Croazia, in fondo al mare c’è un villaggio neolitico di seimila anni

di Redazione

È

notizia recente, quanto clamorosa, quella relativa al ritrovamento storico avvenuto nelle acque marine della Croazia, dove due archeologi hanno scoperto alla fine di giugno un insediamento risalente a ben seimila anni fa.

Dopo aver notato dalle immagini satellitari in loro possesso qualcosa di insolito in località Lumbarda, area orientale davanti alla costa dell’isola di Korčula, nell’arcipelago della Dalmazia centrale, gli esperti non hanno perso tempo, decidendo di verificare direttamente sul posto di cosa si trattasse.

Scoperta del villaggio sommerso sulle coste dell’isola di Korčula, Croazia

«La scoperta è tanto eccezionale quanto casuale – ammette uno dei due archeologi, Mate Parica, docente dell’Università di Zara –. Da un paio di anni ho a che fare con siti preistorici sommersi e mi capita spesso di guardare le immagini satellitari, consapevole che a volte solo la prospettiva dall’alto agevola la segnalazione di anomalie. Io e il mio collega abbiamo notato una grande area poco profonda sul fondale marino sporgente dalla costa, ma non eravamo certi che potesse trattarsi di quanto abbiamo poi effettivamente rilevato: così, nel dubbio, abbiamo deciso di immergerci».

Panoramica satellitare dell'area archeologica

Decisione più che giusta, visto che quanto apparso ai loro occhi si è rivelato essere subito un qualcosa di straordinariamente raro e dall’inestimabile valore, come spiega lo stesso Parica nel prosieguo del racconto: «Non appena abbiamo trovato alcuni oggetti in ceramica e dei coltelli di selce, ci siamo immediatamente resi conto che si trattasse di qualcosa di davvero speciale, non di origine naturale». Gli scavi subacquei in profondità nel terreno, durante cui i ricercatori hanno recuperato anche l’adiacente cinta muraria in pietra, hanno portato alla luce appena l’1% dell’intero sito originale: un lascito ridotto ma comunque preziosissimo, il cui studio sarà utile per comprendere e approfondire lo stile di vita umano di quell’epoca lontana.

Alla scoperta dell'insediamento sommerso
Reperti recuperati in mare
Reperti archeologici del villaggio

Una volta analizzati i contenuti dei resti, è arrivata la conferma: l’insediamento corrisponde a un abitato del periodo Neolitico, unico nel suo genere, costruito attorno al 4.500 a.C. Con ogni probabilità, il villaggio fu eretto su un isolotto collegato alla vicina isola principale tramite un istmo, una lingua di terra e sabbia in una zona al riparo dalle onde, motivo per cui i reperti si sono mantenuti fino ad oggi in condizioni pressoché intatte.

«Questa zona, a differenza della maggior parte delle aree che si affacciano sul Mediterraneo, è al sicuro dalle grandi onde perché molte isole proteggono la costa della terraferma: tale circostanza ha certamente aiutato a preservare il sito dalla distruzione naturale». A confermare l’ipotesi è ancora Parica, secondo il quale, ad ogni modo, la scoperta del villaggio sull’isola sarebbe atipica, poiché i ritrovamenti neolitici avvengono per lo più all’interno di grotte.

A sinistra l'archeologo Mate Parica, docente dell’Università di Zara

Sulla stessa lunghezza d’onda anche la dottoressa Marta Kalebota, curatrice della collezione archeologica nel museo della città di Korčula, secondo la quale «la posizione dell’insediamento è molto insolita», dal momento che «non siamo a conoscenza di altri ritrovamenti simili di epoca neolitica». Un’ulteriore conferma sia dell’importanza che dell’esclusività di tale scoperta.

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