Una zanna di mammut datata centomila anni sul fondo del Pacifico

di Manuel Gavini

N

on finiscono di regalare sorprese i fondali delle acque di tutto il mondo. L’ultima notizia risale al tramonto dello scorso anno e stavolta riguarda il luogo per eccellenza meno esplorato del pianeta: il fondale oceanico.

Un gruppo di ricerca oceanografica ha recuperato una zanna di mammut nel Pacifico, a 3.070 metri di profondità. La spedizione attivata dal Monterey Bay Aquarium Research Institute (MBARI) è riuscita a estrarre la zanna, dando ai ricercatori l’opportunità di studiarla in modo più dettagliato. Essa, peraltro, si è manifestata perfettamente integra nella sua originalità da almeno centomila anni, grazie alla combinazione tra le basse temperature dell’ambiente freddo e l’alta pressione delle profondità marine che l’hanno preservata

L’insolito oggetto era già stato individuato durante una precedente spedizione a cura della nave da ricerca RV Western Flyer nel 2019, quando il ricercatore Steven Haddock, insieme al pilota Randy Prickett, esplorarono una montagna sottomarina situata a 300 chilometri al largo delle coste della California centrale, grazie al decisivo contributo del braccio meccanico del ROV (Remotely Operated Vehicle), un sottomarino a comando remoto. La zanna, prima di rivelarsi tale, a prima vista assumeva le sembianze di un tubo lungo circa un metro e lievemente ricurvo.

Haddock e Prickett tentarono il prelievo immediato, riuscendo tuttavia a estrarre dall’acqua solo un piccolissimo frammento, subito esaminato. L’analisi del campione – per mezzo delle scansioni di tomografia computerizzata in grado di rilevare l’intera struttura interna tridimensionale e ulteriori informazioni sulla storia dell’animale, come la sua età – confermò la loro ipotesi, convincendo una squadra di esperti sommozzatori a rimettersi in mare dopo la pandemia per recuperare e portare in superficie tutto il reperto.

Con l’intera zanna finalmente a disposizione, è stato possibile anche estrarre il dna dal suo tessuto interno. Esso ha delimitato il campo d’indagine a un’esemplare femmina di mammut della Columbia (Mammuthus Columbi), specie estinta di elefante che visse in Nord America fra i centomila e i novemila anni fa.

Il Monterey Bay Aquarium Research Institute ha concluso la spedizione rilevando che «l’oceano rappresenta il 99% dello spazio in cui può esistere la vita su questo pianeta», confermando di fatto che simili ritrovamenti oceanici sarebbero meno rari se solo le attività umane non distruggessero, ad esempio con le trivellazioni, numerosi altri reperti ultra millenari di egual valore. «Poiché l’interesse per lo sfruttamento del mare profondo mediante l’estrazione di metalli preziosi è cresciuto – hanno concluso i ricercatori del MBARI – questa sorprendente scoperta serva come promemoria dei molti misteri rimasti degni della nostra protezione».

Mi chiamo Manuel, ho 33 anni e osservo da sempre con interesse ogni forma acquatica generosamente offerta dalla natura. Laureato con lode in Relazioni Internazionali nel 2012, dal gennaio successivo sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti. Il mio hobby preferito è viaggiare, ovunque, ma quando devo scegliere tra mare e montagna non ho dubbi: il richiamo dell’acqua è troppo forte! In questa foto mi trovo a Capri, durante la mia ultima vacanza "on the blue", immerso nell’inestimabile panorama con vista Faraglioni.

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