di Martina Grandori
erano una volta l’estate, la spiaggia, le file di ombrelloni, la tintarella. E adesso che è autunno cosa resta del mare? Moltissimo, il mare fuori stagione ha un pathos incredibile, lo iodio rienergizza ed è uno spunto per organizzare un weekend diverso. In questo la Riviera Romagnola, patria dei gaudenti e delle scorribande notturne offre interessanti spunti per sceglierla come meta di un mare fuori stagione che ha tanto da raccontare.
Rimini in primis, la cittadina di Federico Fellini dopo aver festeggiato il centenario dalla nascita del celebre regista è rinata a nuova vita con il Museo Fellini, un luogo dove immerso più che da visitare, il Cinema Fulgor con atmosfere hollywoodiane anni Trenta, protagonista della vita e delle opere di Fellini, oggi cinema con una bellissima programmazione. Il regista definì la sua Rimini “un pastrocchio pauroso e tenero con questo grande respiro, questo vuoto aperto sul mare” e in compagnia del mare qui a Rimini si cammina, si ozia e si mangia.
Per passeggiare via Principe Amedeo è il top: percorrendola si arriva fino alla Fontana dei Quattro Cavalli, simbolo della Riviera riminese e lì c’è l’icona della Dolce Vita, il Grand Hotel, residenza di Fellini negli anni della grande fama. Nella spa campeggia ancora un meraviglioso mosaico del transatlantico Rex del film Amarcord. Se si ha voglia il PART è un recente polo mussale con opere di arte contemporanea della Fondazione San Patrignano.
In questo periodo l’infilata di stabilimenti scompare, la spiaggia con quella sabbia color calce diventa il luogo della libertà, per correre, per camminare per giocare con i bambini o far scorrazzare i cani. In questo mare fuori stagione, nelle spiagge svuotate Luigi Ghirri trova l’ispirazione per il suo universo fotografico. È questa provincia italiana che lo cattura, uno studio di terre, acqua e orizzonti infiniti. La serie con le altalene scattate a Rimini in prossimità del Bagno 24 è un’icona della fotografia contemporanea, lui da sempre affascinato dalle spiagge dell’Adriatico le immortala in diversi scatti.
Visto che siamo in bassa stagione e praticamente tutti gli stabilimenti sono chiusi, per mangiare vista mare gli indirizzi sono quelli dei ristorantini di Borgo San Giuliano, meglio conosciuto come il Borgo dei pescatori, molto amato da Fellini, dove qui un tempo ci vivevano come le loro famiglie. Le porte delle case hanno ciascuna una piastrella con dipinto il nome ed il soprannome del pescatore che ci abitava.
Fra osterie e ristoranti c’è l’imbarazzo della scelta, ma tutte con un menu all’insegna delle tradizioni gastronomiche romagnole, con tanto pesce e l’immancabile piadina. Un classico, il Club Nautico, aperto nel 1933, affacciato sul porto, propone una cucina variegata, sempre con il pesce come cibo piatto forte. Bello anche per un aperitivo, fuori stagione è anche più vivibile la terrazza panoramica.
Appena all’inizio dell’entroterra riminese vale la pena una sosta a Santarcangelo di Romagna, micro borgo medioevale molto amato dai creativi e non a caso qui a luglio va’ in scena il Santarcangelo Festival, fra i più autorevoli dedicati al teatro contemporaneo, alla danza e alle arti performative. Per mangiare Osteria da Oreste all’insegna della miglior convivialità romagnola. Ferramenta generi alimentari, propone in un contesto strepitoso una cucina contemporanea.
A due passi da Rimini, l’imperdibile Riccione non ha bisogno di biglietti da visita: d’estate la sua movida, la piramide del Cocoricò, i suoi dj, i suoi locali sono rinomati in tutto il mondo, il divertimento giorno e notte va in scena. Ma le spiagge di Riccione piacciono anche ai registi che l’hanno scelte come set per le loro pellicole.
Da L’ombrellone di Dino Risi del 1965, la spiaggia dove ancheggiava Sandra Milo era lo stabilimento Speranzino 63. Ménage all’italiana di Franco Indovina è un altro cult con Ugo Tognazzi e una giovanissima Romina Power. Abbronzatissimi di Bruno Gaburro ha fatto riscoprire nel 1991 la vita da spiaggia e i suoi intrighi grazie a Jerry Calà e Alba Parietti.
E d’inverno? Più calma, più silenziosa Riccione merita una tappa, una tappa per una passeggiata lungo viale Ceccarini – “il” viale dello struscio – e via Dante con tappa per un drink al Green Bar, qui una tappa è d’obbligo soprattutto la sera, in alternativa il Caffè del Porto, sia per uno snack di giorno, sia per l’aperitivo con musica e movida.
E se invece ci si vuole sedere a tavola e mangiar per bene Al Pescatore: un elegante dehor con tavola apparecchiata di tutto punto e un trionfale menù di pesce fresco. O lo storico Zì Rosa, direttamente sul porto Canale, che dal 1950 ogni giorno offre ottimi piatti di pesce con la semplice, ma rinomata ospitalità romagnola.
