La nuova frontiera del raffreddamento dei server è ad acqua

di Martina Grandori

S

i combatte il riscaldamento climatico anche scegliendo il giusto server, il green computing è sempre più una realtà concreta scelta dalle aziende che di fatto vedono la sostenibilità non come un costo in più ma come un’opportunità, un modo di comunicare loro stesse attraverso il rispetto e l’attenzione per l’ambiente.

Una di queste è Lenovo – società impegnata nella Dichiarazione sulle tecnologie digitali, le GSMA – che da otto anni si impegna nella ricerca e nel 2019 aveva lanciato insieme ad Intel Cannon, il primo supercomputer raffreddato ad acqua, ed ora è la volta della tecnologia Smarter, un’altra soluzione che fa l’occhiolino al green computing, l’informatica che guarda alla sostenibilità impegnandosi a migliorare le condizioni ambientali.

Sempre più persone oggi sono attente alle emissioni prodotte da tutto quello che li circonda, la trasparenza sull’origine del prodotto, sulle fonti energetiche impiegate per realizzarle che devono essere sempre più sostenibili e rinnovabili è un mantra per i manager delle aziende. Un esempio poco diffuso che rende bene l’idea? Circa il 2% dell’elettricità globale viene usata per alimentare i data center, con un aumento del 12% annuo. Le aziende  hanno  dunque l’obbligo di cercare fonti energetiche più efficienti anche quando si tratta di data center.

Con l’aumento esponenziale del cloud computing, smart working, video chiamate e dell’intrattenimento online, c’è più che mai bisogno di ottimizzare l’efficienza  dei  data center e un’aspetto chiave è anche il raffreddamento dei server. Con un processo di “vaporizzazione” Microsoft stima un’efficienza di dissipazione del calore del 15% superiore alle tradizionali tecniche ad aria, a tale proposito sta conducendo test, il raffreddamento ad acqua è una tecnica ancora in via di sviluppo. Il sempre maggior utilizzo del computer in seguito alla pandemia fa si che la necessità di raffreddamento delle CPU e di altre componenti elettroniche sia esplosa: il calore è il nemico principale dei circuiti sensibili e provoca spegnimenti, prestazioni rallentate e perdita di dati.

Il brevetto Lenovo Neptune™ è la visione in chiave olistica del raffreddamento dei data center avvalendosi dell’acqua calda (fino a 50 C°), senza però nessun abbassamento di performance riguardo a prestazioni, efficienza energetica e risparmi sui costi del 30-40% e le CPU possono funzionare in modalità “turbo” senza interruzioni, ottenendo dalla CPU prestazioni fino al 10% superiori. In questo modo si risparmia il 25% sul consumo di aria condizionata annuale, il 5% di energia elettrica per un totale complessivo stimato del 45% sui costi generali di energia elettrica.

Sono Martina Grandori, vivo quotidianamente con il senso dell’umorismo e alla ricerca dell’estetica, tento di migliorarmi ogni giorno in nome di una magica evoluzione, nutrendo il mio giardino degli interessi. Adoro scrivere, lo faccio da vent’anni in qualità di giornalista specializzata in lifestyle, prestata poi al mondo dell’ambiente e della sostenibilità. Sono madre di due bambine che hanno rivoluzionato la mia vita in positivo, da sempre vivo nella bellissima Milano, città che adoro perché ha moltissimo da offrire oltre allo smog.

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Nasce il nuovo progetto di comunicazione che unisce sotto un’unica piattaforma online gli appassionati del mondo dell’acqua declinato in tutte le sue forme.

 

La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

Acqua e onda: ovvero identica radice linguistica per due elementi che non possono esistere l’uno senza l’altro. 

 

Le onde sono un movimento perpetuo, sono il fluido che rappresenta l’impulso positivo al cambiamento.

 

Da qui nasce l’avventura di “On the Blue”: che ogni giorno vi condurrà in un viaggio in compagnia di chi questo elemento lo vive e lo ha vissuto.

 

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