Un laboratorio americano e la cattività: il progetto per salvare le stelle marine

di Martina Grandori

A

nche le stelle marine sono in grave pericolo per via dei cambiamenti climatici e del surriscaldamento delle acque. Non c’è specie animale o vegetale che non sia in pericolo d’estinzione per colpa dei cattivi comportamenti dell’uomo.

E se una decina di anni fa erano le stelle marine che danneggiavano la barriera corallina perché erano scomparsi – a causa della pesca selvaggia – i predatori come le grandi lumache, oggi sono le stelle di mare ad essere a rischio estinzione per le acque troppo calde. Ecco che così si torna a parlare di allevamento in cattività di questa specie marina, esattamente come per il panda.

Stella marina Sunflower

Gli studiosi che lanciano l’allarme ne parlano già da anni, l’Oregon State University e The Nature Conservancy nel 2020 hanno pubblicato uno studio in cui l’iconica stella marina Sunflower è in via di estinzione a causa di una epidemia iniziata nel 2013, ad oggi ne sono morte 5,75 miliardi. Una moria che fa pensare ai ricercatori alla cattività come soluzione per evitare che si estingua del tutto, considerando che il 95% degli esemplari è già morto.

Inizialmente il team di scienziati ha provato a iniettare nelle gonadi delle stelle un ormone, inducendole alla deposizione delle uova, optando poi per la fecondazione in vitro rimuovendo le uova dalle braccia e fecondandole con lo sperma maschile. Ma i problemi di riproduzione anche in un ambiente protetto non mancano.

È ancora poco chiaro il processo nutritivo ed evolutivo di questi animali marini nei primi tempi di vita, difficile fornire le condizioni e gli elementi necessari per lo sviluppo; ad esempio si è visto come gli esemplari più grandi mangino quelli più piccoli.

Per Jason Hodin, ricercatore dell’Università di Washington,  «l’estinzione di una singola specie può causare il crollo di un ecosistema, sin qui bilanciato. Con la pesca eccessiva e il riscaldamento globale stiamo rimuovendo alcune specie chiave della catena trofica. Fino adesso l’ecosistema aveva retto, ora con il significativo ridimensionamento della popolazione della Pycnopodia helianthoides, a causa di un’epidemia legata a un innalzamento della temperatura, siamo prossimi al collasso».

Per questo il centro Friday Harbor Laboratories, dove il Professor Jason Hodin è tra gli scienziati di riferimento, si è attivato già da qualche anno studiando il modo di ricreare le condizioni migliori per la riproduzione delle stelle marine in cattività. La procreazione di stelle marine ha un ruolo chiave per l’equilibrio di questo delicato ecosistema e la loro ripopolazione significherebbe dare una speranza di nuova vita a tutto l’ecosistema sommerso minacciato da questa loro improvvisa estinzione. Senza l’attività delle stelle marine, ad esempio, i ricci viola, che sono erbivori, stanno divorando le foreste di alghe brune, una specie capace di trattenere grandi quantità di anidride carbonica fondamentale per la fotosintesi clorofilliana e non solo.

Per scongiurare il rischio estinzione si lavora senza sosta al Friday Harbor Laboratories, in attesa di avere più informazioni sul ciclo vitale di questa specie marina, al fine di capire quali siano i numeri corretti da restituire ai fondali, indagando anche sull’origine di quella pandemia che le ha messe in pericolo d’estinzione con lo scopo di prevenirne altre in futuro.

La speranza ora è quella di essere arrivati in tempo per salvare la bellissima specie Sunflower e ridonare così un po’ di equilibrio al delicato mondo sommerso.

Sono Martina Grandori, vivo quotidianamente con il senso dell’umorismo e alla ricerca dell’estetica, tento di migliorarmi ogni giorno in nome di una magica evoluzione, nutrendo il mio giardino degli interessi. Adoro scrivere, lo faccio da vent’anni in qualità di giornalista specializzata in lifestyle, prestata poi al mondo dell’ambiente e della sostenibilità. Sono madre di due bambine che hanno rivoluzionato la mia vita in positivo, da sempre vivo nella bellissima Milano, città che adoro perché ha moltissimo da offrire oltre allo smog.

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