Thwaites, il “ghiacciaio dell’Apocalisse” rischia il collasso

di Redazione

T

ra gli aspetti fondamentali che aiutano a comprendere quanto velocemente gli oceani potrebbero innalzarsi in un futuro a breve-medio termine – nell’arco, cioè, dei prossimi due o tre lustri – c’è senza dubbio quello che riguarda la situazione dei ghiacciai in Antartide: considerate latitudine e mole dell’estremo continente australe, va da sé che ogni minima variabile da quelle parti può fare tutta la differenza del mondo.

Proprio in quest’ottica, il ghiacciaio Thwaites rappresenta uno dei tasselli decisivi di questo intricatissimo puzzle. Esso defluisce nel Mare di Amundsen e, da qualche tempo, è un osservato speciale a causa di un potenziale ma imminente pericolo: il suo scivolamento nell’oceano, che provocherebbe il sensibile innalzamento globale del livello dei mari, prestando altresì il fianco allo scioglimento di tutto l’Antartide occidentale.

L’allarme per il ghiacciaio più grande del pianeta – che con i suoi 120 chilometri di diametro, oltre mille metri d’altezza, un volume di 480mila chilometri cubi e un’estensione 192mila chilometri quadrati di superficie, è più vasto di Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord messi assieme – è risuonato forte e chiaro nel corso del recente meeting della American Geophysical Union: esso si sta sciogliendo e, nel giro di 3 anni secondo le stime più negative, potrebbe collassare definitivamente.

Ghiacciaio Thwaites

Il countdown scorre più veloce del previsto, nell’ordine di un ritmo vertiginoso (raddoppiato negli ultimi vent’anni) quantificabile in 50 miliardi di tonnellate nette di ghiaccio perse ogni anno dalla sua superficie, ossia oltre mille miliardi di tonnellate dal 2000 ad oggi. La causa principale va individuata nell’annoso problema dell’aumento delle temperature innescate dalla crisi climatica e del conseguente surriscaldamento globale, che configura i contorni di un rischio incombente con effetti devastanti.

Ghiacciaio Thwaites

Infatti, secondo i dati raccolti dalla International Thwaites Glacier Collaboration (ITGC), lo scioglimento del ghiacciaio causerebbe un aumento globale del livello dei mari di oltre mezzo metro, ben 65 centimetri per la precisione. Ecco spiegato perché, qualora il pericolo si concretizzi, a pagarne le conseguenze sarebbe l’intero pianeta. Non a caso, il Thwaites è anche conosciuto con l’inquietante appellativo di Doomsday Glacier, il “ghiacciaio dell’Apocalisse” o, letteralmente, del Giorno del Giudizio.  «Il ghiacciaio si sta indebolendo – spiega Ted Scambos, coordinatore del progetto ITCG – poiché la sua superficie è attraversata da fratture che con il tempo si approfondiscono e si allargano. Ci sono zone vicinissime al punto di rottura, che nei prossimi anni potrebbero rilasciare centinaia di iceberg nell’oceano antartico»

Gli effetti sarebbero catastrofici anche per i ghiacciai circostanti – rispetto ai quali oggi il Thwaites fa da tappo, garantendone la stabilità strutturale – con danni che a loro volta potrebbero portare anche questi ultimi allo sbriciolamento: nel caso del drammatico effetto-domino di un crollo diffuso, il livello dei mari potrebbe aumentare fino addirittura ai 3,3 metri, ben oltre la soglia del 4% dell’innalzamento di cui la fusione del ghiacciaio è già attualmente responsabile.

Ghiacciaio Thwaites

Uno scenario, questo sì, davvero apocalittico: dall’impatto di uragani e tifoni sulla terraferma con allagamenti diffusi, danni e vittime, alla peggiore delle ipotesi per la quale tutte le città costiere finirebbero sott’acqua. Il destino non è ancora segnato, quindi per capire cosa accadrà dovremmo aspettare le valutazioni dei glaciologi che si stanno occupando del monitoraggio del ghiacciaio, ma di sicuro il processo è già in divenire e il rischio va tutt’altro che sottovalutato.

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