
Come possono vivere l’arte e l’ambientalismo? Lo scultore inglese Jason deCaires Taylor (1974) crea parchi o installazioni scultorei marini che possono essere fruibili da visitatori subacquei, ma che sono anche in grado di creare nuovi habitat per specie a rischio
di Carolina Saporiti
’è un museo che per essere visitato richiede di indossare maschera e pinne, ci sono sculture che oltre a essere suggestive opere d’arte vogliono essere prima di tutto nuove case per gli abitanti degli oceani.
Tutto questo è racchiuso nelle opere sottomarine realizzati da Jason DeCaires Taylor, artista e attivista che ha scelto di fare arte sotto il livello del mare. Lo scopo del suo lavoro è duplice: da una parte sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni critiche dei nostri mari, dall’altra creare delle barriere coralline artificiali che sostengano la vita marina in difficoltà.
Gli scienziati prevedono la scomparsa del 90% delle nostre barriere coralline naturali entro il 2050 e secondo uno studio pubblicato su “Science”, soltanto meno del 4% degli oceani non è influenzato dall’attività umana.

Sono tantissimi i problemi che riguardano i mari. Il riscaldamento globale ha effetti drammatici sugli ecosistemi marini, tra cui lo sbiancamento diffuso delle barriere coralline e devastazioni legate alla maggiore frequenza di tempeste tropicali e uragani. La pesca eccessiva ha portato a un allarmante declino di alcune specie di pesci fondamentali nella catena alimentare dell’oceano, mentre ogni anno 8 tonnellate di rifiuti di plastica finiscono in acqua, diventando spesso un velenoso nutrimento per gli animali. Infine l’80% di tutto il turismo si svolge nelle zone costiere, esponendo spiagge, barriere coralline e specie animali alla presenza dell’uomo, non sempre rispettosa nei confronti dell’ambiente.


Una riflessione su tutte queste tematiche ha portato Jason DeCaires Taylor a intervenire, inventando un nuovo modo per sostenere l’ambiente e rapportarsi con il mare. Britannico, classe 1974, DeCaires Taylor porta la sua scultura sott’acqua per stimolare una maggiore consapevolezza dei problemi ambientali da parte dei visitatori. E proprio gli esseri umani sono i principali soggetti raffigurati. Nelle sue sculture troviamo uomini che compiono azioni quotidiane, ignorando le ripercussioni che queste hanno sull’ambiente, ma anche messaggi di speranza, come i grandi volti di diverse etnie che coesistono pacificamente sul fondo del mare.
L’opera di sensibilizzazione dell’artista passa anche dalla scelta dei modelli per le sculture, questi sono gli abitanti dei luoghi dove le opere vengono installate, un modo sia per responsabilizzare, sia per rendere protagonista chi si batte per difendere l’ambiente. Messico, Bahamas, Maldive, Indonesia, Australia, Norvegia, Inghilterra… sono tante le opere di DeCaires Taylor sparse in giro per il mondo. Le installazioni richiamano numerosi visitatori, riuscendo spesso a tenere i sub lontani dalle delicate barriere coralline, e offrono opportunità di lavoro differenti dalla pesca alla popolazione locale, impiegandola nelle attività legate al museo.

Spiega l’artista: “Lo chiamiamo museo per un semplice motivo. Ogni giorno draghiamo, inquiniamo e peschiamo troppo nei nostri oceani, mentre i musei sono luoghi di conservazione ed educazione. I musei sono luoghi in cui conserviamo oggetti che per noi hanno un grande valore. I nostri oceani sono sacri”.
Le opere di DeCaires Taylor non stimolano solamente le nostre riflessioni, ma giocano anche un ruolo attivo e concreto. Progettate utilizzando materiali sicuri a PH neutro, con superfici strutturate per creare rifugi, aree di riproduzione e spazi protettivi per gli animali, esse creano barriere coralline artificiali dove la vita marina può prosperare. Alcuni progetti hanno addirittura visto aumentare la biomassa marina di oltre il 200% su parti del fondale marino un tempo deserte. E così anche l’impronta dell’uomo può farsi positiva.