Lorenzo Dallari: «Inquinamento simbolo della stupidità dell’uomo»

di Roberto Parretta

P

er quella che sta ormai diventando una tradizione, sarà ancora una volta Lorenzo Dallari a dirigere l’orchestra degli interventi di tutte le sessioni del Summit 2021.

Lorenzo Dallari con Antonio Rossi al Summit2018

Storica firma del giornalismo sportivo italiano, oggi Dallari è Editorial e Social Director della Lega calcio di Serie A: un impegno che ovviamente lo assorbe quasi h24, ma che non gli impedirà di dirigere i lavori del Summit e che non gli ha impedito di ritagliarsi qualche minuto per le nostre domande.

Tanto, come ci ha confessato lui stesso, nel tragitto dal lavoro a casa avrebbe avuto tempo. La sua base è stata infatti trasferita a Lissone, dove dallo scorso 21 agosto la Lega calcio ha inaugurato il gioiello dell’IBC (International Broadcast Center), dove sono state riunite, caso unico nel calcio mondiale, tre anime: quella sportiva con le 12 Var rooms di Serie A e Serie B, il centro di produzione televisiva e un piccolo centro congressi con distaccamento della Lega, il regno dei social.

Queste le sue risposte alle ormai nostre consuete 3 domande e che nei prossimi giorni, fino all’apertura del Summit 2021, rivolgeremo agli altri importanti relatori dell’evento.

CI RACCONTI IL TUO RAPPORTO CON L’ACQUA?

«Innanzi tutto, è un rapporto di salute: ne bevo tanta perché fa bene. Poi è il ricordo di gioventù, spensieratezza, vacanze al mare, serenità, divertimento. Ho sempre nuotato, non ero bravissimo, ma nemmeno scarso. E mi vanto di saper fare tutti e 4 gli stili. Non sono un agonista, ma un appassionato dello stile nello sport. E l’acqua mi fa pensare a un ricordo sportivo indelebile: le imprese e le 7 medaglie d’oro di Mark Spitz ai Giochi di Monaco 1972. Fu un impresa titanica di un atleta che ruppe le barriere del suo sport e diede una nuova collocazione al nuoto. Era un atleta normale, non aveva doti fisiche straordinarie rispetto agli altri e proprio questo aspetto ne sottolinea le qualità tecniche e agonistiche. Oggi in nessuna disciplina un atleta normale può primeggiare, dominano i superatleti. Spitz fu uno spartiacque fra un’epoca e l’altra».

COME RAPPRESENTERESTI IL RUOLO DELL’ACQUA?

«Se dovessi rappresentarla in un disegno, l’acqua per me sarebbe il cuore pulsante della nostra vita. Noi siamo acqua, è l’essenza della nostra vita fisica. Un disegno nel quale rappresenterei la purezza, ma dove purtroppo troverebbe spazio anche la stupidità umana. Se penso ai modi in cui l’acqua viene contaminata, se penso allo scandalo delle isole di plastica negli oceani, tra le cose più vergognose della nostra esistenza come esseri umani. L’uomo inquinando dimostra innanzi tutto poco rispetto verso gli altri, questo è lo specchio della stupidità. Per questo se vedo roba buttata in acqua mi incavolo».

COSA SONO E QUALI SONO I TUOI SPAZI BLU?

«Il blu a me piace molto e dà serenità. Adesso me lo ritrovo anche a lavoro, visto che al nuovo International Broadcast Centre della Lega calcio a Lissone è tutto blu. Quindi anche quello è diventato un mio nuovo spazio blu. Il blu del cielo sopra il verde di un campo da golf, o tutti gli spazi aperti della natura, come la montagna. Sono i miei spazi vitali incontaminati, purtroppo sempre meno. Mi isolano e mi sollevano dalla frenesia quotidiana e delle città. Se dopo due ore di traffico potessi raggiungere uno spazio blu, cancellerei tutto in un minuto».

Ho iniziato ad appassionarmi di sport dalla nascita e da 20 anni sono collaboratore della Gazzetta dello Sport. Ho seguito tantissime discipline: principalmente rugby (corrispondente in 3 edizioni dei Mondiali in Francia, Nuova Zelanda e Inghilterra e tutti i Sei Nazioni dal primo del 2000), poi fra gli altri equitazione, taekwondo, surf, atletica leggera e ovviamente anche nuoto. I miei risultati sportivi di maggior rilievo? Ultimo nelle batterie dei 50 stile libero al memorial Boscaini del 1985 e medaglia di bronzo al Settecolli 2019 nei 50 stile dei giornalisti!

TOP

 

 

Nasce il nuovo progetto di comunicazione che unisce sotto un’unica piattaforma online gli appassionati del mondo dell’acqua declinato in tutte le sue forme.

 

La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

Acqua e onda: ovvero identica radice linguistica per due elementi che non possono esistere l’uno senza l’altro. 

 

Le onde sono un movimento perpetuo, sono il fluido che rappresenta l’impulso positivo al cambiamento.

 

Da qui nasce l’avventura di “On the Blue”: che ogni giorno vi condurrà in un viaggio in compagnia di chi questo elemento lo vive e lo ha vissuto.

 

SEGUI LE NOSTRE

“ONDE BLU”!!!