Genova, nasce la Dichiarazione dei Diritti dell’Oceano

di Redazione

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nfinite volte si è parlato degli sviluppi sempre più tragici dell’inquinamento da plastica nei mari, che, rappresentando il 71% della superficie terrestre, ogni giorno si trasformano loro malgrado in discariche di rifiuti dagli effetti sempre meno reversibili, come testimoniano gli ormai noti numeri da allarme rosso.

Secondo le previsioni condotte dalla Ellen MacArthur Foundation e dal The World Economic Forum, entro il 2050 il peso della plastica supererà quello dei pesci negli oceani, ma già oggi le immagini tra la California e le Hawaii del Great Pacific Garbage Patch – il più grande dei 5 grandi accumuli di detriti di plastica che si trovano al centro di altrettanti vortici oceanici – appaiono spaventose.

Una sterzata concreta per provare a invertire questo drammatico trend è arrivata lo scorso 28 marzo dall’annuncio di “Genova Process”, percorso che – mediante un planning di incontri – coinvolge portatori d’interesse di alto profilo da ogni angolo del pianeta e si prefigge un obiettivo estremamente ambizioso: definire i principi di una Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Oceano, che verrà presentata all’Assemblea Generale dell’ONU nel settembre 2023.

In altre parole, l’idea è quella di elaborare una serie di direttive che consentano la pulizia e il potenziamento dei mari, al fine di resettare le attuali condizioni e crearne delle nuove, finalmente efficaci per la loro prosperità.

Si tratta di un evento storico per l’ambiente, esattamente come fu per l’uomo la data del 10 dicembre 1948, quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite diede alla luce la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani a Parigi.

Stavolta a ospitare la decisiva tappa è stata la città della Lanterna, dove Richard Brisius – presidente di “The Ocean Race”, promotrice dell’iniziativa in collaborazione con il Comune del capoluogo ligure – ha descritto la mission che muove il progetto: «In qualità di velista ho un legame speciale con il mare e apprezzo il fair play, che però non esiste per gli oceani. Abbiamo bisogno di una governance e di una gestione più nitida, che possiamo creare solo attraverso un set di regole contro l’inquinamento e il cambiamento climatico».

A questo primo incontro faranno seguito 12 summit per approfondire le modalità attraverso cui affrontare lo sforzo globale per proteggere i mari; alla fine di ciascun innovation workshop, gli esperti si ritroveranno sempre a Genova per continuare a discutere delle linee guida che dovranno orientare l’auspicata Dichiarazione. «Per la nostra città è un’occasione straordinaria e motivo di grande orgoglio essere al centro dell’interesse internazionale – ha aggiunto il sindaco di Genova, Marco Bucci – Nella Dichiarazione ci sarà molto del nostro amore per il mare e del legame con il Pianeta Blu, che abbiamo il dovere di tutelare in quanto risorsa fondamentale per la vita e la crescita sostenibile».

Diversi gli esperti di scienze oceaniche, diritto internazionale e diplomatico che saranno coinvolti nel progetto: tra essi spiccano il biologo marino Antonio Di Natale, il direttore di The Ocean Race Summits Johan Strid, l’amministratore delegato della fondazione 11th Hour Racing Todd McGuire, l’esploratrice di National Geographic Callie Veelenturf, l’ocean ambassador del Consiglio UE Peter Heffernan e l’ocean rights manager di Earth Law Center Michelle Bender.

«La natura è un’entità legale e deve avere una voce – ha affermato quest’ultimo – Come esistono i diritti dei bambini, lo stesso deve accadere per gli oceani. Obiettivo comune dev’essere non solo la conservazione dell’ambiente marino ma anche l’urgenza di stabilire un diritto, che equivale a un’assunzione di responsabilità a livello mondiale».

Responsabilità che fa rima con opportunità: quella che hanno in mano gli attori protagonisti di questa improcrastinabile svolta positiva, per poter finalmente assicurare la necessaria tutela agli oceani e, in generale, una maggiore attenzione al nostro pianeta.

Ecco il team di “On The Blue”: Carolina, Cinzia, Consuelo, Costanza, Fabrizio, Francesca, Katia, Lorenzo, Lucio, Martina, Manuel, Pino, Roberto e Stefano. Ogni giorno vi raccontiamo l'acqua in ogni sua forma e declinazione, attraverso esperienze e racconti delle donne e degli uomini che seguendo il flusso delle onde andremo a incontrare, o ci verranno incontro.

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La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

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