Perché andare in Bassa Maremma a fine stagione?

Viaggio tra le spiagge di Piombino e Follonica e il loro magnifico entroterra

di Carolina Saporiti

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uando pensiamo alla Maremma solitamente pensiamo alle zone attorno a Grosseto, all’Argentario, a Capalbio e Orbetello. Sono zone meravigliose, ma altrettanto lo sono quelle della bassa Maremma, in provincia di Livorno. L’entroterra è più antropizzato di sicuro, ma restano scorci magnifici di campagna. Noi però, visto che l’estate non è ancora finita, iniziamo il nostro viaggio dalla costa.

Le spiagge di questo tratto di Tirreno hanno quasi tutte sabbia dorata e in alcuni punti ci sono le dune, come nel Parco Naturale della Sterpaia, un luogo che piacerà soprattutto a chi ama il mare “selvatico” con tante spiagge libere e tanta libertà.

Nel cuore del Parco, vicino a Follonica, c’è anche un famoso (per i local e i frequentatori più assidui) chiringuito: si chiama Nano Verde. Trovarlo non è così facile se non si conosce la zona perché è nel bosco, ma a chiunque si chiederà (o quasi) sarà in grado di indicare la strada.

Meno selvatiche e attrezzate con stabilimenti balneari sono invece le spiagge di Torre Mozza e della Carbonifera – con il lido Onda Blu. Le spiagge sono lunghe, dorate e il mare degrada dolcemente. Viaggiando verso sud, verso Punta Ala si incontra Cala Violina, il cui accesso – almeno in estate – è limitato: bisogna prenotarsi sul sito.

Cala Violina è chiamata così perché i minuscoli granelli di quarzo dell’arenile suonano a ogni passo. Le spiagge sonore sono un fenomeno antico, narrato già da Marco Polo. Nel mondo ce ne sono un centinaio e una di queste è in Toscana.

Poco più a nord si trova invece lo splendido Golfo di Baratti, a forma di mezzaluna e con la costa color arancione-rosso per la presenza di ferro nelle sue rocce. E se si arriva fino a qui, non si può proprio non dedicare almeno una mezza giornata alla visita del Parco Archeologico di Baratti e Populonia. Il consiglio è di dedicare le proprie attenzioni alla Necropoli, che è decisamente più significativa dell’Acropoli.

Si possono vedere le due necropoli etrusche, le cave di calcarenite e i quartieri industriali, dove si lavorava il minerale di ematite, proveniente dai giacimenti dell’isola d’Elba, per ricavare lingotti di ferro. A lasciare senza fiato sono le tombe scavate nella roccia: non è mai bello fare paragoni, ma per cercare di dare una forma a ciò di cui si sta parlando, si può dire che sia una piccola Petra nel bosco.

Dietro questo spettacolo si apre il Golfo di Baratti che deve il suo nome all’omonima località dove sono stati rinvenuti resti d’epoca etrusca che hanno dato il nome di Costa degli Etruschi a questa zona. Il nord del Golfo è sabbioso, mentre a sud la costa è rocciosa e ovunque il fondale ha un colore ambrato che testimonia la presenza del ferro che era un materiale estratto dagli Etruschi.

Una delle spiagge più belle è la Buca delle Fate, tra Cecina e Populonia, una piccola spiaggia di sabbia bianca che si raggiunge con una camminata di circa 20 minuti (sentiero 301).

A Baratti chi ama l’architettura avrà due sorprese: due case straordinarie progettate dall’architetto Vittorio Giorgini: Casa Saldarini, che ricorda nella forma una balena, e la Casa Esagono, rispettivamente costruite nel 1962 e 1957.

Rimanendo in zona, oltre al Parco Archeologico di Baratti e Populonia e al Parco della Sterpaia, il Parco Archeominerario di San Silvestro – in cui un trenino porta fino ai resti del castello medievale di Rocca San Silvestro, che nel medioevo ha dominato le vallate minerarie e che oggi è il cuore del Parco, e poi il Parco Forestale di Poggio Neri e quello Naturale di Montioni.

Un viaggio non può finire senza visitare Follonica e Piombino. Follonica è particolare per il suo lungomare con moli sospesi sul mare allestiti a bar e ristoranti. Il gelato migliore si mangia da Pagni – ma quello in piazza Sivieri. 

Piombino, conosciuta per la sua area industriale, è invece un bellissimo borgo, con la sua piazza che “finisce” in mare. Si visita in mezza giornata. Il consiglio è di venirci di pomeriggio e fermarsi per l’aperitivo e la cena, da prenotare al Garibaldi Innamorato.

Non c’è modo migliore per terminare una serata e un viaggio: a tavola.

Laureata in Lettere Moderne, sono giornalista professionista dal 2011 e vivo a Venezia. Collaboro con diverse testate online e offline. Mi piace scrivere di cose belle e buone: viaggi, cibo&vino, cultura e ambiente. Amo camminare, in spiaggia o nei boschi. Sono curiosa, leggo e prendo sempre appunti.

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