Le cannucce del futuro sono a base di alghe

di Martina Grandori

L

a cannuccia? Uno degli emblemi alla lotta contro la la plastica nei mari, si stima più di un miliardo al giorno quelle usate prima del grande stop

Da anni si cerca di bandirle con risultati più o meno incisivi, la sottile asticciola si porta dietro il peso di cattivi comportamenti umani, dell’incuria, del degrado del Pianeta, ma nessuno di fatto l’ha mai abbandonata fino in fondo, negli anni ne sono state presentate diverse versioni alternative molto meno impattanti in carta riciclata, a base di zucchero glassato, amido di mais e acqua, in bambù, aromatizzata e commestibile, riutilizzabile in acciaio o in vetro, ma la versione che incuriosisce di più è quella a base di alghe oceaniche.

A brevettarle due designer americane, Chelsea Briganti e Leigh Ann Tucker con la loro start up Loliware frutto di un proficuo crowdfunding su Indiegogo e Kickstarter. L’ispirazione per le due designer? Tutto ciò che creiamo dovrebbe essere progettato per poi scomparire, dissolversi senza impattare sull’ambiente, il problema dei rifiuti oggi è così grave perché tutto viene prodotto con materiali non degradabili e quindi inquinanti.

Si chiama Blue Carbon Straw, la cannuccia di Loliware compostabile (anche a casa), biodegradabile e commestibile, diversi i sapori: dalla menta alla vaniglia, passando per le fragole. Il punto di partenza da cui è partito il team di Loliware sono le alghe, materiale organico rinnovabile e di facile approvvigionamento, di facile coltivazione senza impattare sugli oceani, carbon-capturing, ossia naturalmente capace di catturare CO₂ anche più delle piante terrestri, ha una durata di 24 ore all’interno di una bevanda e una durata generica massima di 24 mesi.

Inoltre, dai test effettuati, risulta che le cannucce Blue Carbon hanno lo stesso impatto tattile sulle labbra di una qualsiasi altra versione in plastica. Nel tempo Loliware, avvalendosi dell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento automatico, sta perfezionando le formulazioni a base di alghe per produrre sempre meglio articoli monouso, il tutto creando un database come risposta veloce ed efficiente nella creazione di nuovi prodotti.

Le Blue Carbon sono frutto della SEA Technology, un processo in cinque fasi che trasforma le alghe in pellet e i pellet in cannucce ma che vuole poter essere declinato anche ad utensili di plastica, tazze, coperchi e contenitori da asporto usa e getta. Perché la lotta alla plastica ormai è una missione che accomuna tutti e tutti i giorni dell’anno.

Sono Martina Grandori, vivo quotidianamente con il senso dell’umorismo e alla ricerca dell’estetica, tento di migliorarmi ogni giorno in nome di una magica evoluzione, nutrendo il mio giardino degli interessi. Adoro scrivere, lo faccio da vent’anni in qualità di giornalista specializzata in lifestyle, prestata poi al mondo dell’ambiente e della sostenibilità. Sono madre di due bambine che hanno rivoluzionato la mia vita in positivo, da sempre vivo nella bellissima Milano, città che adoro perché ha moltissimo da offrire oltre allo smog.

TOP

 

 

Nasce il nuovo progetto di comunicazione che unisce sotto un’unica piattaforma online gli appassionati del mondo dell’acqua declinato in tutte le sue forme.

 

La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

Acqua e onda: ovvero identica radice linguistica per due elementi che non possono esistere l’uno senza l’altro. 

 

Le onde sono un movimento perpetuo, sono il fluido che rappresenta l’impulso positivo al cambiamento.

 

Da qui nasce l’avventura di “On the Blue”: che ogni giorno vi condurrà in un viaggio in compagnia di chi questo elemento lo vive e lo ha vissuto.

 

SEGUI LE NOSTRE

“ONDE BLU”!!!