Pelješac, aperto il ponte più lungo della Croazia

di Redazione

A

llo scoccar della mezzanotte del 26 luglio scorso, la Dalmazia meridionale, ha ufficialmente aperto al traffico il ponte di Pelješac, considerato il più grande progetto infrastrutturale realizzato nell’ultimo decennio in Croazia. Meglio noto da noi italiani con il nome di Sabbioncello, esso collega la penisola e gran parte della regione raguseo-narentana con il resto del Paese

In questo modo Dubrovnik, gioiello dell’Adriatico croato, viene finalmente connessa alla rete autostradale nazionale, eludendo il (sin qui obbligato) passaggio per i veicoli in transito davanti all’unico sbocco a mare della Bosnia-Erzegovina, lungo la piccola tratta di fascia costiera a Neum. Con i suoi 2.404 metri, per 23,60 di larghezza, si impone come il più lungo della Croazia, capace inoltre di resistere sia a venti fino a 180 chilometri orari, sia a terremoti di forte intensità.

Mettendo fine a una discontinuità territoriale nata oltre tre secoli fa dopo la cessione di una parte di costa dell’allora Repubblica di Ragusa all’Impero Ottomano (1699), il “taglio” via mare di 10 chilometri di Bosnia consentirà non solo di evitare i controlli di frontiera tra due dogane intraextra UE nel giro di otto chilometri – circostanza che in passato portava a lunghi rallentamenti e pesanti ingorghi stradali – ma soprattutto di prevenire l’aggravio della situazione in vista dell’entrata della Croazia nella zona Schengen, previsto (anche se non confermato) per il 1° gennaio 2023, e il conseguente obbligo di stringenti verifiche all’accesso nello spazio comune europeo.

La cerimonia di inaugurazione ha messo fine a un iter durato vent’anni, da quando – all’alba del nuovo millennio – furono elaborati i primi piani per la sua realizzazione, sospesi nel 2012 a causa degli ingenti costi stimati. Per questo si sono rese necessarie dapprima l’adesione della Croazia all’Unione Europea, il 1° luglio 2013, e successivamente il supporto dei fondi comunitari, che hanno finanziato a fondo perduto per l’80% il progetto del ponte sospeso a 55 metri sull’acqua, la cui costruzione è così ripresa nel 2015.

Il valore dell’intero investimento ammonta a oltre 500 milioni di euro, ma a lasciare ancor più sorpresi è l’aggiudicazione dell’appalto da parte della China Road and Bridge Corporation (CRBC). Si è polemizzato molto a proposito dell’estromissione di società europee altamente specializzate, che di certo non mancano nell’UE, in favore di un partner cinese per la realizzazione di un progetto così importante dal punto di vista geopolitico, essendo una delle condizioni imposte per l’ingresso della Croazia nell’area Schengen. Altra inevitabile conseguenza è che sul ponte progettato dall’architetto sloveno Marjan Pipenbaher hanno lavorato operai per l’80% cinesi e solo per il 20% croati.

Oltre all’enorme contributo logistico della nuova costruzione – appartenente al tracciato dell’autostrada adriatico-ionica che, partendo da Trieste, attraverserà Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Albania per giungere in Grecia – lo strallato a 12 piloni di Pelješac contiene anche un gran valore simbolico nazionale, riuscendo finalmente a unire il Paese dal punto di vista territoriale e liberando dalla sua annosa condizione di enclave la regione di Ragusa/Dubrovnik, che ora non sarà mai più isolata dal resto della Croazia e dell’Unione Europea.

Ecco il team di “On The Blue”: Carolina, Cinzia, Consuelo, Costanza, Fabrizio, Francesca, Katia, Lorenzo, Lucio, Martina, Manuel, Pino, Roberto e Stefano. Ogni giorno vi raccontiamo l'acqua in ogni sua forma e declinazione, attraverso esperienze e racconti delle donne e degli uomini che seguendo il flusso delle onde andremo a incontrare, o ci verranno incontro.

TOP

 

 

Nasce il nuovo progetto di comunicazione che unisce sotto un’unica piattaforma online gli appassionati del mondo dell’acqua declinato in tutte le sue forme.

 

La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

Acqua e onda: ovvero identica radice linguistica per due elementi che non possono esistere l’uno senza l’altro. 

 

Le onde sono un movimento perpetuo, sono il fluido che rappresenta l’impulso positivo al cambiamento.

 

Da qui nasce l’avventura di “On the Blue”: che ogni giorno vi condurrà in un viaggio in compagnia di chi questo elemento lo vive e lo ha vissuto.

 

SEGUI LE NOSTRE

“ONDE BLU”!!!