Sardegna, ecco le “zone blu” di longevità…e felicità

di Redazione

T

ra i vari riconoscimenti che la nostra penisola può vantare dal punto di vista paesaggistico-naturale, spicca il privilegio di avere una regione, la Sardegna, annoverata tra le cinque zone blu dell’intero pianeta. Un’isola che accoglie molti abitanti ultracentenari, specialmente a Nuoro, provincia con la maggior concentrazione. Che esista una stretta correlazione tra i due aspetti?

La risposta è certamente positiva, ma per analizzarla nel dettaglio è bene anzitutto sgomberare dai dubbi il campo d’indagine, partendo dalla definizione di “zona blu”. Con questa espressione si è soliti designare quelle aree, intese in una doppia accezione tanto geografica quanto demografica, in cui la speranza di vita è sensibilmente maggiore della media mondiale.

Lo studio va attribuito agli studiosi Gianni Pes e Michel Poulain, i quali pubblicarono sulla rivista Experimental Gerontology il loro primo studio demografico, tracciando sulla mappa una serie di cerchi concentrici blu – da cui l’espressione – che indicavano le zone con il più alto tasso di longevità umana.

Michel Poulain
Gianni Pes

Nell’entroterra nuorese a cui si accennava in premessa, i centri identificati nella zona blu fanno tutti parte della Barbagia di Ollolai: si tratta di Tiana, Ovodda, Gavoi, Fonni, Mamoiada, Orgosolo, Oliena e la stessa Ollolai, dove un gruppo di demografi ha identificato picchi negli uomini oltre i 100 anni con una straordinaria frequenza. Altri villaggi montani con un elevato numero di centenari sono in Ogliastra, tra Strisaili, Arzana, Talana, Baunei, Urzulei e Triei.

Nel sud della Sardegna, la zona blu è riscontrabile unicamente a Seulo. Capoluogo dell’omonima sub regione della Barbagia di Seùlo, questo paese ha registrato 20 centenari negli ultimi 20 anni, confermandosi il più longevo al mondo. Fuori dai confini sardi, invece, le altre quattro zone blu del pianeta corrispondono alle isole di Okinawa (Giappone) e Ikaria (Grecia), alla penisola di Nicoya (Costa Rica) e alla città di Loma Linda (California).

Dalla notte dei tempi si sogna di scoprire l’elisir che permetta di vivere il più a lungo possibile. In assenza di pozioni magiche, l’unica possibilità è osservare e provare ad emulare le comuni abitudini tra i centenari delle zone blu. Non trattandosi di un gene ereditario – come dimostrano le popolazioni sopra citate, tutte differenti tra loro dal punto di vista genetico – le cause vanno ricondotte a un ambiente puro, un’alimentazione ricca di fibre e uno stile di vita dinamico.        

Per una vita lunga e in salute sono fondamentali l’acqua buona e il cibo sano, oltre all’assenza di vizi e dipendenze deleterie come il tabagismo, ma un altro fattore determinante risiede indubbiamente nello stress azzerato di una vita senza continue scadenze da rincorrere. La padronanza del proprio tempo resta sempre la prima fonte di felicità.

Meditazione e spiritualità fanno il resto, con particolare riferimento soprattutto alla zona blu orientale di Okinawa, così come l’attività fisica, da intendersi non necessariamente nella misura di una pratica sportiva agonistica, ma anche come lavoro della terra che fornisce il sostentamento quotidiano o semplici camminate all’alba e al tramonto, respirando profonde boccate di aria pulita.

Ecco il team di “On The Blue”: Carolina, Cinzia, Consuelo, Costanza, Fabrizio, Francesca, Katia, Lorenzo, Lucio, Martina, Manuel, Pino, Roberto e Stefano. Ogni giorno vi raccontiamo l'acqua in ogni sua forma e declinazione, attraverso esperienze e racconti delle donne e degli uomini che seguendo il flusso delle onde andremo a incontrare, o ci verranno incontro.

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