Simone Ruffini: “Senza il nuoto non saprei nemmeno camminare”

di Roberto Parretta

A

vete mai provato a notare per 25 km di fila? Senza pause, per oltre 5 ore, magari in mare aperto, fra le onde? Ecco, magari questo lo insegnerannoin qualche corso di sopravvivenza per astronauti, invece sulla terra, o meglio, nell’acqua, c’è chi questa distanza la copre per sport e magari gli capita anche di vincere. Come nel caso di Simone Ruffini, il protagonista di questo episodio di #mettiamocilacuffia:

Simone Ruffini ha 32 anni, è di Tolentino e nel 2015 ai Mondiali di nuoto di Kazan (in Russia) ha vinto la medaglia d’oro nella 25 km in acque libere. E’ stato quello l’apice di una carriera che prosegue ancora oggi nell’Aniene e con il suo coach Emanuele Sacchi. Ruffini è stato bronzo nella 5 km e argento nella staffetta agli Europei di Budapest 2010, oro nella 10 km alle Universiadi di Shenzen 2011, oltre ad avere messo in bacheca due titoli italiani.

Simone Ruffini

Al di là della carriera, Simone ci racconta cosa significa per lui nuotare, ma, soprattutto, invita tutti a non sottovalutare l’importanza di questa abilità. Lui ne ha fatta una professione, ma ci ricorda anche che la cosa più importante è imparare.

Ho iniziato ad appassionarmi di sport dalla nascita e da 20 anni sono collaboratore della Gazzetta dello Sport. Ho seguito tantissime discipline: principalmente rugby (corrispondente in 3 edizioni dei Mondiali in Francia, Nuova Zelanda e Inghilterra e tutti i Sei Nazioni dal primo del 2000), poi fra gli altri equitazione, taekwondo, surf, atletica leggera e ovviamente anche nuoto. I miei risultati sportivi di maggior rilievo? Ultimo nelle batterie dei 50 stile libero al memorial Boscaini del 1985 e medaglia di bronzo al Settecolli 2019 nei 50 stile dei giornalisti!

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Nasce il nuovo progetto di comunicazione che unisce sotto un’unica piattaforma online gli appassionati del mondo dell’acqua declinato in tutte le sue forme.

 

La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

Acqua e onda: ovvero identica radice linguistica per due elementi che non possono esistere l’uno senza l’altro. 

 

Le onde sono un movimento perpetuo, sono il fluido che rappresenta l’impulso positivo al cambiamento.

 

Da qui nasce l’avventura di “On the Blue”: che ogni giorno vi condurrà in un viaggio in compagnia di chi questo elemento lo vive e lo ha vissuto.

 

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“ONDE BLU”!!!