Bolletta e bucato: impariamo a giocare d’astuzia

di Martina Grandori

L'

economia dell’acqua: se ne parla da tutta l’estate della crisi idrica, di quanto se ne disperda nei condotti, di quanto poca se ne raccolga ed accumuli quando piova e di quanta se ne sprechi in casa senza farci attenzione.

L’acqua di fatto in Italia costa ancora molto poco rispetto ad altri Paesi Ue e forse per questo il rubinetto resta aperto più del necessario non pensando alle conseguenze. Tutto ciò da mesi è stato scritto, detto, ripetuto come un mantra dalla stampa, da attivisti green, da manager dell’innovazione e molti altri. Quello che ora, forse, porterà ad una maggior attenzione agli sprechi d’acqua è proprio il caro bolletta, l’energia è alle stelle, accendere un elettrodomestico in casa è un investimento che si ripercuote sui conti corrente delle famiglie.

La crisi energetica farà, forse, da acceleratore ad un cambiamento di usi e costumi sbagliati che spesso partono proprio dal bucato o dal lavare i piatti. Un ritorno al passato, in fondo la società di prima era sicuramente più rispettosa e attenta a Madre Natura. Sul web è un pullulare di suggerimenti, idee e stratagemmi per imparare a consumare meno acqua e spendere anche meno nelle bollette.

Partiamo dalle lavatrici ad alta efficienza energetica, investimento economico iniziale che però porta benefici in poco tempo, sull’etichetta ormai obbligatoria sono riportati quanti kilowattora utilizza, in media, ogni anno e ognuno può iniziare a fare dei meri conti di quanto costi effettivamente avere vestiti profumati. Siamo forse tutti un po’ viziati.

Enea osservando l’andamento del primo trimestre del 2022, in cui le emissioni di CO2 hanno visto una crescita dell’8%, ha redatto un vademecum facilmente rintracciabile online dove spiega in 20 punti come imparare a risparmiare sui consumi idrici ed elettrici. Sono le piccole abitudini che possono fare la differenza, imparare a lavare meno spesso gli indumenti, eccetto ovviamente la biancheria – tutto può essere tranquillamente riindossato più volte, poi andando verso l’inverno si suda di meno e tutto va’ di conseguenza – sarebbe un primo passo.

Attenzione anche a fare troppi bucati a mano: è vero che si risparmia in termini di energia e bolletta ma doveroso fare attenzione il consumo di acqua, spesso nell’operazione di risciacquo se ne sprecano decine e decine senza badarci.

Una notizia interessante è quella data da Rachel McQueen, docente presso l’Università di Alberta (Canada), che ha fatto indossare a uno dei suoi studenti dei jeans per 15 mesi e li ha puliti solo con un panno per rimuovere le macchie. Ha poi esaminato la quantità di batteri nel laboratorio e ha trovato una quantità simile a quella di un paio di jeans indossati per tredici giorni, questo perché l’igiene personale e il cambio quotidiano della biancheria intima possono ridurre gran parte dei batteri che si annidano negli indumenti, limitando anche i cattivi odori. Per quelli lì, il rimedio più green e low cost è appenderli qualche giorno fuori dalla finestra e magari rinfrescarli con uno spray apposta per abiti.

Ancora in troppo pochi, poi, sanno che la lavatrice consuma parecchia energia nella fase di riscaldamento dell’acqua. Intelligente sarebbe collegare la lavatrice (ed eventualmente la lavastoviglie) all’allacciamento dell’acqua calda, ciò lo si deve necessariamente verificare in anticipo chiedendo ad un idraulico e per farlo esistono rubinetti speciali. La temperatura è un altro fattore: 30-40 gradi sono più che sufficienti e i cicli devono essere brevi a meno di lenzuola o macchie persistenti, stop a lavaggi di ore a 90°.

Il mantra per il cestello? Ben caricato, semivuoto non lo si può concepire. Mettere poco detersivo (meglio quello liquido), basta usare il tappo dosatore per non eccedere aggiungendo magari aceto come anticalcare naturale o del bicarbonato. E infine verificare i costi delle fasce orarie, di notte solitamente l’energia costa di meno.

Sono Martina Grandori, vivo quotidianamente con il senso dell’umorismo e alla ricerca dell’estetica, tento di migliorarmi ogni giorno in nome di una magica evoluzione, nutrendo il mio giardino degli interessi. Adoro scrivere, lo faccio da vent’anni in qualità di giornalista specializzata in lifestyle, prestata poi al mondo dell’ambiente e della sostenibilità. Sono madre di due bambine che hanno rivoluzionato la mia vita in positivo, da sempre vivo nella bellissima Milano, città che adoro perché ha moltissimo da offrire oltre allo smog.

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Nasce il nuovo progetto di comunicazione che unisce sotto un’unica piattaforma online gli appassionati del mondo dell’acqua declinato in tutte le sue forme.

 

La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

Acqua e onda: ovvero identica radice linguistica per due elementi che non possono esistere l’uno senza l’altro. 

 

Le onde sono un movimento perpetuo, sono il fluido che rappresenta l’impulso positivo al cambiamento.

 

Da qui nasce l’avventura di “On the Blue”: che ogni giorno vi condurrà in un viaggio in compagnia di chi questo elemento lo vive e lo ha vissuto.

 

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