Fabio Conti: «L’acqua: una questione di famiglia»

di Roberto Parretta

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a medaglia d’argento conquistata alla guida del Setterosa ai Giochi olimpici di Rio 2016 potrebbe bastare già da sola a definire la caratura sportiva di Fabio Conti.

L’attuale presidente di Gestiamo, l’associazione che rappresenta i gestori delle piscine, oggi non è più il c.t. della Nazionale femminile di pallanuoto, ma è passato alla direzione tecnica dell’intero settore: proprio questo suo duplice ruolo lo rende fra i relatori più interessanti attesi al Summit 2021, in programma mercoledì 10 e giovedì 11 novembre e ospitato nella prestigiosa sede dell’Università IULM di Milano.

Anche nel caso di Fabio Conti, quindi, abbiamo provato a scavare oltre quelli che sono gli aspetti più noti raccontati essenzialmente dalla stampa sportiva. Ecco allora anche per Conti le nostre consuete 3 domande.

CI RACCONTI IL TUO RAPPORTO CON L’ACQUA?

«L’acqua della piscina non mi è piaciuta subito. Papà aveva un collega di ufficio che gestiva impianti sportivi e un giorno mi ha portato per imparare a nuotare. Io avrei voluto giocare a calcio, ma ero troppo miope e per evitare pericoli pensarono al nuoto. Quindi ci andavo soltanto perché mi ci portavano, perché faceva bene. Poi c’è stato il passaggio all’agonistica e a quel punto è diventata una passione. E il pallone? Beh, a quei tempi si usava fare nuoto e pallanuoto senza troppe divisioni, gli impianti vivevano di una attività multidisciplinare. Poi il caso ha voluto che l’altro gestore di quella piscina fosse Gianpiero Mauretti, l’attuale presidente del Comitato Regionale FIN Lazio, e dopo alcuni anni, oggi sono io a trovarmi dall’altra parte della barricata, quella dei gestori di piscine pubbliche. E che l’acqua sia una tradizione di famiglia, posso confermarlo tramite mio figlio Alexander. Lui vuole giocare a calcio e lo preferisce alla piscina, proprio come me (e sorride), ma abbiamo raggiunto un accordo: visto che anche lui deve imparare a nuotare, alla fine si sta impegnando su entrambi gli sport».

COME RAPPRESENTERESTI IL RUOLO DELL’ACQUA?

«Lo rappresenterei con un’esperienza personale. Io vivo al lago di Bracciano e qualche anno fa, come ben noto ricordando le cronache, ci fu un problema di abbassamento del livello dell’acqua molto importante. Dieci centimetri possono sembrare una cosa da poco, ma in realtà comporta grandi cambiamenti nell’ecosistema lacustre. Tant’è vero che arrivarono degli accordi con il Comune di Roma per impedire prelievi al fine di ripristinare i livelli normali. Questa esperienza locale mi porta a pensare quanto il problema delle risorse idriche a livello globale possa essere grande. Tutti noi dobbiamo capire che si tratta di una questione alla quale dobbiamo dare molta attenzione».

COSA SONO E QUALI SONO I TUOI SPAZI BLU?

«Potrà sembrare poco poetico, poco metafisico, magari lontanissimo dall’idea che leggendo anche altre interviste può venire in mente pensando a uno spazio blu. Ma il mio è la macchina… Non perché ami il mezzo, ma semplicemente perché viaggiando molto e spesso è lì che trovo dei momenti da dedicare a me stesso. Tra lavoro e famiglia sei sempre assorbito dagli altri, è difficile riflettere. Invece in quei lunghi viaggi in macchina trovo il tempo di esercitare la mia mente e produrre pensieri che altrimenti non potrei. Lì ho il tempo per programmare, ma anche per fermarmi a fare un punto della situazione, dove sto andando, cosa sto facendo, quali sono i miei obiettivi. Se proprio non trovo il tempo per andare a rilassarmi in un centro benessere, allora un viaggio in macchina può essere la mia occasione per ricaricarmi, per trovare un momento di tranquillità, il mio “spazio blu”».

Ho iniziato ad appassionarmi di sport dalla nascita e da 20 anni sono collaboratore della Gazzetta dello Sport. Ho seguito tantissime discipline: principalmente rugby (corrispondente in 3 edizioni dei Mondiali in Francia, Nuova Zelanda e Inghilterra e tutti i Sei Nazioni dal primo del 2000), poi fra gli altri equitazione, taekwondo, surf, atletica leggera e ovviamente anche nuoto. I miei risultati sportivi di maggior rilievo? Ultimo nelle batterie dei 50 stile libero al memorial Boscaini del 1985 e medaglia di bronzo al Settecolli 2019 nei 50 stile dei giornalisti!

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La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

Acqua e onda: ovvero identica radice linguistica per due elementi che non possono esistere l’uno senza l’altro. 

 

Le onde sono un movimento perpetuo, sono il fluido che rappresenta l’impulso positivo al cambiamento.

 

Da qui nasce l’avventura di “On the Blue”: che ogni giorno vi condurrà in un viaggio in compagnia di chi questo elemento lo vive e lo ha vissuto.

 

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