Planet Farms

Planet Farms: in Brianza la coltivazione verticale più grande d’Europa

di Martina Grandori

I

l mondo della vertical farm va a gonfie vele, da essere considerata un’idea visionaria, oggi si conferma il futuro dell’agricoltura, il sodalizio innovazione tecnologica e tradizione agronomica sono una garanzia per Planet Farms, società leader in questo settore che a Cavenago di Brianza ha inaugurato la più grande vertical farm europea, progetto avviato nel 2018 da Luca Travaglini e Daniele Benatoff, soci fondatori, dove ha investito anche Renzo Rosso, il patron di Diesel, con la sua Red Circle.

Luca Travaglini e Daniele Benatoff - Soci fondatori di Planet Farms
Inaugurazione di Planet Farms a Cavenago di Brianza

Punti chiave della coltivazione verticale il risparmio del 95% di acqua e del 90% di suolo rispetto alle coltivazioni tradizionali. E quando si parla di acqua si pensa subito all’Agenda 2030, all’emergenza idrica, ai cambiamenti climatici a cui il mondo non riesce a correre ai ripari.

L’agroalimentare vuole essere una risposta alla crisi climatica per uno sviluppo sostenibile, sicurezza alimentare, accessibilità del cibo a tutti, la potenzialità è enorme, sia in termini economici, sia in termini di impatto ambientale e di qualità del prodotto: i sapori di un ortaggio coltivato così sono quelli di una volta, genuini, e con le proprietà nutritive intonse.

Un sistema unico al mondo perché le culture crescono senza stress, senza contaminazioni (gli addetti indossano dispositivi di protezione ogni qual volta che entrano nelle serre e l’aria è filtrata), non esistendo intemperie, eccessi di calore, parassiti o erbe infestanti, il seme può investire le proprie energie per crescere, sviluppando tutti i nutrienti che invece nell’agricoltura tradizionale verrebbero a meno, anche per colpa di diserbanti e pesticidi, che oltre a far male al vegetale, impattano sul suolo e sull’acqua.

Un esempio perfetto di filiera integrata, occasione di sviluppo del territorio e delle sue eccellenze: dal seme – nella seeding room viene preparato un substrato organo-minerale diverso per ciascuna coltura per ottimizzare consumi e coltivazione – al prodotto finito cresciuto in un ambiente ideale. Il giusto mix di luce e calore (diversificato a seconda delle colture per favorire la produzione di pigmenti e antiossidanti), acqua e sali minerali fanno sì che si rispetti la fisiologia della pianta e le sue fasi naturali, fra la raccolta e l’imbustamento solo 60 secondi, consegna in giornata, il prodotto ha sempre un gusto naturale ed è ricco di proprietà nutritive.

Planet Farms è stata capace di ribaltare quel ruolo controverso della tecnologia applicata all’agricoltura: non si corregge più l’ambiente naturale, ma lo si salvaguarda ricreando nelle serre verticali quelle condizioni ideali per la crescita della pianta, in un’ottica di responsabilità ambientale e sociale. Meno spreco e un ortaggio più responsabile, il risparmio del 95% di acqua è un aspetto chiave. L’acqua e i sali minerali che non vengono assorbiti dalle colture, vengono reintegrati e rimessi in circolo, si utilizza solo l’acqua necessaria alle piante assorbita dalle radici. Le foglie non vengono mai in contatto con l’acqua grazie, non solo all’efficiente sistema di irrigazione, ma anche al fatto che non è necessario il lavaggio del prodotto, confezionato direttamente dopo la fase di taglio, arrivando così alla soglia del -95% di consumo di acqua rispetto ai tradizionali processi di coltivazione e produzione.

Sono Martina Grandori, vivo quotidianamente con il senso dell’umorismo e alla ricerca dell’estetica, tento di migliorarmi ogni giorno in nome di una magica evoluzione, nutrendo il mio giardino degli interessi. Adoro scrivere, lo faccio da vent’anni in qualità di giornalista specializzata in lifestyle, prestata poi al mondo dell’ambiente e della sostenibilità. Sono madre di due bambine che hanno rivoluzionato la mia vita in positivo, da sempre vivo nella bellissima Milano, città che adoro perché ha moltissimo da offrire oltre allo smog.

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Nasce il nuovo progetto di comunicazione che unisce sotto un’unica piattaforma online gli appassionati del mondo dell’acqua declinato in tutte le sue forme.

 

La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

Acqua e onda: ovvero identica radice linguistica per due elementi che non possono esistere l’uno senza l’altro. 

 

Le onde sono un movimento perpetuo, sono il fluido che rappresenta l’impulso positivo al cambiamento.

 

Da qui nasce l’avventura di “On the Blue”: che ogni giorno vi condurrà in un viaggio in compagnia di chi questo elemento lo vive e lo ha vissuto.

 

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