Raffaella Schlegel, la signora degli squali

Il papà le trasmette la passione per le immersioni, alla mamma ruba una macchina fotografica: ecco come il sogno di una bambina si è trasformato in un’avventura unica al mondo.

«L'

acqua è vita». É la massima che riassume il percorso di Raffaella Schlegel, la "Signora degli squali". Un percorso che racconta attraverso le centinaia di fotografie scattate nelle sue immersioni: una donna che vive in simbiosi con l'ambiente che lei sente come casa sua: l'acqua. «Tranne ora, vista la situazione mondiale...». Da ormai un anno infatti, tranne una brevissima eccezione in agosto, Raffaella non può muoversi dall'Italia. «Quando la situazione del Covid è esplosa ero all'ultima settimana di un lavoro alle Maldive, quando avevano già chiuso Malpensa. Era andato tutto bene, stavo già pensando agli altri viaggi, ma ho dovuto annullare tutto».

L’amore di Raffaella Schlegel per l’acqua e per la fotografia è eredità di papà e mamma. Il papà era un subacqueo/apneista e ogni anno nelle vacanze all’isola d’Elba cercava sempre nuovi punti per immergersi. E anche lei di conseguenza passava ore in acqua con la maschera esplorando quel mondo magico. «Nel 1985 in vacanza all’isola di Vulcano ho messo per la prima volta le bombole sulle spalle. Avevo 18 anni: è stato bellissimo, un’emozione indescrivibile, da togliere il fiato».

Quando torna a casa, a Legnano, si iscrive al primo corso di sub. «Ma sin dal primo tuffo ho capito che cercavo gli squali in ogni mare. Li amavo, mi attraevano per la loro grandezza e la loro imponenza, ma soprattutto per la loro eleganza». Il connubio tra acqua e fotografia scatta nella sua mente a 5 anni, quando ruba la macchinetta della mamma e inizia a fantasticare viaggi in giro per il mondo. Raffaella inizia a nuotare da piccola e a 8 anni è già in agonistica, a 13 in Nazionale e a 15 debutta agli Europei. Una carriera che interrompe però a 20 anni: finito il liceo vorrebbe prendersi una pausa per girare tra gli oceani del mondo con la macchina fotografica. Il sogno, però, viene momentaneamente rimandato, perché i genitori sono contrari: riprende allora gli studi e sceglie il campo del design-moda. Per 16 anni occuperà una posizione importante nel mondo dell’industria della moda, ma non solo: disegna abbigliamento sportivo per Arena, studia materiali per borse e scarpe di Celine, Trussardi e Fendi, si occupa di design project per auto con Mini, BMW, Mercedes, Jaguar, Alfa e Fiat.

 

Ma il suo mondo non è quello. «Ho sempre avuto una grande passione per l’acqua sin da quando ero piccola. Piscina o mare purché fosse liquido: gli squali, i mammiferi, i grandi rettili e tutte le azioni dei grandi predatori sono la mia energia». E la fotografia sott’acqua è per me arte. Le sensazioni e le emozioni che provo in ogni immersione sono le stesse che voglio trasmettere con i miei scatti. Quando fotografo in acqua mi lascio guidare dalla passione e dai sentimenti, solo così riesco a cogliere l’attimo e renderlo arte. É un modo per unirmi alla natura, cercando di far conoscere e capire il mondo segreto degli squali, i mammiferi, rettili e i grandi predatori e comprenderne il loro ruolo nell’equilibrio degli oceani».

Nel 2001 in vacanza nel Mar Rosso conosce Dietmar e arriva la svolta: lui le insegna la fotografia subacquea e le altre tecniche. Nel febbraio del 2005 Raffaella lascia la sua carriera e costituisce con il compagno la Blue Rush Dive Expeditions&Wildlife Productions. In Sudafrica per 10 anni la compagnia si specializza in immersioni con gli squali, in particolare con lo squalo Tigre, il preferito di Raffaella: «Rappresenta l’essenza della forza, nuota con andatura lenta e maestosa, ma con una grazia infinita e con la consapevolezza di essere il più forte.

 

Una maestosità per me da rispettare; in questi anni di immersioni con gli squali Tigre, ho imparato a capirli, ad anticipare il loro movimento e a vivere in prima persona la complicità tra uomo e animale. Inoltre abbiamo lavorato, fotografando e filmando, con Animal Planet, National Geographic, ZDF (Germania), ARTE (Francia), Mediaset e SABC».

La compagnia è nel frattempo diventata itinerante come Blue Rush Expeditions, che organizza spedizioni in luoghi remoti per immortalare con immagini uniche gli animali nel loro habitat naturale, come coccodrilli, orsi polari, anaconde e altri, già studiati in precedenza da esperti biologi, ma mai veramente analizzati da vicino. Quelli che Raffaella Schlegel stava organizzando prima del Covid. «Sono riuscita ad andare ad agosto in Egitto, avevo inserito nel programma – ci racconta – anche viaggi di terra, come quello da Città del Capo fino alle cascate Vittoria. Adesso posso ricominciare a pensarci, ma sempre con il terrore di non riuscirci. Aspettiamo condizioni migliori».

 

Purtroppo, come noto, non dipende da lei. Che in questo anno di quasi totale reclusione si è comunque data da fare. Innanzi tutto pensando al suo lavoro: «Per non impazzire mi sono dedicata all’archivio delle foto, si ha sempre poco tempo, ne ho per 20 anni di lavoro e il progetto sarà trasformare tutto in un libro. E porto avanti il progetto della linea di abbigliamento ecosostenibile, con materiale riciclato dalle bottiglie di plastica».

Un suggestivo incontro tra fotografia e fashion design che ha dato vita alla Raffaella Schlegel Ocean Art Collection: le sue fotografie sono diventati capi d’abbigliamento per il mare. «É come indossare un quadro». Materiale che è frutto del riciclo delle bottiglie di plastica, ma non quelle provenienti dal mare, che sono troppo deteriorate. «Arrivata a una certa età ho unito le mie 3 passioni: gli oceani e la loro salvaguardia, fashion e fotografia. Un filo che si è tessuto nel tempo. Ma non si tratta solo della mia collezione: l’obiettivo è quello di lanciare un messaggio per la salvaguardia dell’ecosistema marino. Quello di cui parlo quando vengono organizzate mostre ed eventi».

 

In passato, lo aveva raccontato così: «Adoro immergermi con squali, balene, mante e coccodrilli, e fotografarli. Quando sono in acqua in mezzo a loro mi sento in un equilibrio sereno e contemporaneamente di grande carica. Mi sento in armonia con loro vivendo sempre un’emozione nuova, unica. É portare in superficie un chiaro messaggio che mette in evidenza la magnifica essenza della natura e la sua salvaguardia. Quando fotografo in acqua mi lascio guidare dalla passione e dai sentimenti, solo così riesco a cogliere l’attimo e renderlo arte. É un modo per unirmi alla natura, cercando di far conoscere e capire il mondo segreto di queste creature e comprenderne il loro ruolo nell’equilibrio degli oceani. Le sensazioni e le emozioni che provo in ogni immersione sono le stesse che voglio trasmettere con i miei scatti».

Raffaella Schlegel vive a Nerviano, vicino Milano, e nei momenti in cui era a casa, in tempo normali, insegnava anche in piscina: oggi l’attività in acqua, come per tutti, le viene negata. Non si è però fatta sopraffare dall’assenza, anzi ha cercato soddisfazione in altre attività. Magari un po’ più faticose… «Sempre da papà ho ereditato la passione per l’orto: così ho piantato pomodori, zucchine, zucche, cetrioli. I vicini mi chiedono anche di acquistare delle casse… Papà zappava e ricordo la fatica che faceva. E anche io zappo: infatti qualche giorno fa avevo un gran mal di schiena e Dietmar mi ha detto “Eh, lo vedi a lavorare…”. Ma il lavoro mi stanca e mi evita di pensare troppo». Da “signora degli squali” a “signora degli orti” è stato un attimo. La speranza è però quella di poterla rivedere presto sott’acqua con la sua macchina fotografica. Per tornare anche a riflettere.

«Dalle profondità del mare riportiamo in superficie un chiaro messaggio che mette in evidenza la magnifica essenza della natura e la sua salvaguardia».

Ho iniziato ad appassionarmi di sport dalla nascita e da 20 anni sono collaboratore della Gazzetta dello Sport. Ho seguito tantissime discipline: principalmente rugby (corrispondente in 3 edizioni dei Mondiali in Francia, Nuova Zelanda e Inghilterra e tutti i Sei Nazioni dal primo del 2000), poi fra gli altri equitazione, taekwondo, surf, atletica leggera e ovviamente anche nuoto. I miei risultati sportivi di maggior rilievo? Ultimo nelle batterie dei 50 stile libero al memorial Boscaini del 1985 e medaglia di bronzo al Settecolli 2019 nei 50 stile dei giornalisti!

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Nasce il nuovo progetto di comunicazione che unisce sotto un’unica piattaforma online gli appassionati del mondo dell’acqua declinato in tutte le sue forme.

 

La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

Acqua e onda: ovvero identica radice linguistica per due elementi che non possono esistere l’uno senza l’altro. 

 

Le onde sono un movimento perpetuo, sono il fluido che rappresenta l’impulso positivo al cambiamento.

 

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