Riforestare il mare: entra nel vivo il Progetto Replant

di Redazione

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e foreste del mare, producendo ossigeno e garantendo la vita sul pianeta, sono importanti quanto quelle terrestri: proprio nell’ottica di questa inconfutabile considerazione è nato il Progetto Replant, patrocinato del Ministero della Transizione Ecologica e accompagnato dallo slogan “Diamo ossigeno al pianeta”. Il loro ruolo, infatti, è messo in pericolo da troppi fattori negativi: inquinamento, cambiamento climatico, forte antropizzazione delle coste, pesca a strascico e ancoraggio selvaggio.

Alla luce di tutto ciò ha preso vita la campagna nazionale promossa da Marevivo, associazione ambientalista dedita alla piantumazione della cymodocea nodosa (microhabitat abitato da specie come saraghi, orate, seppie, pesci ago, pesci pappagallo, dentici, triglie, murene e molte altre), al fine di ricolonizzare le zone minacciate dalle suddette attività umane – i fondali marini del Golfo di Trieste e l’Area Marina Protetta di Torre del Cerrano – con trapianti che consentano di preservare gli indispensabili equilibri naturali.

Proprio nel Golfo di Trieste, dalla metà dello scorso giugno, hanno preso il via le due fasi di piantumazione: nella prima è stato realizzato un pilot di due metri quadrati con l’inserimento di circa 300 talee di cymodocea nodosa, mentre la seconda – dopo un monitoraggio di 15 giorni necessario ad accertare l’attecchimento – ha completato la piantumazione dell’area di 100 metri quadrati.

Il ruolo vitale delle foreste del mare è confermato dai numeri, in primis da quelli che riguardano la produzione di ossigeno. Basti pensare a due dati: il 50% di quello che respiriamo viene dall’insieme degli organismi vegetali presenti nelle acque; una prateria marina di due metri quadrati fornisce ogni giorno in media l’equivalente dell’ossigeno rilasciato da un albero adulto (tra i 20 e i 30 litri).

Le foreste marine, inoltre, contrastano i cambiamenti climatici, assorbendo a livello mondiale quasi un terzo dell’anidride carbonica in eccesso, con una velocità 35 volte maggiore rispetto alle piante terrestri; tutelano la biodiversità, essendo un rifugio per il 25% di tutte le specie viventi del Mediterraneo; mitigano l’erosione costiera, attenuando il movimento ondoso e riducendo la quantità di sabbia portata via dal mare.

«Dal 1980 nel Mediterraneo – spiega Raffaella Giugni, responsabile delle Relazioni Istituzionali di Marevivo – ogni mezz’ora perdiamo un’area ricoperta di foreste marine estesa come un campo di calcio. Inoltre, si stima che solo in Italia oltre il 30% delle praterie sommerse e fino all’80% delle foreste algali sia andato perduto, ed entro il 2050 si arriverà a un’ulteriore regressione del 21%». Ecco perché «il ripristino degli ecosistemi marini degradati è parte del PNRR, nonché una delle priorità individuate dalle Nazioni Unite per il decennio del mare».

È possibile sostenere il progetto Replant, sviluppato sulla falsariga di iniziative simili quale la riforestazione dei fondali di Posidonia oceanica per la salvaguardia della biodiversità in Costa Smeralda, con donazioni personalizzate e predefinite, una tantum oppure a cadenza mensile, cliccando qui.

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