Dove comincia il mare?

Dalla Spagna al Sudafrica, dall’Italia al Cile per andare alla scoperta delle propaggini più estreme del nostro pianeta. Tra fari, santuari e natura selvaggia, quelli che un tempo erano ritenuti i confini del mondo, sono luoghi ideali per compiere un viaggio, anche dentro di sé

di Carolina Saporiti

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ove finisce la terra e dove inizia il mare? È questo il quesito cui prova a dar risposta Plasson, il pittore protagonista del romanzo Oceanomare di Alessandro Baricco, che ogni giorno dal bagnasciuga della spiaggia della locanda Almayer cerca di catturare sulla sua tela il mobile confine che le onde disegnano sulla sabbia. Forse per Plasson sarebbe stato più facile dare una risposta se fosse partito alla volta di uno dei diversi punti estremi e incantatori che segnano la mappa geografica del nostro pianeta, luoghi che si caratterizzano per essere le propaggini più estreme della Terra: più a nord, più a sud, più a est o a ovest, posti in cui la terra cede il passo all’infinita distesa del mare e in cui è facile viaggiare, anche dentro sé stessi.

Oceano Mare di Alessandro Baricco

Partiamo da Finisterre, piccolo comune spagnolo situato nella comunità autonoma della Galizia il cui nome, derivato dal latino finis terrae, significa proprio “confine della terra”. Finisterre vale una visita anche perché rappresenta un punto di rilievo del cammino di Santiago e presso il suo faro è possibile imbattersi nel cippo con il “chilometro zero” del celebre percorso. Fin dal Medioevo erano infatti numerosi i pellegrini che, una volta raggiunto Santiago de Compostela,  sceglievano di proseguire il loro cammino per vedere “la fine del mondo”, l’ultima roccaforte della terra conosciuta, la punta più occidentale dell’Europa continentale, Fisterra in galego, la lingua locale, e anticamente Finis Terrae.

Cabo Fisterra - Galizia

Un altro percorso spirituale ci porta invece sulle nostre coste, in Puglia, a Santa Maria di Leuca, tacco d’Italia dove sorge il santuario de Finibus Terrae. Nato come tempio pagano dedicato alla dea Minerva, accoglie gli ex-voto lasciati dai marinai di passaggio: qui la Madonna è infatti considerata protettrice dei pescatori per un episodio avvenuto nel XVI secolo, durante il quale, si narra, la Vergine salvò i pescatori e gli abitanti da una terribile burrasca. In questo luogo, in alcune giornate, è possibile scorgere un altro affascinante confine naturale: una linea ben distinta dal punto di vista cromatico, dovuta alla diversa salinità delle acque, segna l’incontro tra Mar Adriatico e Mar Ionio.

Santuario de Finibus Terrae a Santa Maria di Leuca - Puglia

Ben altre acque si mescolano a Capo Horn: punto più meridionale del Sud America vede l’oceano Atlantico e l’oceano Pacifico unirsi fra loro. A guidare i naviganti fra le acque gelide – la temperatura non supera mai i 2 gradi – e spesso tempestose di questo punto del mondo, il faro di Capo Horn, abitato da guardiani volontari che scelgono questo luogo poco ospitale e isolato, per vivere in solitudine in un intimo dialogo fra sé stessi e il mare. Totalmente privo di alberi, dall’erba folta e gialla e incredibilmente umido, dal 2005 il tavolato dell’isola è stato dichiarato riserva della biosfera dell’Unesco, mentre dal 1992 il profilo di questo luogo è definito anche da un monumento dedicato a un albatro: in un rombo metallico di 120 tonnellate di ferro, capaci di resistere ai venti più impetuosi, è scolpita la silhouette di questo uccello, mentre i versi della poetessa Sara Vial gli danno voce: «Io, l’albatro che vi attende / alla fine del mondo… / Io sono le anime dimenticate dei marinai morti / che hanno attraversato Capo Horn / provenienti da tutti i mari del mondo». È possibile raggiungere Capo Horn sia dall’Argentina, partendo da Ushuaia, sia dal Cile, salpando da Punta Arena. Durante la traversata, che può essere compiuta da dicembre ad aprile e che dura 4 giorni, si ammirano i ghiacciai e la splendida fauna della Terra del Fuoco.

Cape Horn

Un clima decisamente diverso è quello che riguarda un altro punto ai confini della terra: Capo di Buona Speranza. Chiamato così dagli Europei che lo consideravano il miraggio verso l’Oriente (fu Vasco de Gama nel 1497 a doppiarlo), capo di Buona Speranza si trova all’estremità meridionale della penisola del Capo, a circa 70 chilometri da Cape Town, in una riserva naturale caratterizzata da scogliere a strapiombo e una incredibile biodiversità. Capo di Buona Speranza è tradizionalmente considerato il punto più a sud del continente africano, ma in realtà il primato spetta a Capo Agualhas, a circa 200 chilometri di distanza. Poco importa, ciò che di sicuro non può essere obiettato è che questo luogo merita di essere visitato: qui infatti in alcuni periodi dell’anno, se si è fortunati, oltre alla fine del mondo, è possibile avvistare delfini e balene di passaggio.

Capo di Buona Speranza

Laureata in Lettere Moderne, sono giornalista professionista dal 2011 e vivo a Venezia. Collaboro con diverse testate online e offline. Mi piace scrivere di cose belle e buone: viaggi, cibo&vino, cultura e ambiente. Amo camminare, in spiaggia o nei boschi. Sono curiosa, leggo e prendo sempre appunti.

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La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

Acqua e onda: ovvero identica radice linguistica per due elementi che non possono esistere l’uno senza l’altro. 

 

Le onde sono un movimento perpetuo, sono il fluido che rappresenta l’impulso positivo al cambiamento.

 

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