Ferruccio Alessandria: «L’acqua che ti entra dentro»

di Roberto Parretta

C

erto, chiedere al Presidente di Assopiscine di raccontarci il suo rapporto con l’acqua, potrebbe inevitabilmente lasciar pensare a risposte non troppo lontane dal suo mondo, dal suo lavoro. Così, quando abbiamo deciso di interpellare per questa nostra serie di interviste di lancio in vista del Summit 2021 anche Ferruccio Alessandria, gli abbiamo proposto di mettere a nudo qualche sua considerazione più intima.

E lui non si è tirato indietro, raccontandoci della sua famiglia e delle sue emozioni legate al mondo dell’acqua. Ferruccio Alessandria e Assopiscine saranno i protagonisti assoluti della seconda giornata del Summit, quella di giovedì 11 novembre, quando con i massimi esponenti di un settore così complesso e complicato, si andranno ad analizzare a 360 gradi tutte le problematiche e le prospettive della filiera dell’acqua.

Intanto, però, ecco rivolte anche a Ferruccio Alessandria le nostre consuete 3 domande, che nei prossimi giorni, fino all’apertura del Summit 2021, continueremo a rivolgere agli altri importanti relatori dell’evento

CI RACCONTI IL TUO RAPPORTO CON L’ACQUA?

«A parte ovviamente quello che è il mio lavoro ormai da 40 anni, l’acqua è presente nella mia vita in maniera ininterrotta. Un esempio? Le mie due figlie Silvia e Martina hanno entrambe iniziato con me in piscina a 6-7 anni e poi hanno continuato fino all’agonismo. Le ho seguite ovunque, ho vissuto esperienze bellissime. La più grande è stata anche in Nazionale e abbiamo girato l’Europa. Solo che a un certo punto i 400 misti non ce la facevo più a seguirli… troppo stressante… A un certo punto il mio dubbio da genitore è stato sull’opportunità di indirizzarle all’agonismo, ma loro invece mi dicono che lo rifarebbero. Tant’è vero che Silvia ora ha due gemellini e sta già pensando a come portarli in acqua. Per me la cosa importante era fare uno sport, non mi importava quale, ma con la tranquillità che fossero adeguatamente seguite. Personalmente da sempre sono appassionato di tutti gli sport e mi piace più praticarli che guardarli. Per un periodo ho praticato anche triathlon, un bel momento che ricordo anche perché passato insieme ad amici».

COME RAPPRESENTERESTI IL RUOLO DELL’ACQUA?

«Proprio su questo tema, ho appena fatto produrre un video per l’associazione. Volevo che emergessero emozioni, senza immagini stereotipate: secondo me il modo migliore per rappresentare il valore dell’acqua. Parliamo di un bene di cui tutti dovrebbero godere, fonte di vita per eccellenza. E come tale, dobbiamo averne cura. Purtroppo la mia generazione l’ha sempre data per scontata e oggi mi rendo conto che abbiamo fatto qualche danno. Quindi mi sono imposto come impegno quello di stare attento a non sprecare acqua nelle operazioni quotidiane. Penso possa essere un buon punto di partenza per tutti».

COSA SONO E QUALI SONO I TUOI SPAZI BLU?

«Io non potrei vivere in un posto dove non posso vedere l’acqua. Per questo vivo a Desenzano, sul Lago di Garda. Non potrei vivere altrove. Il mio “spazio blu”? Per andare a lavoro ho due possibilità: la tangenziale, più breve e veloce, o il lungolago, che mi allunga il tragitto di 7 km. Ma io tutte le mattine devo vederlo. E mi piace vederlo sotto tutte le forme: calmo, tempestoso, sotto la pioggia e il vento, con il sole: mi mette di uno stato d’animo positivo, mi predispone bene a prescindere. Mi piace correre sul lago e correre sotto la pioggia. C’è una passerella sulla quale se vai a correre quando piove e c’è vento ti arriva tutto in faccia, è la cosa più bella che ci possa essere. Il lago ti entra dentro».

Ho iniziato ad appassionarmi di sport dalla nascita e da 20 anni sono collaboratore della Gazzetta dello Sport. Ho seguito tantissime discipline: principalmente rugby (corrispondente in 3 edizioni dei Mondiali in Francia, Nuova Zelanda e Inghilterra e tutti i Sei Nazioni dal primo del 2000), poi fra gli altri equitazione, taekwondo, surf, atletica leggera e ovviamente anche nuoto. I miei risultati sportivi di maggior rilievo? Ultimo nelle batterie dei 50 stile libero al memorial Boscaini del 1985 e medaglia di bronzo al Settecolli 2019 nei 50 stile dei giornalisti!

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Nasce il nuovo progetto di comunicazione che unisce sotto un’unica piattaforma online gli appassionati del mondo dell’acqua declinato in tutte le sue forme.

 

La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

Acqua e onda: ovvero identica radice linguistica per due elementi che non possono esistere l’uno senza l’altro. 

 

Le onde sono un movimento perpetuo, sono il fluido che rappresenta l’impulso positivo al cambiamento.

 

Da qui nasce l’avventura di “On the Blue”: che ogni giorno vi condurrà in un viaggio in compagnia di chi questo elemento lo vive e lo ha vissuto.

 

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