Isabel Emrich, l’arte di stare sospesi

di Luigi Finucci

L'

essere umano necessariamente ha bisogno di aria per vivere. Eppure osservando le tele di Isabel Emrich si potrebbe pensare diversamente.

Per la giovane artista, nata nel 1993 a Irvine (Orange County) in California, l’acqua dell’oceano è sin da piccola una presenza importante. Con sua nonna era solita andare sulle scogliere vicino alla spiaggia da dove osservavano il mare sottostante e dipingevano insieme all’aperto, affascinate da come l’acqua rifletteva la sua luce e contorceva le sue figure.

Nel 2013 si trasferisce a San Francisco per frequentare l’accademia d’arte e dal 2015 i suoi lavori sono esposti in varie mostre e musei di tutta la California.

Lo stile pittorico di Isabel si avvicina molto a quello degli espressionisti, come Van Gogh, fatto di gesti decisi ed energici con l’utilizzo di colori forti e vivaci. Una sopra l’altra, le pennellate riescono a trasmettere il senso dell’acqua, delle increspature delle onde, lo scintillio che si crea sulla pelle delle protagoniste del dipinto.

Da un punto prettamente artistico, la stessa Emrich definisce il suo lavoro “uno stile impressionista a cavallo tra astrazione e figurazione”, le sue pennellate sono ampie ed energiche, con colori che riproducono riflessi brillanti, scomponendo la luce in mille tratti innaturali: il blu congela il momento mentre i colori caldi ammorbidiscono e sospendono le forme.

Le protagoniste dei dipinti di Isabel sono giovani donne immerse nell’acqua di una piscina o che fluttuano in una natura di cui si intravedono solo dei riflessi, mentre le espressioni dei volti e dei corpi sono completamente rilassati. Dietro queste rifrazioni caotiche di luci scintillanti e quei giochi in uno spazio con molti piani ad incrociarsi fra ombre distorte e riflessi, c’è un’artista che inquadra il mondo attorno a sé da un’altra prospettiva.

La pittrice sembra voler cogliere l’attimo; tutto è sospeso come in un’istantanea.

La stessa Isabel afferma: «In effetti, essere nell’acqua è uno degli esempi più espliciti che si possano immaginare di “vivere il momento”. Il tempo si ferma e, per una volta, il passato e il futuro scompaiono. È come nello Zen, è un essere qui e ora».

Ecco che quando siamo immersi nell’acqua scompare il senso di oppressione per lasciare spazio ad un caldo abbraccio. L’acqua che accoglie e protegge dalle frenesie del mondo soprastante.

L’Acqua diventa un rifugio, o meglio una casa, dove sentirsi al sicuro.

Particolarità che salta subito al primo sguardo dello spettatore, sono gli occhi socchiusi delle donne raffigurate, come se l’artista volesse simboleggiare la spinta al “sogno”.

Chiudere gli occhi e immaginare un mondo migliore, uno spazio onirico dove sentirsi veramente bene, in pace con sé stessi e con il mondo circostante. Isabel torna con l’immaginazione sulle scogliere della California dove da piccola, insieme alla nonna, ha vissuto quella sensazione di pace.

L’opera di Isabel Emrich riporta alla mente una bellissima frase tratta da Young Pope di Sorrentino dove il protagonista, l’attore inglese Jude Law, che nella serie interpreta Papa Pio XIII, nel momento in cui accetta di recarsi in Africa e prende coscienza di alcune realtà, riesce a fare un dei discorsi più belli della serie: «Dio è amore. Io, invece, non vi parlerò di Dio finché non ci sarà la Pace. Perché Dio è la Pace e la Pace è Dio. Datemi la Pace e io vi darò Dio. Voi non lo sapete quanto è bella la Pace. Non avete idea di quanto possa essere sconcertante la Pace, ma io lo so. Perché l’ho vista quando avevo otto anni, in riva a un fiume in Colorado, la Pace»

Uno scontro di sensazioni quelle che la Emrich vuole catturare nei suoi dipinti, probabilmente le stesse che si percepiscono ascoltando il discorso di Pio XIII della serie tv del maestro Sorrentino, parole che arrivano al cuore e che cercano di carpire l’essenza del rapporto tra l’uomo e Dio.

Lo spettatore sospeso in uno dei suoi quadri, in assenza di gravità, potrà sentire l’acqua con la sua spinta e avere la sensazione di galleggiare.

Chiudete gli occhi e provate.

Sono maestro, coordinatore e docente della Federazione Italiana Nuoto. Oltre a insegnare nuoto e formare nuovi istruttori, ho scritto diversi libri di poesia, per adulti e per bambini, tra cui uno sul mondo dell'acqua (Il mondo di sotto - Giaconi Editore). Ho sempre sognato di andare nello spazio e l'unica volta che mi sono sentito sospeso è stato proprio immerso nell' acqua. Avvolto da questo elemento riuscivo a sentire meglio me stesso e a pensare ai grandi dilemmi della vita, come un filosofo. C'è qualcosa di ancestrale, e nei primi anni da bagnino appena maggiorenne, all'orizzonte dove il blu del cielo si incontrava con quello del mare riuscivo a dimenticare i problemi della vita e a stare in pace con me stesso.

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La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

Acqua e onda: ovvero identica radice linguistica per due elementi che non possono esistere l’uno senza l’altro. 

 

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