Intima e accogliente, l’isola di Ortigia è un mondo a sé

Centro storico della città di Siracusa, Ortigia si raggiunge solo attraverso un ponte. Una volta fatto si entra in un universo diverso fatto di orizzonti blu, pietra bianca, storia e ottimo cibo

di Carolina Saporiti

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avid Herbert Lawrence nel racconto L’uomo che amava le isole spiega il bello di questi pezzetti di terra circondati dal blu “... un’isola è un nido che contiene un uovo soltanto. E quell’uovo è l’isolano stesso”.

Che è un po’ come dire che le isole sono belle proprio per il loro isolamento e non c’è niente di più vero. Perché le isole sono mondi a sé. Ortigia è l’isola dell’isola ed è quindi giusto arrivarci facendoci caso quando si attraversa il ponte che la collega “al resto del mondo”.

Ortigia è uno di quei luoghi dove, non si sa perché, ci si sente subito a casa. Non accoglie con un benvenuto, ma con un bentornato e infatti ci si sente, da subito, nel posto giusto, al momento giusto, nonostante sia facile perdersi. Il centro storico di Siracusa è infatti un dedalo di piccole vie lastricate, quasi tutte pedonali. Il modo migliore per visitarla è quindi questo: uscire e andare dove ci spinge l’istinto. E tra ristoranti dove non si smetterebbe mai di mangiare, boutique dove è difficile resistere alle tentazioni (tra i tanti, segnaliamo i negozi Ortigia Sicilia Profumi e Circo Fortuna), profumi di cibo nell’aria… è davvero un attimo dimenticarsi del resto del mondo.

La storia di Ortigia è affascinante e vede intrecciarsi e sovrapporsi passaggi di popoli, culture, lingue e religioni diverse. Ed è nel Duomo che lo si può vedere più facilmente. La maestosa cattedrale è dedicata alla Natività di Maria Santissima e accoglie in facciata anche la martire e patrona siracusana, santa Lucia e san Marciano – primo vescovo della città. Ma è osservando il lato sinistro della cattedrale che si scopre molto di questa città.

Sono infatti visibili le antiche colonne del peristilio del tempio di Atena in stile dorico e risalente al 480 a.C. Queste stesse colonne furono inglobate nella chiesa bizantina. Successivamente, durante il IX secolo, sotto la dominazione araba, l’edificio fu adibito a moschea, mentre nel XII secolo tornò al culto cristiano divenendo chiesa normanna. La facciata di questo periodo venne completamente perduta nel terribile terremoto del 1693 e quella attuale, barocca, risale ai primi del Settecento.

A pochi passi da lì, nella chiesa dedicata alla patrona della città, è custodito Il seppellimento di santa Lucia di Caravaggio, ma vale la pena anche abbassare lo sguardo per la bellezza delle piastrelle. Da qui, dalla piazza del Duomo, si prende una strada in discesa che arriva alla Fonte Aretusa che lega la sua storia a quella greca.

I Greci, infatti, ispirati da questo luogo e dalle acque dolci che scorrono nel sottosuolo a pochissimi metri dal mare, narrarono la storia della bellissima ninfa Aretusa, trasformata in sorgente da Artemide, e di Alfeo, divinità fluviale che si innamorò perdutamente della giovane, tanto da ottenere da Zeus di unirsi eternamente con l’amata. Questo luogo non incantò solo il popolo greco, ma anche Cicerone, Guy de Maupassant, Carducci, Edmondo de Amicis e chiunque, ne siamo certi, abbia la fortuna di essere lì all’ora del tramonto.

Ortigia è ovviamente anche da mangiare! Farlo bene qui non è difficile e certo non si può perdere un giro e qualche assaggio al mercato, dove vanno a ruba i panini con il pesce del Caseificio Borderi, ma bisogna sapere che in alta stagione si potrebbe fare più di un’ora di coda. L’alternativa, non molto meno frequentata e altrettanto consigliata, si trova proprio accanto dai Fratelli Burgio, che hanno un locale anche alla marina. Ma la bellezza di Ortigia risiede anche nei suoi palazzi che custodiscono cortili magnifici, dove spesso hanno sede i ristoranti… Fatevi tentare, entrate e prendete posto. Solo a tavola si può dire “concluso” un viaggio a Ortigia.

Laureata in Lettere Moderne, sono giornalista professionista dal 2011 e vivo a Venezia. Collaboro con diverse testate online e offline. Mi piace scrivere di cose belle e buone: viaggi, cibo&vino, cultura e ambiente. Amo camminare, in spiaggia o nei boschi. Sono curiosa, leggo e prendo sempre appunti.

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