L’energia del domani galleggia sull’acqua

di Martina Grandori

L'

unione fra il vento, il sole e l’acqua. Sembra una storia d’amore, sembra un racconto mitologico, e invece è la liaison fra gli elementi più naturali che ci siano per produrre energia pulita, energia green, sono gli impianti flottanti, galleggianti, che anziché essere a terra, sono offshore - ossia in mare - che sfruttano l’energia eolica o quella solare, il tutto senza inquinare, senza occupare suolo e in assoluto silenzio, quello magico che regna nel mondo di Madre Natura.

Un segmento questo dei parchi flottanti e dell’energia sostenibile di grande attualità, ieri si è concluso a Milano “Youth4Climate: Driving Ambition”, il summit sull’ambiente voluto dalla paladina Greta Thumberg.

Di parchi che producono energia verde in Italia se ne parla dal 2008, ma di fatto è un nuovo orizzonte energetico che coinvolge tutta l’Europa. Lo specchio d’acqua diventa il punto di partenza per produrre rinnovabili sfruttando il galleggiamento come base d’appoggio. Ma verdiamo nello specifico di cosa si tratta, sono due i sistemi di produzione che sfruttano l’acqua.

L’eolico offshore (Floating Offshore Wind Farm – FOWF) è un insieme di impianti dotati di pale, turbine e generatori costruiti su piattaforme galleggianti ancorate, evitando la trivellazione e la perforazione dei fondali, spesso argomento di dibattiti ambientalisti per via del danneggiamento dell’ecosistema marino.

L’eolico offshore si è sviluppato soprattutto nel Nord Europa dove il vento abbonda rispetto al sole, dove è più facile intercettare e “raccogliere” le correnti dei venti e trasformale in energia pulita, e per questo gli impianti eolici flottanti sono sempre più spesso lontano dalle coste, anche e soprattutto in nome di una tutela dei paesaggi.

In Italia, sebbene si guardi con molto interesse a questa nuova frontiera energetica, questo tipo di investimento non è così diffuso a causa della burocrazia e della lenta transizione energetica.

Oltre a quello situato in Sardegna, pioniere anche di una nuova sperimentazione che sfrutta il moto ondoso per produrre energia, si parla del parco eolico di Taranto, un investimento da 80 milioni di euro pronto a fine 2022, che potrebbe alimentare in maniera “pulita” l’intero porto della città. Nel 2025 dovrebbe essere pronto anche quello nel Canale di Sicilia, e qui si parla di 9 miliardi di euro come investimento.

Le premesse per un forte sviluppo in questa direzione ci sono, soprattutto fuori dall’Italia, perché produrre energia eolica si può, è una questione di potenziamento degli impianti (la Cina in questo senso si sta portando molto avanti ovviamente).

Secondo l’International Energy Agency, nel 2019 le turbine eoliche poste in mare fornivano appena lo 0,3% della domanda mondiale di energia elettrica, eppure i venti che soffiano sulla superficie del mare sono più intensi e regolari di quelli che spirano su buona parte delle terre emerse, tanto che IEA ha stimato il potenziale dell’energia eolica offshore sia pari a 18 volte l’attuale domanda mondiale di energia elettrica.

L’altra alternativa green che sta crescendo sono gli impianti solari galleggianti, e anche in questo caso, per gli ingegneri, il futuro del fotovoltaico è in acqua, ossia moduli di pannelli solari galleggianti da posizionare non solo in mare aperto, ma anche su laghi, bacini artificiali.

I costi sono ancora svantaggiosi e spesso non c’è un sistema di incentivazione all’energia ottenuta da fonti rinnovabili, ma dall’altro lato, i pannelli fotovoltaici galleggianti permettono di produrre più energia: la superficie dell’acqua su cui è costruito, riflettendo la luce del sole, contribuisce a una maggiore produzione, i pannelli bifacciali in tal senso sono molto importanti.

L’altra è legata al fattore umidità, che favorisce una maggiore produzione del pannello solare in quanto svolge l’effetto lente e ne abbassa la temperatura di funzionamento, con conseguente aumento del rendimento.

Sono Martina Grandori, vivo quotidianamente con il senso dell’umorismo e alla ricerca dell’estetica, tento di migliorarmi ogni giorno in nome di una magica evoluzione, nutrendo il mio giardino degli interessi. Adoro scrivere, lo faccio da vent’anni in qualità di giornalista specializzata in lifestyle, prestata poi al mondo dell’ambiente e della sostenibilità. Sono madre di due bambine che hanno rivoluzionato la mia vita in positivo, da sempre vivo nella bellissima Milano, città che adoro perché ha moltissimo da offrire oltre allo smog.

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La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

Acqua e onda: ovvero identica radice linguistica per due elementi che non possono esistere l’uno senza l’altro. 

 

Le onde sono un movimento perpetuo, sono il fluido che rappresenta l’impulso positivo al cambiamento.

 

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