di Martina Grandori
iforestare i fondali di Posidonia oceanica per la salvaguardia della biodiversità: a Golfo Aranci, incantevole angolo di Costa Smeralda, è partita la seconda fase del progetto che vede coinvolti zeroCO2, startup italo-guatemalteca che sviluppa attività di riforestazione ad alto impatto sociale, e Worldrise, onlus attiva per la conservazione e la valorizzazione dell’ambiente marino.
In 100 metri quadri di prateria di Posidonia oceanica sono state reimpiantate 2.500 piante recuperate da quelle espiantate dalle maree per contrastare l’acidificazione delle acque, la scomparsa della biodiversità e l’innalzamento dei mari.
Il progetto è nato a marzo 2021, il tutto andrà avanti per i prossimi tre anni grazie ad un team di ricercatori che effettuerà un monitoraggio periodico dell’andamento dell’impianto, la manutenzione delle biostuoie utilizzate per l’ancoraggio delle piante e la verifica del numero e dello stato di salute delle talee.
Il monitoraggio è condotto dai biologi marini della International School for Scientific Diving (ISSD) e di Worldrise. Il prossimo monitoraggio è previsto ad ottobre 2022 dopo la stagione balneare, ne seguiranno altri nei prossimi 5 anni.
I pronostici da qui a tre anni vedono un primo periodo in cui si potrebbe verificare una possibile mortalità fino al 30-40% di Posidonia, ma nell’arco di 5 anni la densità inizierà ad aumentare raggiungendo in circa 10 anni una densità paragonabile a quella della prateria naturale circostante.
Un’importante attività di rigenerazione del Mediterraneo per contrastare la scomparsa di questa specie e tutelare la biodiversità. Un ettaro di fondale coltivato con Posidonia arriva ad ospitare fino a 350 specie animali, ossia il 20-25% delle specie marine mediterranee, ripristinarla significa dare una prospettiva migliore al nostro meraviglioso Mediterraneo.
