di Redazione
l surf è tra gli sport sempre più seguiti e praticati, non solo da esperti e amatori ma anche da neofiti che, approcciando alla disciplina per pura curiosità, si trasformano a stretto giro in autentici appassionati.
Tra questi, diversi atleti si danno alla tavola dopo essersi ritirati nelle rispettive discipline professionistiche, mentre tanti lo praticano come hobby quando sono ancora nel pieno della propria carriera agonistica. Una passione che ha coinvolto moltissimi personaggi noti nel mondo dello sport: ad essi è rivolta la prima parte di questa nuova trilogia, dedicata ai vip innamorati delle onde oceaniche.
Non parliamo di sportivi qualsiasi, ma di vere e proprie stelle. Nel mondo del tennis, ad esempio, il russo Daniil Medvedev, negli ultimi giorni dello scorso febbraio – proprio mentre si apprestava a raggiungere il primo posto nel ranking ATP – si è divertito a surfare ad Acapulco, sorprendendo i suoi follower con un video postato su Instagram che lo ritrae al mare con costume, ciabatte e una tavola da surf sotto il braccio.
L’esito del tentativo, invece, non è stato condiviso sui social, che sono comunque serviti a raccontare uno degli interessi del tennista quando c’è bisogno di una pausa dalla racchetta, senza mai trascurare la necessità di tenersi in forma.
Staccare mentalmente e ritrovarsi lontano da tutti cavalcando un’onda è il rimedio escogitato anche da Lewis Hamilton: il pilota di Formula 1 è addirittura andato a lezione da un maestro d’eccezione, la star Makua Rothman, campione big wave nel 2015. All’alba della primavera sono state le onde del Waco Surf Pool, in Texas, a fare compagnia al 7 volte campione del mondo e ad un altro asso dei motori, la stella dell’AMA Supercross Dylan Ferrandis.
L’esperienza ha lasciato soddisfatti i due inediti allievi, tanto che Hamilton ha preso nota dei consigli sulla postura per cavalcare al meglio l’onda. «Per tutti noi che vogliamo migliorare, osservare da vicino un campione di questo sport è stimolante. Ogni volta che si sbaglia bisogna ripartire per fare meglio», ha dichiarato il driver inglese, prima di aggiungere sui social: «Il surf è il modo migliore per sbloccare l’equilibrio, che è fondamentale nell’allenamento e nella vita. Starei nell’oceano tutto il giorno se potessi».
Anche il nostro campione olimpico di salto in alto, Gianmarco Tamberi, fa parte della lista degli appassionati di surf, avendo esteso la sua passione, oltre a quella dichiarata per il basket, anche ad altri sport come nuoto e beach volley.
Nel mese estivo in cui può riposarsi dall’atletica, la medaglia d’oro alle ultime Olimpiadi di Tokyo 2020 è solito dedicare anima e corpo agli sport acquatici, che durante il resto dell’anno è costretto giocoforza a tenere in stand-by. Non manca, anche in questo caso, la testimonianza condivisa attraverso i canali social di “Gimbo”, che cerca di mantenere l’equilibrio (ma solo a riva!) su una tavoletta stretta e corta.
A chiudere la prima parte di questa rassegna non poteva mancare lo sport più seguito al mondo, il calcio, cominciando da uno dei più grandi allenatori in attività: Jürgen Klopp. Va detto che il coach del Liverpool ama il surf ma non lo pratica; ciononostante, la scorsa estate ha convocato nel ritiro dei Reds l’amico Sebastian Steudtner, uno dei migliori surfisti al mondo nel cavalcare onde giganti, per raccontare ai calciatori un’esperienza diversa.
«Si trattava di mostrare alla mia squadra la necessità di credere maggiormente in sé stessa dopo situazioni complicate», avrebbe poi rivelato il tecnico tedesco, a corollario di questo insolito incontro.
Tra i calciatori non più in attività, due in particolare hanno ceduto al fascino del surf: Gianni Comandini e Bixente Lizarazu. L’ex attaccante del Milan si è “convertito” subito dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, spiegando che per lui il surf «è più di un hobby, è uno sport che vuol dire libertà»
Il terzino della Francia campione del Mondo nel 1998 e d’Europa nel 2000, invece, ha riportato un brutto infortunio sulla tavola a causa di un’onda troppo alta, che gli è costata la lacerazione di un tendine. Tuttavia, dopo tre mesi di stop e altrettanti di riabilitazione, ha subito ricominciato a surfare: irresistibile, anche dopo quell’esperienza, il richiamo del mare.
