MetaOcean, una mostra speciale a salvaguardia del mare

di Redazione

«G

li oceani hanno bisogno di noi, ma nei miei viaggi ho constatato troppo spesso la totale mancanza di rispetto per il mare: isole di plastica, vendita di cavallucci marini essiccati, discariche sommerse e pratiche di pesca illegale all’ordine del giorno».

È l’allarme lanciato da Marco Daturi, esperto di tecnologia e appassionato di immersioni, ideatore del progetto MetaOcean avviato in collaborazione con Zero Pixel, azienda di marketing presso cui lavora nel milanese. Si tratta di una mostra che riunisce gli scatti più belli delle sue discese nelle profondità marine in giro per il mondo, con l’obiettivo di sensibilizzazione circa l’importanza della salvaguardia della biodiversità.

Inaugurata lo scorso 23 maggio, in previsione della Giornata Mondiale degli Oceani dell’8 giugno, l’esperienza non propone una mera realtà virtuale ed è fruibile anche senza visori; si tratta infatti di «vero metaverso, che è qualcosa in più – puntualizza Daturi – ossia una rappresentazione dinamica che aggiungerà ulteriori portali per poter passare da un ambiente all’altro. Lo scopo è naturalmente divulgativo, per sensibilizzare al rispetto del mare e delle sue meraviglie». Un impegno mirato alla sostenibilità attraverso la conoscenza dei segreti marini nascosti negli abissi più reconditi.

Inaugurata lo scorso 23 maggio, in previsione della Giornata Mondiale degli Oceani dell’8 giugno, l’esperienza non propone una mera realtà virtuale ed è fruibile anche senza visori; si tratta infatti di «vero metaverso, che è qualcosa in più – puntualizza Daturi – ossia una rappresentazione dinamica che aggiungerà ulteriori portali per poter passare da un ambiente all’altro. Lo scopo è naturalmente divulgativo, per sensibilizzare al rispetto del mare e delle sue meraviglie». Un impegno mirato alla sostenibilità attraverso la conoscenza dei segreti marini nascosti negli abissi più reconditi.

Marco Daturi e il figlio Lupo durante un'immersione

Educare alla tutela di un bene così enorme è una missione complessa, ma proprio per questo la sfida di far arrivare a tutti la voce degli oceani si preannuncia ancor più avvincente. Daturi ribadisce in che modo tale urgenza può tradursi in azione concreta: «Il metaverso ci aiuta a immergerci, e non solo per un gioco di parole, nel richiamo che arriva forte e che si esprime in quella che è la prima esibizione fotografica virtuale dedicata agli oceani, anche se – precisa – non è un’esperienza nemmeno avvicinabile a una discesa nella profondità dei mari, di cui può solo rendere l’idea in mancanza del mare».

La mostra, oltre a permettere ai visitatori di osservare le fotografie subacquee scattate dai Daturi senior e junior nelle varie zone scandagliate in tutto il pianeta, consentirà mediante un portale l’accesso a un’area dedicata alla onlus Sea Shepherd, organizzazione internazionale senza scopo di lucro che dal 1977 lotta per fermare la distruzione dell’habitat naturale e il massacro delle specie selvatiche negli oceani, mediante azioni dirette a investigare, intervenire e denunciare ogni attività illegale condotta in alto mare.

L’iniziativa, che potrebbe coinvolgere a medio termine anche il mondo della scuola («Ci piacerebbe cominciare dai più giovani», confessa in conclusione Daturi), sarà presto implementata per affrontare anche missioni più specifiche rispetto alla generica tutela della biodiversità, come ad esempio il contrasto a pratiche irricevibili quali lo shark finning, la spietata pratica del taglio delle pinne che sta decimando gli squali. L’obiettivo, inoltre, è passare dagli scatti fotografici alla produzione di video in realtà virtuale. Insomma, il progetto MetaOcean è appena all’inizio…

Ecco il team di “On The Blue”: Carolina, Cinzia, Consuelo, Costanza, Fabrizio, Francesca, Katia, Lorenzo, Lucio, Martina, Manuel, Pino, Roberto e Stefano. Ogni giorno vi raccontiamo l'acqua in ogni sua forma e declinazione, attraverso esperienze e racconti delle donne e degli uomini che seguendo il flusso delle onde andremo a incontrare, o ci verranno incontro.

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Nasce il nuovo progetto di comunicazione che unisce sotto un’unica piattaforma online gli appassionati del mondo dell’acqua declinato in tutte le sue forme.

 

La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

Acqua e onda: ovvero identica radice linguistica per due elementi che non possono esistere l’uno senza l’altro. 

 

Le onde sono un movimento perpetuo, sono il fluido che rappresenta l’impulso positivo al cambiamento.

 

Da qui nasce l’avventura di “On the Blue”: che ogni giorno vi condurrà in un viaggio in compagnia di chi questo elemento lo vive e lo ha vissuto.

 

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