Il segreto del prosciutto San Daniele? Un fiume e il sale marino

di Martina Grandori

I

n pochi lo sanno, ma anche l’acqua gioca un ruolo chiave nella produzione del prosciutto San Daniele, fiore all’occhiello dei salumi italiani Dop di cui si hanno le prime notizie in epoca celtica e di cui tutt’oggi la produzione rispetta tempi e regole del passato.

Fiume Tagliamento

Tutto merito del fiume Tagliamento, forse l’ultimo grande fiume naturale d’Europa, e di quel micro-clima che genera lungo il suo percorso di 170 km che attraversa il Friuli-Venezia Giulia dal Passo della Mauria fino al Mare Adriatico e costeggia il borgo di San Daniele del Friuli, a 252 metri sopra il livello del mare.

Le Prealpi Carniche a 2 chilometri in linea d’aria, una particolare coincidenza di correnti d’aria aria più fredda dalle Alpi e le brezze più caldo-umide dal Mar Adriatico, creano le condizioni ideali per la stagionatura della “chitarra”, così viene chiamata la coscia di prosciutto, frutto di una pressatura di 24-48 ore.

Fiume Tagliamento
Marchiatura del prosciutto San Daniele

Altre fasi di lavorazione, per poi arrivare alla stagionatura, aspetto fondamentale di questo salume che avviene nelle celle di sale marino, completamente ricoperte di cloruro di sodio per circa due settimane e un tasso di umidità decisamente elevato (70-80%) e ad una temperatura compresa fra gli 0° e i 4° gradi.

Quanto resta sotto sale una coscia? La risposta è unanime per tutti i produttori, ogni chilo corrisponde ad un giorno di cella di sale.

Salatura del prosciutto San Daniele

Altre fasi di lavorazione si susseguono, tutte scandite dalle regole del Disciplinare Dop che, fra le altre cose, certificano l’immenso valore dell’acqua, riconoscendo al Tagliamento un ruolo basilare nella stagionatura del Prosciutto di San Daniele e dei suoi tratti aromatici che lo caratterizzano.

Per questo il consorzio è sceso in prima linea nella salvaguardia del Tagliamento con un “modello di eccellenza e sostenibilità”, che oltre alla tutela del salume, pone in primo piano la tutela dell’acqua: ogni anno vengono ripulite 285 mila tonnellate di H2o e recuperate dalla stagionatura 370 mila tonnellate di sale marino.

Per contrastare lo spreco di acqua, nel 2015 è stato istituito un sistema di pretrattamento delle acque, ottenendo un livello sempre migliore delle acque reflue immesse nella fognatura pubblica. Mentre il recupero del sale esausto è affidato ad un’azienda specializzata che lo raccoglie presso tutti gli stabilimenti del consorzio, per poi essere ridestinato ad altri utilizzi industriali.

Sono Martina Grandori, vivo quotidianamente con il senso dell’umorismo e alla ricerca dell’estetica, tento di migliorarmi ogni giorno in nome di una magica evoluzione, nutrendo il mio giardino degli interessi. Adoro scrivere, lo faccio da vent’anni in qualità di giornalista specializzata in lifestyle, prestata poi al mondo dell’ambiente e della sostenibilità. Sono madre di due bambine che hanno rivoluzionato la mia vita in positivo, da sempre vivo nella bellissima Milano, città che adoro perché ha moltissimo da offrire oltre allo smog.

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La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

Acqua e onda: ovvero identica radice linguistica per due elementi che non possono esistere l’uno senza l’altro. 

 

Le onde sono un movimento perpetuo, sono il fluido che rappresenta l’impulso positivo al cambiamento.

 

Da qui nasce l’avventura di “On the Blue”: che ogni giorno vi condurrà in un viaggio in compagnia di chi questo elemento lo vive e lo ha vissuto.

 

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