Klaus Dibiasi: «Messico e strudel»

Ripercorriamo la storia olimpica delle discipline acquatiche attraverso i racconti e la vita dei protagonisti: nel 1968 il primo oro olimpico italiano dalla leggenda mondiale dei tuffi

di Roberto Parretta

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n ogni campo di calcetto di ogni angolo d'Italia, quando giochi una partita con gli amici, magari quelli che hanno almeno superato i 30 anni, se uno si butta per terra esagerando un fallo, risuona un'esclamazione: «Ma chi sei? Dibiasi?». Basta questo, forse, per definire l'entità della leggenda che Klaus Dibiasi si porta in giro tranquillamente quando passeggia per le strade di Roma. Per tutto il mondo, Dibiasi è la leggenda dei tuffi, il Maradona della piattaforma, il Mozart del carpiato. Tre medaglie d'oro in 3 edizioni diverse dei Giochi, 2 Mondiali e 3 Europei (in un'epoca in cui si disputavano ogni 4 anni): basterebbe solo quello per definirne la grandezza insuperata nella specialità dei tuffi.

Complice il ritorno a Tokyo a 57 anni da quella prima edizione dell’Olimpiade giapponese, On The Blue ha pensato che non ci sarebbe potuta essere occasione migliore per riaprire e chiudere quel cerchio andando a raccontare la carriera, ma soprattutto la vita, di chi è stato attore protagonista dei Giochi. Così, con un protagonista per edizione andremo a ripercorrere le storie dei più grandi azzurri e l’evoluzione delle discipline acquatiche. Un viaggio se vogliamo romantico, ma soprattutto istruttivo, destinato ai più giovani, per ricordare loro che se oggi abbiamo atleti di caratura mondiale capaci di riempire il medagliere olimpico, è perché qualcuno ha aperto per primo quella porta…

Nella vita e nella storia di Dibiasi che andiamo a raccontare c’è di tutto: c’è la storia di papà Carlo ai Giochi di Berlino 1936, c’è la seconda vita da allenatore e la terza con la moglie e anche lei tuffatrice Laura Schermi a guidare una società sportiva da 31 anni. E c’è una figlia surfista… Per scoprire qualche angolo ancora nascosto della leggenda Dibiasi, non resta altro da fare che seguirlo nei suoi racconti!

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https://youtu.be/dtheIdhbIqA

Ho iniziato ad appassionarmi di sport dalla nascita e da 20 anni sono collaboratore della Gazzetta dello Sport. Ho seguito tantissime discipline: principalmente rugby (corrispondente in 3 edizioni dei Mondiali in Francia, Nuova Zelanda e Inghilterra e tutti i Sei Nazioni dal primo del 2000), poi fra gli altri equitazione, taekwondo, surf, atletica leggera e ovviamente anche nuoto. I miei risultati sportivi di maggior rilievo? Ultimo nelle batterie dei 50 stile libero al memorial Boscaini del 1985 e medaglia di bronzo al Settecolli 2019 nei 50 stile dei giornalisti!

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Nasce il nuovo progetto di comunicazione che unisce sotto un’unica piattaforma online gli appassionati del mondo dell’acqua declinato in tutte le sue forme.

 

La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

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Le onde sono un movimento perpetuo, sono il fluido che rappresenta l’impulso positivo al cambiamento.

 

Da qui nasce l’avventura di “On the Blue”: che ogni giorno vi condurrà in un viaggio in compagnia di chi questo elemento lo vive e lo ha vissuto.

 

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