Patagonia e Ocean Space a Venezia contro la pesca a strascico

di Carolina Saporiti

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a campagna di Patagonia per proteggere gli oceani arriva a Venezia. L’appuntamento dello scorso mercoledì 28 giugno, in uno degli spazi più belli e interessanti di Venezia: Ocean Space. Si sono ritrovate insieme diverse persone che si battono per la tutela e la protezione dei nostri mari, e che con passione dimostreranno come possiamo lavorare con il nostro oceano, e non contro di esso.

Patagonia, azienda di abbigliamento outdoor conosciuta per il suo attivismo ambientalista, porta in laguna la campagna globale per la protezione e il ripristino degli oceani, lanciata lo scorso 8 giugno, in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani. L’iniziativa è volta a mobilitare le persone e a chiedere ai governi, attraverso una petizione, di porre fine alla pesca a strascico, imponendo un divieto immediato nelle aree marine protette e nelle zone costiere.

La serata è stata quindi l’occasione per sensibilizzare la comunità locale sull’importanza della conservazione di questi habitat e sulle terribili conseguenze della pesca a strascico, che è una delle pratiche più dannose inflitte dall’uomo ai nostri oceani: distrugge gli ecosistemi dei fondali marini, sovrasfrutta le aree di pesca e uccide indiscriminatamente qualsiasi forma di vita. Ha anche un enorme impatto sul clima, non solo perché trascinare le reti lungo i fondali marini consuma più carburante e produce quattro volte più emissioni rispetto ad altri tipi di pesca, ma anche perché distrugge i fondali e sradica le piante e gli animali marini che assorbono il carbonio dall’atmosfera.

Durante l’evento importanti gli interventi di persone impegnate nella lotta alla conservazione marina. Tra queste: Mariasole Bianco, biologa marina, co-founder e Presidente di WorldRise Onlus; Raquel Gaspar, biologa marina e co-founder di Ocean Alive, Camilla Bertolini, ricercatrice marina; Damiano Bertolotti, Community Marketing & Impact Manager Southern Europe Patagonia. Modera il dibattito Marco Zappalorto, Direttore relazioni istituzionali e partnership di TBA21.

I racconti si sono alternati alla proiezione di tre cortometraggi prodotti da Patagonia, che narrano alcune sorprendenti storie di ripristino dei fondali: L’arte dell’attivismo, la storia dell’implacabile pescatore Paolo Fanciulli e della sua comunità in Toscana; Madre Mar, incentrato sulla biologa marina Raquel Gaspar e su un gruppo di pescatori locali che stanno ripristinando le praterie di posidonia della Riserva Naturale dell’Estuario del Sado, in Portogallo, contro i danni causati dalla pesca a strascico; e The Custodians, che segue il lavoro di quattro abitanti della costa ovest della Scozia che stanno risanando i loro litorali naturali, ripristinando la fauna selvatica e creando industrie sostenibili.

In occasione della serata, ma anche nei giorni successivi, si potranno anche visitare le installazioni attualmente in mostre Ensemble lunare per mari in rivolta di Petrit Halilaj e Álvaro Urbano e Sempre il mare, uomo libero, amerai! di Simone Fattal, parte della mostra Thus waves come in pairs a cura di Barbara Casavecchia, in mostra a Ocean Space fino al 5 novembre 2023.

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