La casa dei pesci e il museo sottomarino: storia di un pescatore artista

di Manuel Gavini

«U

n umile pescatore come me non può salvare il mare da solo, o quasi. È impossibile mandare avanti in pochi un’associazione che vorrebbe portare sul fondale centinaia di sculture in marmo. Aiutatemi a salvare i pesci con il mio museo sottomarino».

Il grido d’allarme porta la firma di Paolo Fanciulli, pescatore classe 1961 che prima della pandemia ha dato vita all’innovativo progetto della onlus “La casa dei pesci”. Ma andiamo con ordine, perché la sua è una storia che merita di essere raccontata dal principio.

Paolo è cresciuto sulle barche, a tirar su le reti tra i pescatori di Talamone, in Maremma. Definirlo “solo” un pescatore è in realtà riduttivo, per la sua attività ambientalista che, nel tempo, lo ha inconsapevolmente trasformato addirittura in un artista. Vi starete chiedendo cosa c’entrano le sculture di marmo e il museo di cui racconta, e la risposta è presto data: da un’idea di Paolo, nella stessa Talamone è nato un autentico museo sottomarino, inaugurato nel giugno 2019 con la calata in acqua di diverse decine di blocchi ma soprattutto di 15 opere scolpite. Sculture di marmo, per l’appunto, il modo più stravagante per combattere il fenomeno illegale della pesca a strascico che distrugge i fondali.

Non c’è infatti solo la plastica a inquinare i nostri mari, procurando la morte di specie protette come balene e tartarughe. La pesca a strascico rappresenta un vecchio flagello che tutt’oggi continua a mettere a repentaglio la vita di larghi tratti delle nostre coste. I mari si stanno svuotando anche per colpa di pescatori senza scrupoli che trascinano i loro tramagli sui fondali, estirpando alghe preziose e tirando su un quantitativo di pesci largamente superiore a quello concesso, anche in periodi di fermo biologico. L’ecosistema marino rischia ogni giorno di uscire devastato a causa di questa scellerata condotta.

Le opere in marmo di Carrara, appositamente realizzate a tale scopo ostruzionistico da ben 39 artisti di calibro mondiale – tra i quali Franco Barattini, Massimo Catalani, Giorgio Butini, Massimo Lippi ed Emily Young, la principale scultrice britannica vivente – permettono alla flora e alla fauna marina di trovare barriere di riparo e dunque di difendersi dalle reti da posta. Attorno ad esse si riformerà l’ambiente danneggiato, dove la vegetazione e i pesci potranno trovare una nuova casa: si tratta a pieno titolo di uno spazio innovativo in cui l’arte protegge la natura.

Non è un caso, quindi, che la lodevole iniziativa de “La Casa dei Pesci” sia sostenuta sin dagli albori dalla Fondazione “Grosseto Cultura”, che ne ha riconosciuto la proficua tutela ambientale abbinata a un lato artistico di indubbio valore. Inoltre, il museo sottomarino sorto al largo della costa di Talamone può contare su un terzo valore aggiunto da non sottovalutare: quello turistico.

Nel giugno 2021, ad appena due anni di distanza dall’inaugurazione del museo sottomarino, è uscito il libroLa casa dei pesci: storia di Paolo il pescatore”, con l’obiettivo di divulgare la battaglia di Paolo Fanciulli per il suo mare, dove «statue in marmo sono sentinelle e guardiane dei fondali», come scrivono gli autori Ilaria De Bernardis e Marco Santarelli.

Il problema – e si torna così all’appello di inizio articolo lanciato dal protagonista – è che posizionarle sul fondale costa molto, più di 5.000 euro a blocco.

Tutti i guadagni ricavati dalla vendita del libro vanno alla onlus, ma in tempo di crisi economica ciò non basta: il prossimo passo va direzionato verso una presa di coscienza collettiva, magari con il contributo concreto delle istituzioni, per non lasciare inascoltata la speranza di Paolo di proteggere, valorizzare e rendere unica la costa nord dell’Argentario.

La salute del mare è una tra le ricchezze più importanti da preservare e tanto l’efficacia quanto l’originalità del suo progetto meritano davvero di non restare incompiute.

Mi chiamo Manuel, ho 33 anni e osservo da sempre con interesse ogni forma acquatica generosamente offerta dalla natura. Laureato con lode in Relazioni Internazionali nel 2012, dal gennaio successivo sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti. Il mio hobby preferito è viaggiare, ovunque, ma quando devo scegliere tra mare e montagna non ho dubbi: il richiamo dell’acqua è troppo forte! In questa foto mi trovo a Capri, durante la mia ultima vacanza "on the blue", immerso nell’inestimabile panorama con vista Faraglioni.

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La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

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