Nuoto, la ricetta di Razzetti: «Misti, mare e pesto»

Il genovese agli Europei di Budapest ha vinto bronzo nei 200 e argento nei 400: «Tokyo? La finale sarebbe un bell’obiettivo»

di Roberto Parretta

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gli Assoluti di Riccione a marzo aveva timbrato un pass per Tokyo per molti sorprendente, agli Europei di Budapest ha fatto ancora meglio: con il bronzo nei "suoi" 200 misti e l'argento nei 400 misti, Alberto Razzetti può senza ombra di dubbio essere considerato la sorpresa degli Europei di Budapest. «Sul podio dei 400 mi sono goduto il momento, pensavo al presente e non a quello che dovrà arrivare». Nemmeno se il futuro ormai imminente si chiama Tokyo? «Raggiungere una finale all'Olimpiade sarebbe un bell'obiettivo, il sogno di chiunque».

Un sogno che Alberto Razzetti insegue da quando aveva zero anni. «Ero piccolissimo, mamma Barbara mi racconta che la prima volta in acqua avevo 4 mesi, eravamo a Vicenza dai nonni paterni. Poi con i corsi ho iniziato a 4-5 anni. Non mi piaceva tantissimo, ricordo che facevo impazzire i maestri perché mi annoiavo e volevo sempre giocare. Poi però mi divertivo perché c’erano gli amici. Adesso l’acqua è parte fondamentale della mia vita, la mia passione, il mio lavoro, la mia soddisfazione». Razzetti è genovese di Sestri Levante e, anche per questo, da buon uomo di mare, cerca nel suo piccolo di rispettare l’ambiente: «Evitare gli sprechi e non inquinare, è il minimo che possiamo fare».

Fra due settimane compirà 22 anni, ma l’ultimo al momento sembra sia stato davvero decisivo per la sua esplosione: cresciuto nel Genova Nuoto sotto la guida di Davide Ambrosi, dalla scorsa estate si è trasferito a Livorno per mettersi nelle mani di Stefano Franceschi, vero specialista dei misti. «La mia società ha fatto tutto quello che era nelle sue possibilità e io ci tengo sempre, sento un fortissimo legame verso a realtà che rappresenta il mio territorio. Ho cambiato solo per andare a trovare nuovi stimoli e compagni di allenamento di un certo livello. Siamo un bel gruppo, leghiamo molto anche fuori dalla piscina, Stefano oltre a essere l’allenatore è un amico, abbiamo costruito un bel rapporto che aiuta».

Un cambio benedetto anche dal suo gruppo sportivo, le Fiamme Gialle: «E’ stato un confronto utile, loro conoscevano Stefano perché anche Sara Franceschi è finanziere e hanno pensato che fosse il percorso giusto per me». E che ha portato frutti che in pochi potevano immaginare. «Stefano mi ha aiutato molto nella gestione della gara, abbiamo parlato molto di come gestirla meglio in base alle mie caratteristiche», spiega Razzetti. Che, come abbiamo visto, ha il suo punto debole nel dorso, mentre riesce a ribaltare tutto con la frazione a rana? Come si fa a non farsi prendere dal panico? «Innanzi tutto ci sono abituato, sono preparato al fatto che gli altri risalgano con il dorso, cerco di non farmi prendere dall’agitazione, poi quando mi giro a rana mi sento a mio agio, vedo che recupero e questo mi aiuta a ricostruire bene la gara. E adesso? Sappiamo bene cosa vogliamo fare e che tipo di lavoro fare per migliorare».

Intanto da Genova a Livorno c’è sempre il mare come denominatore comune: «Le città marinare… anche se la rivalità maggiore era con Pisa. Mi trovo benissimo anche a Livorno, sono due città tranquille, lontane dal caos, poi il fatto che ci sia il mare mi ha fatto subito sentire a casa». Ora però veniamo alla questione più seria? Trofie al pesto o cacciucco? «Il cacciucco non l’ho ancora provato, ma posso dire senza troppi dubbi che le trofie non possono essere battute». Specialmente se a fornire il pesto originale è nonna Ines…

Ho iniziato ad appassionarmi di sport dalla nascita e da 20 anni sono collaboratore della Gazzetta dello Sport. Ho seguito tantissime discipline: principalmente rugby (corrispondente in 3 edizioni dei Mondiali in Francia, Nuova Zelanda e Inghilterra e tutti i Sei Nazioni dal primo del 2000), poi fra gli altri equitazione, taekwondo, surf, atletica leggera e ovviamente anche nuoto. I miei risultati sportivi di maggior rilievo? Ultimo nelle batterie dei 50 stile libero al memorial Boscaini del 1985 e medaglia di bronzo al Settecolli 2019 nei 50 stile dei giornalisti!

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