Progresso al servizio dell’ambiente: ecco l’app per salvare i coralli

di Manuel Gavini

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e innovazioni tecnologiche sono sempre ben accette, specie quando si mettono a disposizione del pianeta per educare l’uomo alla salvaguardia dello stesso.

Tra le innovazioni più recenti nell’ambiente acqua, spicca senza dubbio quella lanciata qualche mese fa dalla multinazionale Oppo, finalizzata a sensibilizzare esperti e opinione pubblica circa il recupero della barriera corallina australiana. Una novità divenuta necessaria a causa dell’intensificarsi di fattori come inquinamento, attività umane invasive e cambiamento climatico, tutte componenti che sottopongono l’ecosistema marino a uno stress sempre meno sopportabile.

Dopo decenni di sfruttamento sconsiderato, Oppo ha deciso – prima di entrare nel campo dell’irreparabile – di mettere la sua tecnologia all’avanguardia al servizio di una delle meraviglie della Terra. Così, grazie allo sviluppo dell’applicazione Recolour The Reef, basata sulla realtà aumentata, da qualche tempo è possibile supportare la fondazione no-profit Reef Restoration Foundation (RRF) nell’impresa di rigenerazione dei coralli danneggiati in appositi centri di cura.

L’app alla base della campagna, mostrando un rendering digitale 3D delle reti di coralli, è stata concepita per coniugare progresso, responsabilità e attenzione verso l’ambiente, essendo rivolta a un obiettivo molto ambizioso: restituire alla barriera australiana un milione di coralli entro il 2026

Ma c’è di più: per ogni download dell’app, Oppo effettua una donazione a RRF, concretizzando il suo impegno a contrasto delle minacce che incombono sull’ecosistema.

«È fondamentale realizzare attività concrete e fare ciò che possiamo per garantire un futuro alle meraviglie del nostro pianeta – ha confermato il CEO di Oppo Australia, Michael Tran – La Grande Barriera Corallina è parte dell’identità nazionale di ogni australiano e per questo siamo orgogliosi della partnership a lungo termine con RRF». «La partnership con Oppo Australia ci consente di crescere ulteriormente – ha ribadito Ryan Donnelly, CEO di RRF – e di espandere il nostro programma ad altri siti dove abbiamo già ottenuto i permessi, come la barriera corallina di Hastings e quella di Moore».

Michael Tran, CEO di Oppo Australia
Ryan Donnelly, CEO di RRF

Al di là della campagna in questione, gli ingegneri di tutto il mondo continuano a lavorare su una serie di invenzioni sulla falsariga dei progetti di ricostruzione artificiale dei coralli. Le scogliere stampate in 3D rappresentano una valida soluzione di rimedio per sostenere la vita dei reef, ragion per cui l’imprenditore australiano Alex Goad ha formato il gruppo Reef Design Labs (RDL), al fine di valutare e applicare la flessibilità dei disegni tridimensionali sui coralli. «Il nostro obiettivo – ha dichiarato Goad – è sostenere la ricerca marina mediante la progettazione di metodi innovativi per creare soluzioni più efficaci minimizzando i costi: è il caso delle strutture modulari per l’allevamento e il restauro dei coralli».

Per riprodurre infrastrutture atte a ricreare l’habitat marino, RDL ha così iniziato a collaborare a stretto contatto con i ricercatori, finendo per immergere nelle Maldive una barriera corallina artificiale ribattezzata Modular Artificial Reef Structure (MARS). Il reef artificiale, affondato per la precisione presso il resort Summer Island Maldives, rappresenta il primo del suo genere a essere collocato tra le oltre mille isole della Repubblica. Installabili sia manualmente che attraverso chiatte o gru, RDL stampa blocchi modellabili in forme complesse per garantire la stabilità di tutta la struttura.

L’evoluzione tecnologica – che ha già interessato anche il Mediterraneo, dove il primo reef 3D sperimentale per ricreare la struttura architettonica delle barriere naturali fu installato nel Golfo Persico, al largo del Bahrain – alimenta dunque l’aspettativa di ricreare nuove reali barriere coralline «riflettendo fedelmente ciò che erano in origine», come affermato dalla scienziata marina dell’Università delle Hawaii Ruth Gates; tuttavia è bene chiarire che tale aspettativa non dev’essere intesa come speranza, ma piuttosto come strumento che funga da piattaforma per ricerche mirate sui metodi ottimali di allevamento dei coralli. A confermarlo è ancora Goad quando ricorda che la stampa 3D «non salva le barriere per magia», ma va adattata a esperimenti che testino in che modo le tecniche di attacco dei frammenti di corallo influiscano sulla crescita, per aiutare gli scienziati a capire meglio come adattarsi e inibire le minacce affrontate dalle barriere stesse.

Mi chiamo Manuel, ho 33 anni e osservo da sempre con interesse ogni forma acquatica generosamente offerta dalla natura. Laureato con lode in Relazioni Internazionali nel 2012, dal gennaio successivo sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti. Il mio hobby preferito è viaggiare, ovunque, ma quando devo scegliere tra mare e montagna non ho dubbi: il richiamo dell’acqua è troppo forte! In questa foto mi trovo a Capri, durante la mia ultima vacanza "on the blue", immerso nell’inestimabile panorama con vista Faraglioni.

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La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

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