Guardare, ma non toccare

Come interagire responsabilmente con la fauna marina. Cosa tenere presente quando si prenotano escursioni o si pianificano altre attività che coinvolgono la vita marina

di Carolina Saporiti

S

ei su una imbarcazione, al largo, e all’improvviso a pochi metri da te, una balena esce dall’acqua, compiendo un salto maestoso e si rigetta nel mare, sollevando una quantità di acqua enorme che ti arriva in faccia, dentro di te probabilmente ci sarà un’esplosione di emozioni e difficilmente le dimenticherai.

Gli avvistamenti con la fauna selvatica sono una delle esperienze più magiche che si possono fare e tanti dicono che sono momenti che hanno anche cambiato la loro vita, per l’intensità del momento. Senza contare anche le Instagram opportunity di questi incontri ravvicinati.

Proprio per la bellezza di esperienze del genere, negli anni il turismo di questo tipo è cresciuto molto. Ci sono diversi tour operator, in Italia e nel mondo, specializzati nell’avvistamento di animali selvatici, ma da qualche tempo è cresciuta anche la consapevolezza della mancanza di eticità in molti di questi tour. Sicuri che andare a nuotare tra le balene che stanno svezzando i loro cuccioli non crei danni agli animali? A Tonga, in Polinesia, la risposta è chiara: qui dove è consentito nuotare con le balene, uno studio scientifico ha rilevato che le megattere che arrivano qui per svezzare i loro cuccioli stanno cambiando rotta.

Così in tutto il mondo ci si sta responsabilizzando sempre di più: molti tour operator hanno eliminato le esperienze con gli animali selvatici tenuti in cattività, TripAdvisor, già nel 2016, ha vietato la vendita di biglietti per attrazioni con animali selvatici o in pericolo. Ora l’attenzione si sta spostando appunto al mare, dove l’assenza di gabbie rende più difficile capire quando un’esperienza è etica. Ci sono però delle linee guida che si possono seguire per interagire con la vita marina in maniera responsabile. Ecco alcune delle più importanti.

Guardare, ma non toccare

Ce lo dicevano da bambini e vale ancora di più da adulti. Se partecipiamo a un’escursione per avvistare gli animali non tocchiamoli, nemmeno se la guida che è con noi ci dice che è permesso. Oltre a questo non bisogna nutrirli e tantomeno pescarli.

Vedere e comprendere

Essere un turista responsabile va oltre l’astenersi dall’accarezzare una manta o una tartaruga o staccare pezzi di corallo. Il turismo etico dovrebbe accrescere il benessere degli animali. Fortunatamente le persone vedendo animali come balene e delfini, liberi nella natura, sono più motivate a contribuire attivamente alla loro conservazione e a quella dei loro habitat.

Biglietto d’ingresso

Un altro piccolo suggerimento è quello di cercare enti e parchi nazionali che esplicitino che parte del biglietto d’ingresso viene utilizzato per finanziare gli impegni di conservazione. In questo modo si può essere parte attiva della protezione della vita marina.

Fare scelte responsabili quando si viaggia

Il turismo può avere un forte impatto negativo sugli ecosistemi. Le costruzioni costiere se sono vengono ben pianificate possono distruggere l’habitat naturale di molte specie (pensiamo per esempio alle tartarughe marine). Quindi oltre a cercare di tenere pulite le spiagge, possiamo anche scegliere strutture ricettive impegnate con soluzioni green, come l’utilizzo di energie rinnovabili, l’eliminazione della plastica o misure anti spreco dell’acqua.

Evitare esperienze con animali in cattività

E non c’è nient’altro da aggiungere. Ogni attività che tiene in cattività un animale non è etica e – se non bastasse – in alcuni casi potrebbe anche rivelarsi pericolosa per le persone.

Partire preparati

Prima di un viaggio è sempre bene fare una ricerca. Se sappiamo che nella nostra destinazione c’è la possibilità di avvistare animali selvatici, cerchiamo operatori turistici che possano garantire escursioni etiche.

In questa direzione opera una Ong italiana, World Sustainability Organization. Ridurre l’impatto dell’uomo e alterare il meno possibile il comportamento naturale dei cetacei è l’obiettivo di Friend of the Sea, un progetto di questa onlus per la tutela delle specie a rischio e che dal 2018 ha introdotto anche una nuova certificazione per gli operatori turistici che organizzano escursioni di avvistamento delfini e balene in maniera corretta.

Laureata in Lettere Moderne, sono giornalista professionista dal 2011 e vivo a Venezia. Collaboro con diverse testate online e offline. Mi piace scrivere di cose belle e buone: viaggi, cibo&vino, cultura e ambiente. Amo camminare, in spiaggia o nei boschi. Sono curiosa, leggo e prendo sempre appunti.

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