Proprio come noi questo liquido incolore e inodore sarebbe sensibile e reagisce in risposta alle parole – belle o brutte – che vengono pronunciate da noi. Su questa ipotesi si è concentrata tutta la ricerca e la vita dello scienziato giapponese Masaru Emoto.
ue atomi di idrogeno, uno di ossigeno e infinite emozioni. Potrebbe essere riscritta così la formula dell’acqua per coloro che hanno avuto modo di conoscere il pensiero del ricercatore giapponese Masaru Emoto.
Nato nel 1943 e scomparso nel 2014, Emoto ha dedicato gran parte della sua vita allo studio dell’acqua e dei cristalli che la compongono, sostenendo che questi mutano in base ai sentimenti e alle energie cui vengono esposti. I cristalli dell’acqua, proprio come i fiocchi di neve, possono assumere forme differenti: bellissime se esposte a parole positive, preghiere e buoni sentimenti, prive di armonia o addirittura amorfe se esposte a energie negative.
Con il termine “hado” – composto in giapponese da due ideogrammi che significano letteralmente “onda” e “movimento” – lo studioso individua la più piccola unità di energia esistente capace di agire anche sull’acqua e di modificarla. Secondo lo studioso giapponese l’acqua registra infatti le vibrazioni che la circondano e muta non solo in relazione all’ambiente biofisico, ma anche per empatia, influenzata dalle nostre emozioni e parole. In uno specchio d’acqua possiamo vedere la nostra immagine riflessa, ma anche la nostra anima e quella dell’acqua.
Per Emoto la struttura dell’acqua è dunque protagonista attiva di un dialogo e sta a noi prendercene cura per potere di riflesso prenderci cura anche di noi stessi. L’acqua è infatti sinonimo di vita ed essa, oltre a costituire circa il 70% del nostro pianeta, forma anche circa il 60% degli uomini e il 50% delle donne. Comunicare con l’acqua significa quindi anche entrare in contatto con noi stessi ed essere in equilibrio con l’ambiente che ci ospita.
Per effettuare i suoi studi Emoto ha congelato l’acqua e ha osservato i cristalli della stessa al microscopio per poi fotografarli. Grazie alla collaborazione con un altro studioso, il dottor Lorenzen, Emoto ha potuto avvalersi per la sua ricerca anche del Magnetic Resonance Analyzer, una macchina in grado di misurare l’intensità di hado, che gli ha permesso di dimostrare che l’acqua può migliorare le condizioni fisiche delle persone. E viceversa. Così si legge sul sito dedicato all’opera di questo affascinante pensatore: <<Tutti impariamo preziose lezioni di vita al nostro ritmo, ma c’è una verità fondamentale che impariamo tutti presto. Le parole positive e compassionevoli confortano e guariscono; le parole negative e gli insulti fanno male. Fino a poco tempo fa, lo sapevamo solo perché potevamo sentirlo. Ora possiamo anche vederlo. Grazie al lavoro sperimentale del dottor Masaru Emoto, possiamo guardare l’acqua e i suoi cristalli ghiacciati e avere conferma del potere curativo di una bella musica, di un pensiero positivo, di discorsi edificanti e preghiere>>.
Possiamo essere affascinati o meno dal pensiero di questo studioso, ma quello che è certo è che se sapremo predisporci all’ascolto delle sue teorie non potremo certo non accogliere l’invito all’amore e al rispetto che esse contengono. Oggi più che mai l’acqua è una risorsa preziosa e a rischio. Nel mondo sono infatti 785 milioni le persone che non hanno accesso all’acqua potabile, 2 miliardi quelle che vivono in Paesi soggetti a forte stress idrico, mentre entro il 2030 potrebbero essere 700 milioni i migranti a causa della scarsità d’acqua. Dedicare maggiore attenzione, buone pratiche e parole gentili è sicuramente un piccolo passo che ciascuno di noi può impegnarsi a fare: una goccia nel mare, anzi un cristallo nel mare, ma di sicuro dotato di anima.