“Algovoltaico”: verso una nuova era della green energy

di Redazione

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opo anni di disastri che ci stanno avviando verso un punto di non ritorno e la crisi energetica mondiale, il mondo ha un disperato bisogno di abbracciare nuove tecnologie per la tutela dell’ambiente, innescando una ripartenza non più procrastinabile che consenta di rilanciare concretamente il mercato dell’energia pulita.

Di pannelli solari sentiamo parlare da decenni e indubbiamente la loro introduzione ha segnato un punto di svolta, ma una nuova era in grado di superare anche i limiti di questi ultimi potrebbe essere favorita dall’integrazione tra produzione agricola e generazione energetica. A dettare le linee guida, in tal senso, è il cosiddetto “algovoltaico”, tecnologia applicata alla coltivazione delle microalghe.

L’ultima frontiera della green energy è infatti quella dei pannelli solari realizzati con le alghe: una soluzione apparentemente inconcepibile, ma che in realtà – dopo un secolare utilizzo intensivo dei combustibili fossili – è il risultato del lavoro costante, ambizioso e certosino, all’insegna dell’innovazione, portato avanti da una startup di studiosi messicani.

Primo impianto pilota ENEA e EGP

Il motivo per cui questi ultimi hanno integrato le alghe nella produzione di tali dispositivi è presto spiegato: dalle stime condotte è emerso che ogni chilo di materiale organico assorbe due chili di anidride carbonica e restituisce ossigeno per mezzo della fotosintesi, purificando l’aria all’interno di questi bio-pannelli. L’acqua contenuta nel materiale vegetale, insieme all’anidride carbonica assorbita, cattura il calore delle radiazioni solari – proprio come i comuni pannelli che conosciamo – e incanala energia per la casa, caratterizzata da finestre di un bel color verde brillante.

Più radiazioni faranno crescere maggiormente le alghe, che dunque cattureranno sempre più anidride carbonica: di conseguenza, l’acqua si scalderà più in fretta, autoproducendo maggior energia e al tempo stesso ripulendo l’atmosfera. Inoltre, dopo aver esaurito la loro funzione all’interno dei pannelli, le alghe potranno essere riutilizzate anche in un secondo momento, ad esempio come biomassa vegetale per biocarburanti e fertilizzanti a costo zero, evitando così ogni forma di spreco.

Sul progetto che abbina la produzione di energia elettrica da fotovoltaico alla coltura di microalghe hanno investito Enel Green Power, la piattaforma Enel dedicata alle fonti rinnovabili, ed Enea, l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile, firmando un accordo per la sperimentazione presso l’impianto pilota del Centro Ricerche Enea di Portici (Napoli).

«I risultati di queste attività sperimentali – puntualizza il Responsabile Innovazione di Enel Green Power, Nicola Rossi – ci offrono l’opportunità di identificare interventi efficaci che soddisfino le esigenze locali, in sinergia con l’obiettivo di produrre energia senza emissioni e a basso costo. Questa è la chiave per rendere la generazione rinnovabile ancor più sostenibile nel lungo termine».

«Con questo accordo – ribadisce Ezio Terzini, direttore della divisione Enea di Fotovoltaico e Smart Device presso il dipartimento Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili – lanciamo una nuova sinergia per l’uso condiviso del suolo che abbiamo definito, con un nostro marchio, “algovoltaico”, una delle opportunità dell’“agrivoltaico».

Ecco il team di “On The Blue”: Carolina, Cinzia, Consuelo, Costanza, Fabrizio, Francesca, Katia, Lorenzo, Lucio, Martina, Manuel, Pino, Roberto e Stefano. Ogni giorno vi raccontiamo l'acqua in ogni sua forma e declinazione, attraverso esperienze e racconti delle donne e degli uomini che seguendo il flusso delle onde andremo a incontrare, o ci verranno incontro.

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Nasce il nuovo progetto di comunicazione che unisce sotto un’unica piattaforma online gli appassionati del mondo dell’acqua declinato in tutte le sue forme.

 

La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

Acqua e onda: ovvero identica radice linguistica per due elementi che non possono esistere l’uno senza l’altro. 

 

Le onde sono un movimento perpetuo, sono il fluido che rappresenta l’impulso positivo al cambiamento.

 

Da qui nasce l’avventura di “On the Blue”: che ogni giorno vi condurrà in un viaggio in compagnia di chi questo elemento lo vive e lo ha vissuto.

 

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