Italia, ne passa di acqua sotto i ponti: i dieci più suggestivi

di Redazione

I

talia: terra di santi, poeti, navigatori…e ponti storici! Si potrebbe integrare così – senza allontanarsi troppo dalla realtà – la popolare citazione mussoliniana, considerando qualità e quantità di meraviglie contemplabili nel Belpaese.

Già di per sé il “ponte”, al di là del significato sostanziale di infrastruttura che consente a vie di comunicazione terrestri l’attraversamento tra due sponde di un corso d’acqua, rappresenta un concetto idealmente ben più ammirevole nella sua astratta accezione di collegamento e dunque unione tra persone o popoli distanti tra loro; se alla bellezza del sostantivo si aggiunge quella degli esemplari presenti in lungo e in largo da nord a sud, ecco che il richiamo diventa irresistibile.

Ponte Vecchio, Firenze

Sin dall’Antica Roma i ponti erano concepiti come opere titaniche, emblema della grandezza dell’Impero. Molti di essi, oltre ad essere noti in tutto il pianeta, talvolta rappresentano uno dei simboli più importanti della stessa città di cui fanno parte, specie se di annosa costruzione sopravvissuta a peripezie di vario genere, come guerre e calamità naturali; altri hanno subito una necessaria ristrutturazione – se non addirittura il completo ripristino – dopo il secondo conflitto mondiale, mantenendo comunque inalterato il proprio fascino grazie all’opera di ricostruzione umana, tra eleganti studi architettonici e forme futuristiche. In ogni caso, non è esagerato elevare i più bei ponti nostrani al prestigioso rango di ambasciatori della nostra memoria storica.

Ponte delle Torri, Spoleto
Ponte dei Sospiri, Venezia

La lista sarebbe lunghissima e obbliga la necessaria selezione di una “top ten” dei ponti storici, coerentemente riservata in esclusiva a quelli sotto i quali scorre un corso d’acqua, nella speranza di non esagerare con i torti dei trascurati ma, al contempo, nella certezza di averne dovuti ignorare molti altrettanto meritevoli.

La rassegna non può non partire dal Ponte di Rialto di Venezia: costruito a fine Cinquecento dall’ingegnere veneziano Antonio Da Ponte (nomen omen) per facilitare il transito di merci e passeggeri tra i sestieri di San Polo e San Marco, esso è il principale dei quattro ponti che attraversano il Canal Grande, nonché – fino al 1854, data di costruzione del Ponte dell’Accademia – l’unica modalità di attraversamento del canale.

Ponte di Rialto, Venezia
Vista dall'alto del Ponte di Rialto, Venezia
Ponte di Rialto tricolore, Venezia

Nel capoluogo lagunare è presente anche il Ponte dei Sospiri, costruito un secolo dopo dal nipote dello stesso Da Ponte, Antonio Contin, autentico tesoro barocco realizzato in pietra d’Istria a pochi passi da Piazza San Marco, che collega il Palazzo Ducale con le Prigioni Nuove. A spiegare il suo nome è la storia: i prigionieri della Serenissima, infatti, erano soliti sospirare durante il percorso verso gli uffici dell’Inquisizione, in attesa di giudizio.

Ponte dei Sospiri, Venezia
Ponte dei Sospiri, Venezia
Ponte dei Sospiri, Venezia

Il Veneto offre anche un’altra bellezza, vale a dire il Ponte di Castelvecchio, costruito nella Verona medievale tra il 1354 e il 1356 per ordine del Signore della città, Cangrande II. Poiché nelle intenzioni di quest’ultimo avrebbe dovuto rappresentare una via di fuga verso il Tirolo dalla nascente fortezza costruita sul fiume Adige, esso stupisce per la robusta consistenza di arcate e piloni, grazie a cui superò indenne secoli di storia, prima che i tedeschi in ritirata lo fecero esplodere nell’aprile 1945; fu comunque ricostruito secondo il progetto originario, in seguito al recupero dei materiali nel letto del fiume.

Ponte di Castelvecchio, Verona
Ponte di Castelvecchio, Verona
Vista dall'alto del Ponte di Castelvecchio, Verona

Sullo stesso gradino dei veneziani, per importanza, si colloca Ponte Vecchio a Firenze, l’unico che attraversava l’Arno fino al 1218 e, in seguito, integralmente ricostruito nel 1345 dopo la distruzione causata da una tragica alluvione. In occasione della più celebre alluvione del 4 novembre 1966 riuscì invece fortunatamente a contenere l’Arno in piena. Graziato (esso sì) dall’esercito tedesco, che durante la seconda guerra mondiale distrusse tutti i ponti della città ad eccezione di esso, si è preservato fino ai giorni nostri conservando la magia di un’atmosfera unica.

Ponte Vecchio, Firenze
Ponte Vecchio di notte, Firenze
Ponte Vecchio al tramonto, Firenze

Restando in Italia settentrionale, il Ponte Coperto di Pavia collega il centro storico cittadino con il folcloristico quartiere di Borgo Ticino, collocato sulla sponda destra dell’omonimo fiume. Ricostruito nel 1949 nelle forme architettoniche che appartenevano alle macerie di quello del XIV secolo, esso si compone di cinque arcate e due portali alle estremità, con una piccola cappella al centro. La curiosità è legata alle sue molteplici riprese in pellicole cinematografiche del passato, tra cui “Fantasma d’amore” con Marcello Mastroianni.

Ponte Coperto e statua della "Lavandaia", Pavia
Ponte Coperto, Pavia (prima)
Ponte Coperto, Pavia (dopo)

Spostandoci a nord-est, spicca il Ponte del Diavolo a Cividale del Friuli, in provincia di Udine. Costruito nel 1442 con una lunghezza di cinquanta metri e una larghezza di quasi quattro, esso si poggia su un enorme masso immerso nel letto del fiume Natisone che attraversa. È proprio questa peculiarità a conferirgli il nome: infatti, secondo la leggenda, il grosso macigno che regge il pilone centrale del ponte sarebbe stato trasportato dalla madre del diavolo.

Ponte del Diavolo, Cividale del Friuli
Ponte del Diavolo, Cividale del Friuli

A Bobbio, borgo ultra-millenario in provincia di Piacenza, il Ponte Gobbo ha un caratteristico profilo irregolare composto per 273 metri di undici archi diversi tra loro e posti a varie altezze che, oltre ad attraversare il fiume Trebbia, ne ha determinato il nome.

Ponte Gobbo, Bobbio
Ponte Gobbo, Bobbio

Scendendo in Umbria, direzione Spoleto, dimensioni simili (230 metri di lunghezza per 80 di altezza) riguardano il Ponte delle Torri, imponente costruzione realizzata in pietra calcarea verso la metà del Trecento con un duplice obiettivo: condurre in città le acque delle sorgenti di Cortaccione e unire la rocca al Fortilizio dei Mulini. Imperdibile la panoramica ammirabile dal ponte che scavalca il torrente Tessino.

Ponte delle Torri, Spoleto
Insegna del Ponte delle Torri, Spoleto
Ponte delle Torri, Spoleto

Nella Capitale, il Ponte Sant’Angelo collega dal 136 d.C. l’omonima piazza al Lungotevere Vaticano. Tra i più sfarzosi ponti di Roma, esso veniva anticamente chiamato Ponte Elio, traendo la sua denominazione dall’imperatore Elio Adriano, il quale lo fece costruire per collegare la città all’ingresso del suo mausoleo, in corrispondenza dell’attuale Castel Sant’Angelo. Nei secoli subì diverse ristrutturazioni, fino a quella definitiva del 1882; in precedenza, le modifiche riguardarono l’abbattimento dei torrioni, l’installazione delle sculture raffiguranti San Pietro e San Paolo e, nel 1668, l’ulteriore aggiunta di dieci statue di angeli recanti i simboli della passione, disegnate dal Bernini su richiesta dell’allora pontefice Clemente IX.

Ponte Sant'Angelo, Roma
Statua di un angelo sul Ponte Sant'Angelo, Roma
Statua di un angelo sul Ponte Sant'Angelo, Roma
Castel Sant'Angelo e Ponte Sant'Angelo, Roma

Scendendo in pieno sud a chiusura della rassegna, risalente al periodo romano è anche il Ponte dei Saraceni, che collega i territori di Adrano e Centuripe, ma – a dispetto del nome – fu costruito in epoca medievale normanna. Fino alla prima metà del Settecento, esso rappresentava l’unica via percorribile per recarsi a Catania. La sua struttura resiste da oltre un millennio alle sollecitazioni del fiume Simeto, su cui si erge, anche se il prezzo da pagare il termini di forma originaria è stato alto: in seguito alle ristrutturazioni arabe, che sostituirono all’arte romana un’architettura maggiormente basata sugli effetti cromatici di pietre alternate chiare e scure, oggi solo l’arcata maggiore e quella centrale resistono come elementi autentici.

Ponte dei Saraceni, che collega i territori di Adrano e Centuripe
Ponte dei Saraceni, che collega i territori di Adrano e Centuripe

Rivivi qui le bellezze dei ponti storici descritti:

Ecco il team di “On The Blue”: Carolina, Cinzia, Consuelo, Costanza, Fabrizio, Francesca, Katia, Lorenzo, Lucio, Martina, Manuel, Pino, Roberto e Stefano. Ogni giorno vi raccontiamo l'acqua in ogni sua forma e declinazione, attraverso esperienze e racconti delle donne e degli uomini che seguendo il flusso delle onde andremo a incontrare, o ci verranno incontro.

TOP

 

 

Nasce il nuovo progetto di comunicazione che unisce sotto un’unica piattaforma online gli appassionati del mondo dell’acqua declinato in tutte le sue forme.

 

La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

Acqua e onda: ovvero identica radice linguistica per due elementi che non possono esistere l’uno senza l’altro. 

 

Le onde sono un movimento perpetuo, sono il fluido che rappresenta l’impulso positivo al cambiamento.

 

Da qui nasce l’avventura di “On the Blue”: che ogni giorno vi condurrà in un viaggio in compagnia di chi questo elemento lo vive e lo ha vissuto.

 

SEGUI LE NOSTRE

“ONDE BLU”!!!