Una speranza dall’Australia: milioni di coralli neonati

di Manuel Gavini

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ilioni di visitatori si recano ogni anno in Australia per ammirare da vicino l’inestimabile bellezza della Grande Barriera Corallina – patrimonio dell’Unesco dal 1981 – perché una giornata di snorkeling tra gli splendidi colori della flora e della fauna marina vale da sola il prezzo del biglietto, in particolare quando si incontrano i Great Eight: mante, balene, tartarughe, pesci pagliaccio, cernie, vongole giganti, labri maori e squali.

L’Heart Reef, poi, rappresenta l’ideale tappa romantica di ogni coppia, grazie alla sua straordinaria composizione naturale a forma di cuore. Anche nelle coste settentrionali, occidentali e sud-orientali sono presenti interessanti ambienti sottomarini, con ecosistemi che meritano di essere esplorati.

Con i suoi 2.300 chilometri estesi lungo una superficie che copre 344.400 chilometri quadrati, la Barriera rappresenta il più grande sistema corallino del mondo. Ospita oltre 1.600 specie di pesci, 411 specie di coralli duri e 150 di coralli morbidi, 30 specie di balene e delfini e l’85% della varietà di tartarughe marine viventi al mondo. Il turismo derivante da essa genera ogni anno redditi per 5 miliardi di dollari australiani, oltre 3,1 miliardi di euro, cifre naturalmente in ribasso dopo l’esplosione della pandemia.

Oltre al Covid, notizie tutt’altro che confortanti arrivano già da qualche anno sullo stato di salute generale dei coralli. In attesa che la tecnologia contribuisca a risolvere il prima possibile questa emergenza, una speranza arriva proprio dall’Australia. La notizia riguarda un exploit purtroppo sporadico, per cui gli studiosi non possono ancora delineare un trend analitico che consenta di individuare nel Paese oceanico la classica eccezione che conferma la regola, ma comunque significativo: la nascita di milioni di coralli neonati.

Il “miracolo” si è concretizzato in una notte di fine novembre scorso, al culmine di un’esplosione di colori e vita al largo della costa di Cairns, considerata la porta di acceso alla Grande Barriera Corallina australiana. Gareth Phillips, biologo marino di Reef Teach che ha filmato in prima persona questo dono della natura, lo ha paragonato a un simbolo di rinascita dall’isolamento sanitario. Non a caso, l’evento si è verificato pochi giorni dopo la luna piena di novembre, in concomitanza con la riapertura del Paese.

Tecnicamente la riproduzione dei coralli avviene una volta all’anno, quando essi rilasciano nell’acqua il materiale genetico: dopo aver raggiunto la superficie, questo rilascia liquido seminale e uova che, urtandosi, si fecondano. Phillips ha spiegato che in quella notte il processo riproduttivo è stato più emozionante del solito: «Diverse specie di coralli hanno rilasciato tutte insieme il materiale genetico, riproducendosi con ondate a ripetizione. Le condizioni erano magiche, l’acqua era trasparente e tutto era rischiarato da una luna luminosissima. Una vera e propria celebrazione della vita: è questa la positività di cui abbiamo bisogno».

«Niente rende le persone più felici di una realtà migliore – ha concluso Phillips – e la riproduzione dei coralli ne è il più̀ grande esempio. È stato gratificante assistere a questo spettacolo. Tutto ciò dimostra che il più grande ecosistema al mondo gode ancora di buona salute e che, nonostante attraversi un periodo difficile, può ancora rispondere positivamente». Un trendquesto sì – che non appare isolato, anche se molto più contenuto nei numeri, è infatti quello che vede l’Australia in ripresa rispetto al calo medio assoluto pre-pandemia, pari al 10% dei coralli vivi.

Nonostante abbia perso una parte significativa dei suoi coralli, principalmente a causa dell’inquinamento e della pesca, la Grande Barriera – come indicato dal rapporto del Global Coral Reef Monitoring Network (GCRMN) – può essere molto resiliente quando ha la possibilità di riprendersi da fattori di stress esterni: così, dal 2019, la crescita dei coralli vivi è tornata ad aumentare, seppur nell’ordine di una lenta ripresa attestata sul 2%. In generale, l’annuale riproduzione dei coralli può essere idealmente vista come la speranza di tutto il mondo, desideroso di provare finalmente l’emozione di una nuova vita.

Mi chiamo Manuel, ho 33 anni e osservo da sempre con interesse ogni forma acquatica generosamente offerta dalla natura. Laureato con lode in Relazioni Internazionali nel 2012, dal gennaio successivo sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti. Il mio hobby preferito è viaggiare, ovunque, ma quando devo scegliere tra mare e montagna non ho dubbi: il richiamo dell’acqua è troppo forte! In questa foto mi trovo a Capri, durante la mia ultima vacanza "on the blue", immerso nell’inestimabile panorama con vista Faraglioni.

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