Carola Barbero ci insegna “L’arte di nuotare”

di Luigi Finucci

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...I nuotatori quando escono dall’acqua, sorridono. I corridori fanno smorfie impressionanti, i ciclisti digrignano i denti, i tennisti chiudono ermeticamente le labbra. I nuotatori sorridono.”

Così Carola Barbero, professoressa di Filosofia del Linguaggio all’Università di Torino introduce alla lettura del suo libro sul nuoto.

Il libro s’intitola “L’arte di nuotare – Meditazioni sul nuoto” edito da Il Melangolo, ed è un percorso suddiviso in otto tappe così come i capitoli.

Capitoli che divengono le fasi fondamentali dell’approccio all’acqua: le Acque, il Tuffo, l’Apnea, i quattro stili (il Crawl o Stile Libero, il Dorso, la Rana e il Delfino) e infine il Traguardo.

Una disamina minuziosa quella dell’autrice che ci porta dentro il senso profondo di stare in acqua. Si sente tutto il suo essere ricercatrice: cosa si nasconde dietro questo elemento?

Poeti, filosofi, grandi uomini del passato hanno provato a capirlo e come scriveva H. D. Lawrence nella poesia Il terzo elemento “…l’acqua è h2o, due parti di idrogeno, una di ossigeno/ ma c’è anche un terzo elemento che la rende acqua/ e nessuno sa cosa sia.”

Queste parole citate nel primo capitolo invogliano il lettore fin da subito a “tuffarsi” in questo mondo, alla ricerca dell’elemento mancante. Ogni capitolo è una metafora del gesto a cui si tende o si vuole imparare.

Il tuffo ricorda il volo, e con esso tutte le sensazioni che ne derivano. Dapprima la paura del vuoto, ma è sufficiente lasciarsi alle spalle le catene e i timori per sentire il vento e il sole in viso.  Basta avere il coraggio di lanciarsi per sentirsi liberi.

Man mano che si va avanti nella lettura, in ogni capitolo si scopre un particolare che lega l’acqua all’uomo. L’uomo che si adatta, perché sa che non può vincere. L’uomo che trema, l’uomo che nasce, l’uomo che riscopre alcuni istinti sopiti.

E’ sufficiente pensare all’istinto della chiusura della glottide di un neonato, che immerso in un liquido o nell’acqua, riesce a immergersi senza bere. Istinto che manterrà nei primi nove mesi di vita ma che renderà il suo successivo l’approccio all’acqua sereno. Il binomio fra essere umano e acqua è primordiale, inizia ancora prima di venire al mondo.

Si arriva infine a trattare il tema del “ traguardo”. Il nuoto è uno sport dove una persona si allena duramente per una singola gara, c’è qualcosa di eroico, che riporta alla mente grandi imprese. Così come il caso di Eileen, la misteriosa fanciulla de La Traversata  di Boris Biancheri, che si allena per battere il record femminile di attraversamento della Manica a nuoto e che incarna la solitudine del nuotatore che non ha nulla a che fare con la tristezza o la malinconia, perché è bella e preziosa.

Ed è così. Tutto è amplificato tra le onde del mare, dove ci si sente persi ma nello stesso momento ci si sente vivi. In fondo il vero traguardo è provare quelle sensazioni nel mezzo del percorso e non nel raggiungimento della meta in sé.

E Carola Barbero nella quarta di copertina ci lascia un fotogramma di sintesi del suo pensiero: “L’acqua avvolge braccia, gambe, testa, dando un senso di pace e protezione; allontana le preoccupazioni e i rumori del mondo che si impongono, travolgono, comandano. Un tuffo e tutto scompare: il mondo è messo tra parentesi, fino al prossimo respiro.”

L’autrice ci invita a trarre gli insegnamenti del nuoto e applicarli alla vita. Ascoltare quella voce interiore che dice “dai,dai”, che ci spinge ad andare avanti e arrivare al bordo o alla meta.

Tutto sta riuscire a sentirla.

Sono maestro, coordinatore e docente della Federazione Italiana Nuoto. Oltre a insegnare nuoto e formare nuovi istruttori, ho scritto diversi libri di poesia, per adulti e per bambini, tra cui uno sul mondo dell'acqua (Il mondo di sotto - Giaconi Editore). Ho sempre sognato di andare nello spazio e l'unica volta che mi sono sentito sospeso è stato proprio immerso nell' acqua. Avvolto da questo elemento riuscivo a sentire meglio me stesso e a pensare ai grandi dilemmi della vita, come un filosofo. C'è qualcosa di ancestrale, e nei primi anni da bagnino appena maggiorenne, all'orizzonte dove il blu del cielo si incontrava con quello del mare riuscivo a dimenticare i problemi della vita e a stare in pace con me stesso.

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Nasce il nuovo progetto di comunicazione che unisce sotto un’unica piattaforma online gli appassionati del mondo dell’acqua declinato in tutte le sue forme.

 

La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

Acqua e onda: ovvero identica radice linguistica per due elementi che non possono esistere l’uno senza l’altro. 

 

Le onde sono un movimento perpetuo, sono il fluido che rappresenta l’impulso positivo al cambiamento.

 

Da qui nasce l’avventura di “On the Blue”: che ogni giorno vi condurrà in un viaggio in compagnia di chi questo elemento lo vive e lo ha vissuto.

 

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