Dalla Bretagna l’ultima frontiera dello “slow tourism”

di Redazione

V

illeggiatura al mare con gli amici tra spiagge dorate e movida notturna? Relax familiare in montagna a respirare aria buona dopo un anno di smog? Fase cultural-zen per approfondire la conoscenza di una città storica approfittando della quiete estiva? Niente di tutto ciò: l’ultima, nuovissima tendenza registrata per una vacanza alternativa trova riscontro in Bretagna e la sua principale peculiarità consiste nell’alloggiare all’interno di vecchie case, un tempo vissute dai guardiani di chiusa dei canali situati nella regione nord-occidentale della Francia, quella affacciata sull’Atlantico.

Cap Fréhel, Bretagna

Una novità strettamente legata alle crescenti esigenze dettate dallo slow tourism, all’insegna di una vacanza lenta e di scoperta. Una filosofia di viaggio diversa dal solito ma che si sta progressivamente facendo largo in tutte le fasce d’età, privilegiando una modalità più intensa e profonda di assaporare le mete prescelte, che – oltre alla necessità di staccare almeno per qualche giorno dai ritmi frenetici del quotidiano – si combina perfettamente anche con il concetto di turismo sostenibile.

Nella fattispecie, il “turismo lento” è connesso al recupero e alla valorizzazione dei canali bretoni da parte di vari soggetti interessati, i quali hanno avviato progetti a vocazione turistica fondati sulla riconversione delle dimore dismesse in alberghi low cost o piccoli ristoranti, indirizzati agli utenti della rete canalare e delle sue sponde. Una volta accolti i progetti, la regione si fa carico del restauro delle fondamenta dell’edificio e stipula a cifre modiche una convenzione di occupazione temporanea.

Saint Malo, Bretagna

La “moda” si sta consolidando soprattutto lungo il reticolo di affluenti tra Nantes e Brest, per oltre 500 chilometri, coinvolgendo cicloturisti, amanti della pesca e coloro che amano le attività nautiche da diporto in acque dolci. Un’inedita opportunità, incoraggiata da una prospettiva tutt’altro che tradizionale, per farsi cullare da semplici e rilassanti itinerari su barca fluviale.

Miroir d'eau, Nantes, Bretagna

La casa della chiusa di Boju, a Gueltas, paesino di appena 548 abitanti nel Golfo di Morbihan, è stata tra le prime a essere riconvertita. Oggi la sua gestione è regolamentata dalla municipalità locale, ma già da tempo veniva utilizzata da turisti, escursionisti e viaggiatori lungo il percorso tra Nantes e Brest. Per aumentare la sua attrattività, recentemente è stata munita di pénettes, piccole zattere ancorate alla riva, e altri mini-alloggi sotto gli alberi che offrono soltanto un rifugio e uno spazio per parcheggiare le biciclette.

Canale di Gueltas
Mini alloggi Gueltas

Sempre nelle vicinanze di Gueltas, la casa della chiusa di Poulhibed si trasforma in estate in una sala di esposizioni, senza tuttavia rinunciare alla sua primaria funzione di rifugio dei viandanti: qui, infatti, è possibile liberamente sostare per dissetarsi, utilizzare i servizi igienici biologici, allestire un barbecue e usufruire dei tavoli da picnic.

Il progetto della regione – simile a quelli che in Italia hanno consentito di recuperare fari e case cantonali – rappresenta un’occasione unica, da una parte per vivere l’affascinante entroterra bretone, che la relativa vicinanza al mare rende ancora più affascinante, dall’altra per creare nuovi posti di lavoro: basti pensare a coloro che organizzano escursioni in barca, affittano bici o (soluzione più recente in risposta alla crescente domanda) sono impegnati nella crêperie aperta di fronte al canale.

Ecco il team di “On The Blue”: Carolina, Cinzia, Consuelo, Costanza, Fabrizio, Francesca, Katia, Lorenzo, Lucio, Martina, Manuel, Pino, Roberto e Stefano. Ogni giorno vi raccontiamo l'acqua in ogni sua forma e declinazione, attraverso esperienze e racconti delle donne e degli uomini che seguendo il flusso delle onde andremo a incontrare, o ci verranno incontro.

TOP

 

 

Nasce il nuovo progetto di comunicazione che unisce sotto un’unica piattaforma online gli appassionati del mondo dell’acqua declinato in tutte le sue forme.

 

La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

Acqua e onda: ovvero identica radice linguistica per due elementi che non possono esistere l’uno senza l’altro. 

 

Le onde sono un movimento perpetuo, sono il fluido che rappresenta l’impulso positivo al cambiamento.

 

Da qui nasce l’avventura di “On the Blue”: che ogni giorno vi condurrà in un viaggio in compagnia di chi questo elemento lo vive e lo ha vissuto.

 

SEGUI LE NOSTRE

“ONDE BLU”!!!