Maurilio Catalano, 80 anni di arte e mare: «Dipingere il blu è la mia vita»

di Manuel Gavini

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a città di Palermo gli ha dato i natali, nel lontano 1942, il mare della sua Sicilia ne ha ispirato le opere. E quando Domenico Modugno cantava per la prima volta Nel blu dipinto di blu, al Festival di Sanremo 1958, lui era già un adolescente maturo.

Parliamo del maestro Maurilio Catalano, fresco di 80 anni appena compiuti, intrisi di arte, amore viscerale per le sue origini e tanto entusiasmo. Di smettere, guai a ricordarglielo, non se ne parla nemmeno: è ancora troppo forte il richiamo dell’arte, ereditato dal papà pittore, e quello per il mare, innato dalla nascita, alimentato dal fratello biologo marino e divenuto per naturale decorso una costante presente in tutti i suoi lavori, mai limitati ai soli quadri ma riguardanti anche ceramiche e stoffe.

Eppure, per confessione del diretto interessato, non sono state queste influenze a influire sulle sue ispirazioni recenti e passate: «Io non credo alle ispirazioni – confessò il maestro in un’intervista di un lustro fa – Mio padre era un grande pittore, ma io ho scelto questa professione per passione e non per emulazione. Da bambino, quando ci recavamo nella nostra casa estiva allo Sperone (piramide di pietra che dal Settecento sorge nell’area sud-est di Palermo, ndr) mi addormentavo con il rumore delle barche che pescavano e con il loro bagliore illuminavano il mare. Questa è la ragione per cui ho deciso di fare il pittore e dipingere il mare».

Parole tutt’altro che di circostanza, considerato che il mare è da sempre ritratto con tutte le sue sfumature blu, minuziosamente rappresentate in ogni singola gradazione offerta. Un amore per l’acqua incarnato dal mammifero marino più adorato in assoluto, anche da Catalano: «Il mare si sintetizza con i delfini, gli animali più buoni, simpatici, intelligenti e belli che la natura abbia creato».

Oltre ai cetacei, quando i soggetti delle rappresentazioni a sua firma sono polpi, granchi, balene, lampare, vaporetti e carte nautiche, lo stile diventa inconfondibile, esattamente come la sua terra: perché soltanto chi quell’isola l’ha respirata – ancor più che vissuta – può interpretarla e rivelarla con quell’autenticità che nemmeno il talento e lo studio, per quanto grandi e intensi siano, riuscirebbero mai a trasmettere.

La pandemia, se da un lato non gli ha consentito di festeggiare come avrebbe meritato il traguardo delle 80 primavere, dall’altro non riesce minimamente a scalfirne spirito e determinazione, tantomeno la voglia di “appendere il pennello al chiodo”, perché – rivela egli stesso, sicuramente più di ieri e probabilmente meno di domani – «dipingere è la mia vita».

La sua galleria palermitana, Arte al Borgo, ha rappresentato per anni un riferimento d’incontro per intellettuali, giuristi, avvocati e giornalisti provenienti da tutto il mondo. Per questo motivo sono in tantissimi a rendere omaggio a un eccelso uomo di cultura, che definire “solo” un artista pare persino riduttivo.

Se ad apprezzare Catalano furono – tra gli altri – illustri personaggi del calibro di Umberto Eco e Leonardo Sciascia, a rendergli omaggio in una ricorrenza così importante spiccano anche penne d’autore quali Gaetano Savatteri e Felice Cavallaro: «Con la sua arte è come se avesse rivoltato il mare per offrircelo con tutti i suoi colori» confida il primo, a cui fa eco il secondo: «Nell’empatia di Maurilio trovo la stessa freschezza di 50 anni fa, quando la sua coloratissima bottega ricca di pesci, aragoste, barche, arpioni e piovre era già diventata un circolo culturale, un cenacolo di prima grandezza».

Mi chiamo Manuel, ho 33 anni e osservo da sempre con interesse ogni forma acquatica generosamente offerta dalla natura. Laureato con lode in Relazioni Internazionali nel 2012, dal gennaio successivo sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti. Il mio hobby preferito è viaggiare, ovunque, ma quando devo scegliere tra mare e montagna non ho dubbi: il richiamo dell’acqua è troppo forte! In questa foto mi trovo a Capri, durante la mia ultima vacanza "on the blue", immerso nell’inestimabile panorama con vista Faraglioni.

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La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

Acqua e onda: ovvero identica radice linguistica per due elementi che non possono esistere l’uno senza l’altro. 

 

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