Alla scoperta del lago di Braies

di Redazione

S

e il suo soprannome è “perla delle Dolomiti” un motivo dovrà pur esserci, considerando anche che dal 26 giugno 2009 la catena montuosa più famosa delle Alpi – con voto unanime da parte dei 21 componenti del World Heritage Committee riuniti a Siviglia – rientra ufficialmente nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità stilata dall’UNESCO.

Il lago di Braies rappresenta uno dei luoghi più suggestivi non solo del Nord Italia, ma dell’intera penisola, caratterizzato da un trionfo di elementi naturalistici apprezzabili in tutte le loro sfumature, a seconda della prospettiva e del momento in cui vengono contemplati. Non è un caso che il 77% del comune di Braies si trovi nel Parco Naturale Fanes-Senes-Braies, esteso per oltre 25mila ettari dal 1980 e dichiarato a sua volta Patrimonio Mondiale dalla stessa United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization.

Lago di Braies nel Parco Naturale Fanes-Senes-Braies

Situato lateralmente rispetto alla Val Pusteria, nell’omonima Val di Braies, dove peraltro si trovano sorgenti termali purissime, il Pragser Wildsee – questo il suo nome in tedesco – si trova in Trentino-Alto Adige a un’altitudine di 1.496 metri sopra il livello del mare e vanta un’estensione di circa 33 ettari.

Lago di Braies
Lago di Braies
Lago di Braies nella Val di Braies

Tra esplorazioni, arrampicate, giri in barca a remi e percorsi di trekking attorno al periplo, lungo il sentiero che costeggia le sponde con un sali-scendi tra roccia e riva della durata di novanta minuti circa, è possibile godere di un’ambientazione naturale mozzafiato osservando le Dolomiti specchiarsi su una distesa d’acqua profonda mediamente 17 metri (con picchi massimi di 36), larga fino a 400 e lunga 1,2 chilometri, raggiungibile con apposito servizio navetta o con mezzo privato. Tuttavia, per esperienza diretta, si garantisce che in alta stagione l’accesso in auto è inibito a 5,5 chilometri dal traguardo, dove uno steward esige una ricevuta di prenotazione del parcheggio adiacente al lago, eseguita preventivamente online, a mo’ di lasciapassare cartaceo o digitale: solo a quel punto l’accesso al paradiso acquatico-terrestre è sbloccato e può finalmente divenire realtà.

Giri in barca nel Lago di Braies
Trekking lungo il sentiero che costeggia il lago
Escursioni lungo le sponde del lago

La nostra esclusiva photogallery parla da sola e risulta quantomeno superfluo, se non del tutto ridondante, commentare gli scatti che immortalano tanta bellezza. Quel che è più utile argomentare sono invece peculiarità e curiosità che rendono ancor più esclusiva e affascinante la location di Braies, a cominciare dal citato nome in tedesco, risalente al 1885, che con l’appellativo intrinseco di wild richiama il concetto di “selvaggio” inteso nella sua accezione positiva di “puro”, “limpido”, “incontaminato”. La declinazione italiana risale invece al 1940, oltre mezzo secolo più tardi.

Lago di Braies nel Parco Naturale Fanes-Senes-Braies
Abitazione sulle sponde del Lago di Braies
Palafitta sul Lago di Braies

Dal punto di vista storico, il lago è legato a doppio filo al secondo conflitto mondiale (verso la fine dell’aprile 1945 le SS tedesche condussero qui 141 prigionieri, tra cu il figlio del maresciallo Badoglio, prima dell’arrivo della pattuglia americana il 4 maggio) ma anche alla drammatica tragedia di Ponticello di Braies, che il 7 marzo 1970 vide sette alpini perdere prematuramente la vita a causa di una valanga che li trafisse senza scampo lungo la valle.


Dalla storia alla leggenda: secondo la tradizione mitologica, la vallata di Braies era abitata da selvaggi dall’aspetto sgraziato che nelle vicine montagne erano soliti raccogliere oro e pietre preziose da custodire, commercializzare o con cui realizzare collane e anelli. Leggenda narra che l’arrivo nella valle di alcuni pastori con al seguito i rispettivi bestiami al pascolo alterò l’equilibrio dei selvaggi, i quali, derubati dagli allevatori, replicarono aprendo le fonti sotterranee e facendo sgorgare sorgenti d’acqua che in tal modo si unirono fino a creare la vasta superficie del lago. Il neonato “Lago Selvaggio” – divenuto poi “Lago Selvaggio di Braies”, riprendendo il nome della valle da cui provenivano gli sgraditi ospiti – inghiottì le ricchezze abusivamente sottratte da questi ultimi e impedì loro di raggiungere le montagne per rubare altri metalli preziosi. Secondo un’accreditata variante della versione originale della leggenda, i selvaggi nascosero i loro tesori nelle sorgenti d’acqua che alimentavano il lago per proteggerli dalle razzie: da questa circostanza deriverebbero i brillanti colori cangianti, che a seconda delle gradazioni solari variano dall’azzurro al verde smeraldo fino a tonalità color ocra, di cui tutt’oggi è possibile compiacersi ammirando incantati le acque del lago.

Scorcio sul Lago di Braies

Acque comunque inaccessibili per un refrigerio, persino nelle torride giornate estive. Infatti, contrariamente a quanto si possa constatare vedendo immergersi alcuni temerari bagnanti irrispettosi delle regole, a Braies è vietato fare il bagno per uno specifico divieto di tutela derivante dai pericoli insiti in tutti i laghi di alta quota: esso, pertanto, non rientra nella lista ufficiale dei laghi balneabili della Provincia Autonoma di Bolzano. Dove non arriva la legge, dovrebbe comunque arrivare il buonsenso dettato da una temperatura massima dell’acqua (soltanto per pochi giorni dell’anno) di 14°C: gelida, certo, ma nulla in confronto al clima d’inverno, stagione durante cui il lago – che, non a caso, dal 2012 è teatro delle competizioni di curling – diventa ghiacciato, avvolto da una coltre di soffice neve bianca, resa ancor più suggestiva in prossimità del Natale dalla tipica atmosfera conviviale dei mercatini, animati da artigiani e produttori locali. In questo periodo, tanto i nativi quanto i turisti possono divertirsi praticando sci d’alpinismo o affrontando lunghe escursioni armati di ciaspole.

Rive del Lago di Braies
Panoramica del Lago di Braies

A proposito di turismo, l’attività ha subito un deciso incremento nell’ultimo decennio, oltre che per l’affascinante scenario offerto in tutte le stagioni, anche per essere stato il set televisivo di punta alla serie “Un passo dal cielo” con Terence Hill, trasmessa su Rai 1 a partire dal 2011. Un’impennata di tale portata indusse i vertici politici comunali a valutare persino un ridimensionamento del numero delle presenze entro un certo standard, per non impattare troppo sull’ecosistema del “Lago di San Candido” (così come veniva astrattamente chiamato nella serie tv), esigenza che sarebbe comunque divenuta obbligatoria nove anni più tardi a causa della pandemia da coronavirus.

 

Credits ph.: Manuel Gavini

Mi chiamo Manuel, ho 33 anni e osservo da sempre con interesse ogni forma acquatica generosamente offerta dalla natura. Laureato con lode in Relazioni Internazionali nel 2012, dal gennaio successivo sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti. Il mio hobby preferito è viaggiare, ovunque, ma quando devo scegliere tra mare e montagna non ho dubbi: il richiamo dell’acqua è troppo forte! In questa foto mi trovo a Capri, durante la mia ultima vacanza "on the blue", immerso nell’inestimabile panorama con vista Faraglioni.

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Nasce il nuovo progetto di comunicazione che unisce sotto un’unica piattaforma online gli appassionati del mondo dell’acqua declinato in tutte le sue forme.

 

La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

Acqua e onda: ovvero identica radice linguistica per due elementi che non possono esistere l’uno senza l’altro. 

 

Le onde sono un movimento perpetuo, sono il fluido che rappresenta l’impulso positivo al cambiamento.

 

Da qui nasce l’avventura di “On the Blue”: che ogni giorno vi condurrà in un viaggio in compagnia di chi questo elemento lo vive e lo ha vissuto.

 

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