Giorgio Cagnotto: «Mosca, l’Olimpiade triste»

Ripercorriamo la storia olimpica delle discipline acquatiche attraverso i racconti e la vita dei protagonisti: nel 1980 il tuffatore conquista il bronzo e chiude la carriera

di Roberto Parretta

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inque Olimpiadi da atleta, altrettante da commissario tecnico: basterebbe questo per comprendere il "peso" del valore di una leggenda come Giorgio Cagnotto. Assieme all'amico e rivale Klaus Dibiasi ha debuttato ai Giochi di Tokyo 1964, per poi passare attraverso Città del Messico 1968, Monaco 1972 e Montreal 1976, riportando a casa 2 argenti e un bronzo. E parte proprio da lì il racconto di Cagnotto, da quella che avrebbe dovuto essere l'ultima apparizione per entrambi: circostanze e concomitanze particolari fecero sì che il torinese decidesse di mettersi in corsa anche per Mosca 1980, chiudendo, allora sì, la sua carriera con un altro bronzo dal trampolino. Ma sempre assieme all'amico Dibiasi, passato nel frattempo a fare l'allenatore della Nazionale. Ruolo che poi proprio Cagnotto ha ereditato nel 2000 e che alla quinta Olimpiade da c.t. lo ha visto di nuovo sul podio, stavolta però come allenatore di sua figlia Tania.

Complice il ritorno a Tokyo a 57 anni da quella prima edizione dell’Olimpiade giapponese, On The Blue ha pensato che non ci sarebbe potuta essere occasione migliore per riaprire e chiudere quel cerchio andando a raccontare la carriera, ma soprattutto la vita, di chi è stato attore protagonista dei Giochi. Così, con un protagonista per edizione andremo a ripercorrere le storie dei più grandi azzurri e l’evoluzione delle discipline acquatiche. Un viaggio se vogliamo romantico, ma soprattutto istruttivo, destinato ai più giovani, per ricordare loro che se oggi abbiamo atleti di caratura mondiale capaci di riempire il medagliere olimpico, è perché qualcuno ha aperto per primo quella porta…

La storia sportiva di Cagnotto, come quella già raccontata di Dibiasi e degli altri atleti protagonisti negli anni 60 e 70, è stata segnata dalla divisione Est-Ovest, dalla Guerra Fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica. E proprio al culmine di questo confronto, conseguente all’invasione sovietica dell’Afghanistan, i Paesi del Patto Atlantico decisero di boicottare l’edizione dei Giochi 1980 che era stata assegnata a Mosca. L’Italia prese una posizione netta: il Governo lasciò decidere se andare o no al Coni e agli atleti, ma i gruppi sportivi militari impedirono la partecipazione ai propri. Cagnotto andò e non tornò a mani vuote.

Ho iniziato ad appassionarmi di sport dalla nascita e da 20 anni sono collaboratore della Gazzetta dello Sport. Ho seguito tantissime discipline: principalmente rugby (corrispondente in 3 edizioni dei Mondiali in Francia, Nuova Zelanda e Inghilterra e tutti i Sei Nazioni dal primo del 2000), poi fra gli altri equitazione, taekwondo, surf, atletica leggera e ovviamente anche nuoto. I miei risultati sportivi di maggior rilievo? Ultimo nelle batterie dei 50 stile libero al memorial Boscaini del 1985 e medaglia di bronzo al Settecolli 2019 nei 50 stile dei giornalisti!

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