l’assunzione di caramelle, snack o bibite, tutti alimenti che rilasciano zuccheri all’istante. Questi espedienti di recupero, di breve durata, andrebbero possibilmente evitati o ridotti al momento in cui si pratica attività fisica. Io consiglio a scopo di ritardare l’assorbimento degli zuccheri troppo rapido, di consumare dieci minuti prima verdure o un frutto, la reazione chimica consente di beneficiare più a lungo di questa energia e di non scatenare la produzione di insulina».
Nella giungla delle vitamine ed integratori cosa consiglia? «L’offerta di integratori e preparati polivitaminici, è vastissima. Ognuno ha il proprio, a meno di vero stato carenziale (vitamina D in età matura, condizioni di carenza di ferro e/o acido folico per pregresse o concomitanti condizioni), non ci sono dei protocolli medici in merito, una dieta varia è già una fonte di oligoelementi alimentari».
Bere acqua: quanto conta per il benessere? «La sensazione di sete non è uguale per tutti, per chi fa sport l’apporto idrico dev’essere tempestivo e regolare, soprattutto in età matura».
Fare sport: quante volte bisognerebbe praticarlo? «Credo che ogni generalizzazione in questo ambito corra il rischio dell’estrema banalizzazione. È una questione individuale. Non oltrepassare la misura, sia in riferimento alla sedentarietà che a quello dell’eccesso opposto. Ciò che fa bene al nostro organismo varia nel tempo; dalla stagione della crescita, a quella della maturità e quindi della, ahimè, della vecchiaia».
Spostare il focus del desiderio sportivo sul benessere e quindi, anche, sul divertimento e il buonumore: questo è il messaggio importante del Professor Di Perri per tutto il mondo di On The Blue!