di Little Mune
Sei tutto solo?» chiese la ragazza dai capelli dorati rivolgendosi a quel bambino rannicchiato sotto una scalinata.
«Ho paura» piagnucolò il piccolo.
Lei gli afferrò la mano tremante, era così fuori di se che sentì di doverlo distrarre.
«La conosci la sensazione dell’acqua sulla pelle?» tentò di distrarlo.
«Ho sempre odiato fare la doccia» borbottò mentre a lei scappò una risata.
«Non quel tipo di acqua, al mare non ci sei mai stato?» lui scosse la testa.
Si inginocchiò davanti al bambino e gli chiese di chiudere gli occhi, lui obbedì, incredulo che qualcuno gli stesse dando tutte quelle attenzioni.
«Sei sulla riva, i bambini ridono, i grandi chiacchierano, c’è una gran confusione»
«Ti avvicini al mare e inizi ad allontanare gli altri suoni, senti il rumore delle onde che si infrange sui tuoi piedi, il freddo dell’acqua ti porta ad arricciare l’estremità delle dita, e un brivido ti attraversa le gambe e ti corre lungo la schiena per arrestarsi alla testa. Continui a immergerti, ormai sei quasi immerso del tutto e le voci delle persone non le senti affatto. Affondi la testa infrangendo la superficie dell’acqua e tutto si annulla, ti annulli un po’ anche tu. I suoni sembrano ormai un ricordo lontano, il silenzio imperversa libero nella tua mente, alleggerendo anche la tua anima.
Gli occhi ti bruciano, e tenti di mettere a fuoco ma le immagini sono sfocate, confuse, ma non ti importa perché per la prima volta in tutta la tua vita ti senti leggero. I capelli si librano nell’acqua come gli uccelli nell’aria, e hai come l’impressione di fluttuare in assenza di gravità. Sollevi lo sguardo, su, verso la
superficie, lasci uscire lentamente l’ossigeno dai polmoni, le bollicine volano libere lontane da te, come fossero riempite d’elio, ed è proprio così che ti senti tu adesso.
Ti distendi sul fondale, le mani si muovono nell’acqua come i rami nel vento, e osservi senza avere il bisogno di risalire per respirare, senza il bisogno di parlare. Per un istante, ogni tuo tormento, ogni tuo brutto pensiero si scioglie, purificato dall’acqua.
Mentre risali ti soffermi a guardare verso il basso.
Nel fondale, vi è disegnata dal sole un’intricata rete di linee che, infrangendosi sull’acqua, sembra quasi dissolversi, deformarsi.
Accade lo stesso sulla tua pelle, e col muoversi delle onde, quelle strane righe lucenti seguono il ritmo del mare. Ora ti senti di nuovo vivo, perché hai imparato a focalizzarti su ciò che hai intorno, e non solo su te stesso. Ora apri gli occhi» terminò la ragazza.
Il bambino sembrava essere rimasto senza parole, spalancò la bocca come per parlare ma non uscì alcun suono, allora la ragazza fece per andarsene.
«È davvero meraviglioso questo mare» ammise infine.
La ragazza, sorridendo, svanì per sempre dalla sua vista, ma mostrò all’anima del giovane, la luce.
Anni dopo il bambino divenne grande.
Un giorno incontrò una bambina rannicchiata sotto le scale.
Non ci volle molto tempo che nei suoi occhi rivide immediatamente se stesso. Si avvicinò piano. «Sei sola piccolina?» le chiese, ripetendo quelle stesse parole.
«Ho paura» mormorò lei, fu così che le raccontò quella stessa storia che gli aveva dato speranza.