Coltivare piante in acqua, non occorre il pollice verde

di Martina Grandori

S

i assomigliano molto, sono una tendenza anche nell’interior design contemporaneo, se raggruppati sono scenografici e colorati, una risposta più consapevole alle piante in vaso, al problema della carenza di suolo anche quando si tratta di floricoltura.

Parliamo dell’idroponica e dell’idrocoltura, due antichissimi sistemi molto simili di coltivare piante in poca acqua, oggi attualissimi visti i tempi di crisi idrica e sensibilizzazione al risparmio. Due tecniche di coltivare che rispecchiano in maniera facile, veloce e divertente un approccio più sostenibile al verde, una soluzione da copiare anche se non si ha il pollice  verde,  non servono infatti attrezzature particolari ed è una tecnica riproducibile anche in casa.

L’idroponica, di solito per piante più piccole, già adottata nei famigerati giardini pensili di Babilonia e dagli Aztechi per i loro  chinampa,  i  giardini  galleggianti,  prevede  l’utilizzo  di vasi di vetro dove all’interno sono riposte piante con le radici (ben pulite dalla terra, importante) immerse in acqua ma senza substrato, a cui viene aggiunta una soluzione nutriente a base di azoto (per la crescita delle foglie e la loro pigmentazione), fosforo (la crescita delle foglie e la loro pigmentazione), potassio (importante nella  sintesi  delle proteine) poi micronutrienti ad hoc a seconda del germoglio in vaso. Ha un unico punto debole l’idroponica: se il vegetale è troppo esposto alla luce e al calore si formano facilmente alghe che danneggiano le radici.

Analogo il metodo dell’idrocoltura, a cui però si aggiunge uno substrato inerte ossia argilla espansa, fibra di cocco, lana di roccia, zeolite o sabbia in cui le radici si innestano e sviluppano senza dover occupare terreno. Ecco perché è considerata l’espressione dell’agricoltura del futuro, soprattutto nelle zone più disagiate del mondo dove l’irrigazione è un affare complesso. Fondamentale comprare un vaso speciale dotato di un particolare scomparto in cui inserire il materiale di riempimento e di un metro di misurazione che ci indica il livello dell’acqua presente nel vaso, ma niente paura, si comprano con un click online o da qualsiasi garden center.

Anche per l’idrocoltura vale la regola dell’aggiungere fin dal primo giorno nutrienti (soluzione a base di sostanze fertilizzanti), la lista dei nomi da far crescere in salotto o in cucina è amplia, si spazia dalle più comuni a foglia verde come il Ficus o il Photos, un classico le orchidee, utili i pomodori e l’insalata, assai scenografica e instagrammabile la Monstera. E infine un altro grande , pratico, vantaggio della coltivazione in acqua è il tempo: la manutenzione è semplice, basta ricordarsi di aggiungere l’acqua e con l’apposito indicatore non è difficile.

Sono Martina Grandori, vivo quotidianamente con il senso dell’umorismo e alla ricerca dell’estetica, tento di migliorarmi ogni giorno in nome di una magica evoluzione, nutrendo il mio giardino degli interessi. Adoro scrivere, lo faccio da vent’anni in qualità di giornalista specializzata in lifestyle, prestata poi al mondo dell’ambiente e della sostenibilità. Sono madre di due bambine che hanno rivoluzionato la mia vita in positivo, da sempre vivo nella bellissima Milano, città che adoro perché ha moltissimo da offrire oltre allo smog.

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Nasce il nuovo progetto di comunicazione che unisce sotto un’unica piattaforma online gli appassionati del mondo dell’acqua declinato in tutte le sue forme.

 

La parola acqua deriva dal latino “aqua”, che a sua volta ha una radice indoeuropea, la stessa della parola onda, che passando dal greco diventa “unda” in latino.

Acqua e onda: ovvero identica radice linguistica per due elementi che non possono esistere l’uno senza l’altro. 

 

Le onde sono un movimento perpetuo, sono il fluido che rappresenta l’impulso positivo al cambiamento.

 

Da qui nasce l’avventura di “On the Blue”: che ogni giorno vi condurrà in un viaggio in compagnia di chi questo elemento lo vive e lo ha vissuto.

 

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