Videogame subacquei: l’emozione virtuale dal “sapore di mare”

di Manuel Gavini

I

l mese scorso vi abbiamo lasciato con la promessa di aggiornare la nostra inedita guida ai “videogame subacquei”, integrando con nuovi titoli la lista precedentemente lasciata in sospeso.

Se nel frattempo avete provato i giochi indicati nell’articolo guida ai videogame e vi è già venuta voglia di cimentarvi con nuove avventure, i prossimi suggerimenti potrebbero rivelarsi molto utili.

Ripartiamo da Subnautica, un avventuroso survival in cui vestirete i panni dell’ultimo superstite di un incidente avvenuto durante una spedizione spaziale. Così, rimasti soli all’interno di una capsula ammarata sul pianeta oceano 4546B, composto totalmente di acqua, vi troverete nel vivo di un disperato pellegrinaggio solitario alla ricerca di cibo e acqua potabile per tornare a casa indenni, non prima di aver scoperto le cause che hanno provocato l’incidente stesso.

Diametralmente opposto alle dinamiche del survival è invece Abzu, una sorta di walking simulator ambientato per intero negli abissi oceanici. Poche le interazioni possibili, ma in compenso giocherete immersi in una scenografia grafica invidiabile, in cui – ostacolati da strani oggetti di natura aliena – dovrete trovare le giuste combinazioni per accedere a misteriosi portali dove si celano rovine antiche (seppur non reali) rimaste nascoste sott’acqua.

Al confine tra i generi destiny e action-adventure appartengono tanto Shinsekai: into the Depths quanto Diluvion: Resubmerged, con scenari simili in cui – dopo che la Terra è stata ricoperta da una lastra di ghiaccio e l’umanità confinata nelle profondità del mare – i rispettivi protagonisti saranno costretti a cercare nuovamente un nuovo mondo ancora pulsante, ma con un occhio sempre attento al residuo livello di ossigeno necessario per non morire.

Anche in Aquaria, ambientato in un mondo sottomarino pieno di misteri, l’obiettivo della protagonista Naija mira alla sopravvivenza, passando da caverne buie a bellissime oasi baciate dai raggi solari.

Un salto indietro nel tempo è reso possibile dalla serie Everblue, la cui prima apparizione risale addirittura ai tempi della Play Station 2. La nave di Leo, un sub che naviga nel mar dei Caraibi con i suoi amici, affonda durante una burrascosa tempesta; rifugiatosi nella più vicina isola deserta grazie ad eccellenti abilità di nuoto, egli aiuterà il gruppo dei The Amigos a trovare un antico tesoro pirata chiamato Erebos.

Abbastanza datato è anche Flow, videogioco del 2006 ormai pressoché introvabile: un simulatore di vita vi trasformerà in un microrganismo fluttuante nell’oceano, che dovrà nutrirsi delle creature più piccole cercando, al contempo, di fuggire da quelle più grandi.

Meritevole di una menzione speciale è l’inquadramento pedagogico di Plasticalypse, dal cui titolo si può già intuire come all’aspetto ludico sia connesso quello educativo, attinente all’inquinamento degli oceani: diventando comandanti di un sottomarino, dediti all’esplorazione di un mondo subacqueo pieno di spazzatura ed esseri mutanti, dovrete combattere per sopravvivere ma soprattutto per comprendere come il nostro pianeta sia potuto ridursi in quelle condizioni.

Bioshock e Horizon Forbidden West, infine, rientrano in questa guida avendo legami di riflesso con il tema acqua: il primo, appartenente al genere “sparatutto”, è ambientato nella città sottomarina di Rapture, luogo immaginario tra i più inquietanti mai esistiti; il secondo – una delle uscite più attese dell’ultimo anno – ha come protagonista Aloy, una cacciatrice che si muove tra superficie e profondità marine in un mondo post-Apocalisse pieno di ostili macchine zoomorfe.

Mi chiamo Manuel, ho 33 anni e osservo da sempre con interesse ogni forma acquatica generosamente offerta dalla natura. Laureato con lode in Relazioni Internazionali nel 2012, dal gennaio successivo sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti. Il mio hobby preferito è viaggiare, ovunque, ma quando devo scegliere tra mare e montagna non ho dubbi: il richiamo dell’acqua è troppo forte! In questa foto mi trovo a Capri, durante la mia ultima vacanza "on the blue", immerso nell’inestimabile panorama con vista Faraglioni.

TOP

 

 

Nasce il nuovo progetto di comunicazione che unisce sotto un’unica piattaforma online gli appassionati del mondo dell’acqua declinato in tutte le sue forme.

 

La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

Acqua e onda: ovvero identica radice linguistica per due elementi che non possono esistere l’uno senza l’altro. 

 

Le onde sono un movimento perpetuo, sono il fluido che rappresenta l’impulso positivo al cambiamento.

 

Da qui nasce l’avventura di “On the Blue”: che ogni giorno vi condurrà in un viaggio in compagnia di chi questo elemento lo vive e lo ha vissuto.

 

SEGUI LE NOSTRE

“ONDE BLU”!!!