Oceano, un mondo in divenire

di Luigi Finucci

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…è tempo di ripensare l’idea di pianeta e l’idea di vita a partire da Oceano...” così scrive nella quarta di copertina Simone Regazzoni, lasciando un messaggio nella bottiglia e gettandola nelle acque.

Simone Regazzoni, allievo di Jacques Derrida, consegue il dottorato in filosofia in cotutela presso le università di Parigi e Genova. Ha insegnato all’Università Cattolica di Milano e nell’università di Pavia. Attualmente è docente presso l’IRPA (Istituto Ricerca Psicoanalisi Applicata) di Milano ed è autore di una quindicina di volumi.

Simone Regazzoni
Oceano si Simone Regazzoni

Nel suo ultimo libro “Oceano – Filosofia del pianeta” il filosofo Regazzoni ci mette davanti una verità vera e cruda: abbiamo sempre pensato alla Terra come ad un pianeta nostro, ma il pianeta Oceano è qualcosa di più vasto, in continuo divenire, e non si limita alla terraferma ma è un flusso aperto alla coabitazione di tutti gli esseri viventi.

L’autore scrive questo volume nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico, precisamente sull’isola corallina di Maupiti, nella Polinesia francese. È lì per pensare come pensano i mari, per muoversi come si muovono le onde, e usando le parole di Regazzoni: “Sogno di scrivere un libro che parli la lingua dell’acqua di Oceano”.

Per entrare in questo mondo, bisogna abbandonare ogni concetto terrestre, tutte le definizioni dei confini umani sono da gettare. Oceano, allora, non è un luogo e tanto meno un oggetto, semmai è l’origine di ogni pensiero.

Maupiti, Polinesia Francese

In effetti, nella filosofia presocratica l’acqua è l’archè di tutto: Talete di Mileto sostiene che “l’acqua è il principio di tutto”. Ma che cosa vuol dire, propriamente, che in principio c’era l’acqua? In sostanza vuol significare che, se al principio dell’umanità c’era l’acqua, la vita agli esseri umani non è stata data da un’entità divina, ma da un elemento naturale, quindi alla base della creazione non c’era nessuna parola e nessun ragionamento. C’era solo acqua. L’acqua dell’Oceano è perpetua, scorre incessantemente, e tiene insieme tutto il pianeta.

La vita sul nostro pianeta per milioni di anni è rimasta nell’acqua, basti pensare ai nostri antenati anfibi, solo in seguito si è depositata sulla terraferma. Noi esseri viventi siamo custodi di un bene straordinario, noi che ci muoviamo a terra, siamo come acquari, colmi di vita e depositari di un flusso. Accettare questo flusso, significa abbandonarsi all’evidenza che siamo parte di qualcosa in divenire. Ed è proprio dinanzi alle onde dell’oceano che si percepisce tutta questa energia, tutta questa potenza che attende di “fluire”.

Moby Dick di Herman Melville

L’ autore nel libro cita spesso Melville e il suo Moby Dick. La balena bianca è la rappresentazione della forza ingovernabile del flusso acquatico: è possibile solo accogliere la sua potenza. È la vita e la morte, unite fra loro da un flusso primordiale. È la natura che si manifesta, è un Dio implacabile che si scaglia come un’onda gigante sulle coste terrestri. Dinanzi allo spettacolo delle grandi onde oceaniche viene da pensare che l’uomo non è un’entità assestante bensì è parte di tutto. C’è una calma e uno scotimento nell’osservare l’azzurra distesa, a volte quieta e altre devastante. Non ci resta che sederci ed accogliere quel flusso primordiale che esiste dall’inizio dei tempi, molto prima della venuta dell’uomo, e assaporare la grandezza di Oceano.

Simone Regazzoni con questo libro, ci dona un essere pulsante vivo, che mostra uno spiraglio sulla vera essenza del nostro pianeta e dell’universo tutto. Vita e Morte, quiete e distruzione, parti opposte contenute nel medesimo fluire.

Sono maestro, coordinatore e docente della Federazione Italiana Nuoto. Oltre a insegnare nuoto e formare nuovi istruttori, ho scritto diversi libri di poesia, per adulti e per bambini, tra cui uno sul mondo dell'acqua (Il mondo di sotto - Giaconi Editore). Ho sempre sognato di andare nello spazio e l'unica volta che mi sono sentito sospeso è stato proprio immerso nell' acqua. Avvolto da questo elemento riuscivo a sentire meglio me stesso e a pensare ai grandi dilemmi della vita, come un filosofo. C'è qualcosa di ancestrale, e nei primi anni da bagnino appena maggiorenne, all'orizzonte dove il blu del cielo si incontrava con quello del mare riuscivo a dimenticare i problemi della vita e a stare in pace con me stesso.

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Nasce il nuovo progetto di comunicazione che unisce sotto un’unica piattaforma online gli appassionati del mondo dell’acqua declinato in tutte le sue forme.

 

La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

Acqua e onda: ovvero identica radice linguistica per due elementi che non possono esistere l’uno senza l’altro. 

 

Le onde sono un movimento perpetuo, sono il fluido che rappresenta l’impulso positivo al cambiamento.

 

Da qui nasce l’avventura di “On the Blue”: che ogni giorno vi condurrà in un viaggio in compagnia di chi questo elemento lo vive e lo ha vissuto.

 

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