Aquaer realizza il sogno dell’acqua dall’aria

di Redazione

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l claim di Aquaer, società spagnola, è “Il nostro obiettivo è quello di fornire acqua potabile dove non sono disponibili altre fonti d'acqua, salata o meno”. La cosa meravigliosa è che questa frase non è solo uno slogan ma è la realizzazione di un sogno: produrre l’acqua dall’aria.

L’idea ha avuto origine da Enrique Veiga, un ingegnere galiziano in pensione con più di 50 anni di esperienza nel settore della refrigerazione industriale, durante la grande siccità a Siviglia tra il 1992 e il 1995, osservando la condensazione in celle frigorifere, ha deciso di progettare un sistema che sfruttasse tutta quella condensa, trasformandola in acqua potabile.

Nel corso degli anni Veiga ha cercato di migliorare la sua macchina e nel 2005 Aquaer ha registrato il brevetto e, dieci anni dopo, nel 2015, la domanda del mercato li ha completamente sopraffatti per diventare quello che sono oggi. « Ci sono altri dispositivi al mondo che sono in grado di condensare l’acqua ma in condizioni ottimali di umidità relativa al 60% o all’80%. Noi lo facciamo in condizioni estreme, come ad esempio con una temperatura 45 Cº e umidità 8% e ne siamo molto orgogliosi», ha detto Veiga.

Ad esempio, l’aria a 30ºC e il 60% di umidità contiene più di 16 grammi di acqua per Kgr. di aria. Se la temperatura dell’aria viene abbassata al di sotto del suo punto di rugiada, che è la temperatura alla quale inizia la condensazione, otterremo acqua simile all’acqua piovana.

E non c’è da meravigliarsi. La sua acqua è completamente sicura per il consumo. «È come la pioggia, ha a una temperatura di circa 12 ° C ed è molto piacevole da bere. Io la bevo da anni e sto perfettamente», ammette sorridendo Veiga.

L’acqua è un elemento indispensabile per la vita, ma il previsto aumento della popolazione mondiale e la diminuzione delle riserve naturali fanno presagire un futuro difficile per la sua disponibilità. Pur ricoprendo il 71% della superficie terrestre, soltanto lo 0.03% dell’acqua terrestre è adatta al consumo umano. Infatti secondo l’UNICEF, oggi più di 750 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile sicura e migliaia di bambini muoiono ogni giorno per aver bevuto acqua contaminata. La macchina creata da Veiga offre l’opportunità di alleviare la sete nel mondo.

«L’idea è nata come funzione sociale per fornire acqua potabile a tutte le persone che non hanno accesso ad essa» dichiara Juan Veiga, figlio dell’inventore e manager della società di Siviglia, il quale riferisce che «l’acqua potabile creata può essere immagazzinata in serbatoi affinché le persone abbiano la propria fornitura. Produciamo generatori che producono da 50 a 5.000 litri di acqua al giorno e possiamo installare diversi moduli per produrre l’acqua desiderata. Il generatore Aquaer è costituito da un circuito frigorifero che raffredda un flusso d’aria prelevato dall’esterno per condensare gran parte del contenuto di umidità, generando acqua».

L’azienda di Siviglia è in contatto con il governo della Namibia, un paese devastato dalla siccità, soprattutto nella zona del deserto del Kalahari e sta seguendo il progetto “Namwater” che mira a fornire acqua potabile a tutta zona. Il paese ha commissionato uno studio di fattibilità e le esigenze al fine di dispiegare 500 generatori.

Aquaer Generators ha pensato in un primo momento che la sua macchina sarebbe stata molto utile nei luoghi desertici, ma presto si è reso conto che c’è bisogno di acqua in tutto il mondo: « La scorsa settimana abbiamo inviato 1.500 macchine nel deserto della Namibia ma ci hanno già chiamato da Cile, Argentina, Venezuela, Perù, California, Australia … e anche i cinese!» dice Vega con sorpresa e orgoglio.

Inutile dire che, grazie alla fonte di energia utilizzata, i generatori Aquaer sono in grado di lavorare in aree desertiche nel pieno rispetto dell’ambiente e non causano alcun inquinamento. Tali macchine sono facilmente collegabili ai pannelli solari e comodamente installabili in qualsiasi sito senza problemi.

Finalmente un sogno che si avvera… Grazie Enrique!

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La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

Acqua e onda: ovvero identica radice linguistica per due elementi che non possono esistere l’uno senza l’altro. 

 

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